Il Prosecco è un celeberrimo vino bianco DOC che viene prodotto in due regioni, Veneto e Friuli Venezia Giulia ed è tra i vini italiani attualmente più esportati all’estero.
Il Prosecco ha cominciato ad acquisire importante notorietà negli ultimi anni del XX secolo come prodotto a Indicazione Geografica Tipica, prosecco IGT; il riconoscimento DOC è arrivato nel 2009.
Alcune tipologie di Prosecco possono fregiarsi del riconoscimento DOCG, per esempio il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e l’Asolo Prosecco (o Colli Asolani Prosecco, in passato noto come Montello e Colli Asolani Prosecco).
La zona di produzione è piuttosto estesa; comprende, infatti, tutte le province del Veneto con esclusione di quelle di Verona e Rovigo e tutte le provincie del Friuli Venezia Giulia.
Il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene che viene ottenuto con uve raccolte in una frazione del comune di Valdobbiadene (San Pietro di Barbozza) viene denominato Cartizze e ha diritto alla sottospecificazione “Superiore di Cartizze”.
Esistono diverse tipologie di prosecco; essenzialmente possiamo distinguerne tre: Prosecco propriamente detto (anche tranquillo), Prosecco spumante e Prosecco frizzante.
Al di là di questa distinzione, il Prosecco è un vino dal caratteristico colore giallo paglierino più o meno carico, dal profumo vinoso, leggermente fruttato (in particolar modo nelle versioni amabili), e dal sapore gradevolmente amarognolo, non eccessivamente corposo nelle tipologie secco, amabile, dolce e fruttato nelle versioni amabili e dolci (il contenuto di zuccheri residui in queste tipologie non deve essere superiore al 6%).
La versione spumante va da brut a demi-sec, mentre le altre tipologie possono essere secche oppure amabili.
Le tipologie di Prosecco che vengono prodotte tramite fermentazione naturale in bottiglia (questa caratteristica deve essere sempre specificata nell’etichetta che accompagna il prodotto) possono presentare una leggera velatura; queste tipologie di vino sono frizzanti, hanno un sapore secco e fruttato e possono essere presenti sentori di crosta di pane e lievito.
Prosecco: i vitigni
Il vitigno principale per la produzione del vino Prosecco è il Glera (almeno l’85% del totale). Il termine Glera ha sostituito la vecchia denominazione del vitigno, Prosecco. Questa decisione è arrivata nel 2009 per volontà del Ministero dell’Agricoltura e ha lo scopo di tutelare la denominazione di origine Prosecco (molte fonti in Rete riportano ancora che il vitigno principale del vino in questione si chiama Prosecco). Si riteneva infatti che, fintanto che il termine indicava un vitigno e non una zona di produzione vinicola, la tutela sarebbe stata impossibile (vedasi l’annosa questione fra il Tokaji ungherese, denominazione, e il Tocai friulano, un vitigno). Il Glera è un vitigno semiaromatico (aromatico è un vitigno dal quale si producono vini che ricordano al naso il profumo del frutto di origine; nei vini aromatici il profumo è particolarmente evidente; nei semiaromatici è presente, ma con minore intensità). Nei Colli Euganei il Glera è conosciuto come Serpino.
Una relativamente piccola frazione di uve utilizzate, che comunque non deve superare il 15% del totale (nel caso di produzione di Prosecco spumante tale percentuale può essere del 25%), può essere costituita da altri vitigni (Bianchetta Trevigiana, Verdiso, Perera, Glera Lunga, Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero vinificato in bianco).
I terreni maggiormente adatti alla coltura dei vigneti destinati alla produzione del vino Prosecco sono quelli con buona esposizione al sole e dotati di buon drenaggio. I terreni torbosi o con notevole dotazione idrica non sono ammissibili per la coltivazione delle uve in questione.
La resa massima di uva ammessa per la produzione del Prosecco non deve essere superiore ai 120 quintali per ettaro e la resa massima dell’uva in vino non deve essere maggiore del 70%.
Le uve che sono utilizzate per produrre questo vino devono garantire una gradazione alcolica minima non inferiore ai 10 gradi per quanto concerne il Colli Asolani e il Conegliano-Valdobbiadene; per il Superiore di Cartizze, la gradazione alcolica minima deve essere di 10,5 gradi.

Il prosecco è un classico vino da aperitivo e da brindisi
Accostamenti e temperatura di servizio
Il Prosecco, nelle versioni secco e spumante, è considerato un vino da tutto pasto. Dovrebbe essere servito a una temperatura piuttosto bassa (8-9 °C); al contrario di quanto consigliato con altri tipi di vino, la bottiglia deve essere stappata al momento. Si consideri che il periodo di massimo rendimento gustativo va da uno a due anni; la maturazione ottimale è un anno.
Il Prosecco è ottimo con i prodotti dell’orto (per esempio con il radicchio di Treviso o con i piatti a base di asparago, per esempio carni e risotti).
Ideale anche l’abbinamento con i funghi di boschi e la selvaggina, sia essa cucinata allo spiedo, in umido oppure arrosto, accompagnata alla polenta.
Si accosta molto bene anche a diversi tipi di formaggio piccante e ia salumi per non parlare dei piatti di pesce, fra cui quelli a base di acciughe, gli spiedini di scampi e i molluschi.
Molti lo gustano anche in abbinamento con piatti delle cucine orientali (sushi, sashimi ecc.).
Il Prosecco amabile e quello dolce sono ideali per un fine pasto e da gustare con il dessert.
Bevi con moderazione: nella giornata il tuo indice alcolico non superi 3!