Il Moscato d’Asti è un vino DOCG (riconoscimento ottenuto nell’anno 1993) tipico della regione Piemonte; la zona di produzione del Moscato d’Asti (la stessa dell’Asti Spumante) comprende i territori di 52 comuni (29 in provincia di Asti, 15 in provincia di Cuneo e 9 in provincia di Alessandria): Bubbio, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castel Rocchero, Cessole, Coazzolo, Costigliole d’Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Quaranti, San Marzano Oliveto, Moasca, Sessame, Vesime, Rocchetta Palafea e San Giorgio Scarampi, tutti in provincia di Asti; il territorio dei comuni di Camo, Castiglione Tinella, Cossano Belbo, Mango, Neive, Neviglie, Rocchetta Belbo, Serralunga d’Alba, Santo Stefano Belbo, Santa Vittoria d’Alba, Treiso, Trezzo Tinella, Alba, Castino e Perletto, in provincia di Cuneo; i comuni di Acqui Terme, Alice Bel Colle, Bistagno, Cassine, Grognardo, Ricaldone, Strevi, Terzo e Visone in provincia di Alessandria. La gran parte della produzione di questo vino, piuttosto noto anche all’estero, viene effettuata in aziende di piccole e medie dimensioni.
Il Moscato d’Asti DOCG è senza ombra di dubbio il vino moscato più famoso d’Italia. Viene tradizionalmente abbinato ai dolci, anche se in alcune occasioni viene suggerito come accompagnamento di pietanze salate.
Il Moscato d’Asti DOCG non deve essere confuso con l’Asti spumante, un vino che viene prodotto con lo stesso vitigno, ma con molte differenze.
Moscato d’Asti DOCG: le principali caratteristiche
Secondo quanto riportato dal disciplinare di produzione, al momento dell’immissione al consumo, il Moscato d’Asti DOCG deve rispondere a queste caratteristiche:
- colore: paglierino giallo più o meno intenso;
- odore: caratteristico e fragrante di Moscato;
- sapore: dolce, aromatico, caratteristico, talvolta vivace;
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol di cui svolto compreso nei limiti dal 4,5% vol al 6,5% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 15 g/l.
Il vino Moscato d’Asti DOCG “vendemmia tardiva” deve invece avere le seguenti caratteristiche:
- colore: giallo dorato;
- odore: fruttato, molto intenso, caratteristico dell’uva appassita con note speziate;
- sapore: dolce, armonico, vellutato con sentori di uva Moscato che ricorda il favo del miele;
- titolo alcolometrico volumico totale minimo: 14% vol di cui svolto almeno 11% vol;
- acidità totale minima: 4,5 g/l;
- estratto non riduttore minimo: 22 g/l.
I vitigni
La produzione del Moscato d’Asti DOCG può essere effettuata esclusivamente con il vitigno Moscato Bianco; com’è noto, esistono varie tipologie di Moscati, ma il Bianco è sicuramente uno dei più conosciuti e più antichi.

Il vitigno del Moscato d’Asti DOCG è molto antico e proviene dal Mediterraneo orientale, da dove fu diffuso probabilmente grazie ai commerci veneziani
Moscato d’Asti DOCG: gli abbinamenti e la temperatura di servizio
Il Moscato d’Asti DOCG è essenzialmente un vino da fine pasto che accompagna ottimamente quasi tutte le tipologie di dolci come, per esempio, dolci da forno, dolci a pasta lievitata, dessert piemontesi con panna, panettone milanese, pandoro di Verona, panna cotta e zabaione (viene però sconsigliato l’abbinamento con i dolci molto ricchi di cioccolato e con quelli in cui si fa un notevole utilizzo di agrumi).
Va peraltro detto che alcuni lo considerano una buona scelta anche accompagnare formaggi piccanti e alcuni tipi di salume.
Gli esperti consigliano di servirlo a una temperatura piuttosto fredda (dovrebbe essere compresa tra i 6 e gli 8 °C) inclinando leggermente la bottiglia in avanti prima di togliere il tappo.