Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra del San Raffaele di Milano, propone l’ennesima inconsistente dieta.
Sinceramente non è chiaro se il messaggio di Erzegovesi è stato travisato dai giornalisti che promuovono il suo libro o se veramente le cose stanno come sono apparse nei comunicati stampa che lo annunciano.
La dieta del giorno di magro sarebbe (uso il condizionale perché sono sicuro, almeno spero, che la versione venduta dai giornalisti non è quella originale) un regime alimentare che consente di mangiare quello che si vuole durante tutta la settimana facendo però un giorno di alimentazione “magra” (verdure, brodo e cibi fermentati, come il kefir, solo a colazione, pranzo e cena, spuntini vietati).
Negli altri giorni si può mangiare di tutto (sembra che la dieta mediterranea sia consigliata), consigliato uno sgarro anche con dolci e fritti.
Se funziona veramente così, vorrei scommettere con il nutrizionista una cifra importante. Avendo una forte volontà anevrotica per un giorno alla settimana mangio anche solo un paio di brodini, quello che mi dà; per gli altri sei giorni mangio con il mio solito appetito. Ovviamente in questi sei giorni non corro, non faccio moto, me ne sto davanti alla televisione a guardare tutte le stagioni di NCIS.
Alla fine della settimana mi peso e sono pronto a scommettere che la dieta del giorno di magro è fallita miseramente.
Ovviamente accadrà che i classici soggetti poco amanti del cibo, ma comunque in sovrappeso perché sedentari incalliti, avranno qualche risultato, ma chi è in sovrappeso perché ama il cibo è comunque spacciato.
Quindi domanda al nutrizionista: perché non insegnare alle persone ad amare il cibo e a fare attività fisica, anziché praticamente demonizzarlo (il cibo “intossicherebbe” e avremmo bisogno di depurarci: se così fosse sarei già morto, avvelenato da tempo dalle teglie da un chilo di tiramisù al mascarpone che mi facevo alla fine di due ore di basket) con un castrante giorno di digiuno settimanale? Dovrebbe essere a tutti chiaro che essere magri è salutisticamente positivo, ma non amare il cibo è psicologicamente un grave handicap.
Per approfondire: L’amore per il cibo