Il Cirò è un vino rosso DOC che viene prodotto in provincia di Crotone, per l’esattezza nei territori comunali di Cirò e Cirò Marina e, in parte, nei territori di Melissa e Crucoli. In base al disciplinare di produzione, tutte le operazioni di vinificazione, nonché quelle di conservazione, di invecchiamento dei vini Cirò devono essere effettuate all’interno delle zone di produzione sopraccitate.
Questo è stato il primo vino calabrese a ottenere il riconoscimento della DOC (DPR del 4/6/1969); è un vino ben noto in Italia, ma apprezzato anche fuori dai confini nazionali; Hugh Johnson, il noto scrittore autore di svariate opere sul vino, lo ha definito, sul suo World Atlas of Wine (Atlante mondiale del vino), il Barolo del Sud.
Si tratta di un vino che si caratterizza per profumo fruttato e il suo sapore intenso ed equilibrato al tempo stesso.
Viene prodotto in tre tipologie: bianco, rosso e rosato. Le varianti sono numerose:
- Cirò bianco
- Cirò bianco classico
- Cirò rosato
- Cirò rosso
- Cirò rosso superiore
- Cirò rosso superiore riserva
- Cirò rosso classico
- Cirò rosso classico superiore
- Cirò rosso classico superiore riserva
Il Cirò ha una storia molto antica; viene fatta infatti risalire ai tempi degli sbarchi dei coloni greci sulle coste della Calabria; i greci, impressionati dalla notevole estensione dei terreni dedicati alla viticoltura, contribuirono con vitigni ellenici fra cui il Krimisa, vitigno che molti considerano come l’antenato dei vitigni utilizzati attualmente; altri vitigni introdotti furono il Gaglioppo e il Greco Bianco.
La storia del Cirò è comunque stata piuttosto tormentata; fra i vari momenti bui attraversati dalla produzione di questo vino, uno dei peggiori si verificò nel XIX secolo a causa della fillossera, parassita che mise a repentaglio la sopravvivenza dei vitigni di questo vino e non solo.

Con le sue diverse tipologie, il Cirò è un vino molto versatile che permette abbinamenti eterogenei
Vitigni
I vitigni che possono essere utilizzati per la produzione del vino Cirò sono tre: il Gaglioppo, il Greco Bianco e il Trebbiano Toscano.
Il Gaglioppo (noto anche come Magliocco o Mantonico Nero) è un vitigno a bacca rossa con grappoli di dimensioni medie e di forma conica; è diffuso non soltanto in Calabria, ma anche in altre regioni del nostro territorio nazionale. Il Gaglioppo è un vitigno caratterizzato da una notevole resistenza ed probabilmente per questo che si è adattato molto bene anche alle non sempre semplici condizioni pedoclimatiche del territorio calabrese.
Il Greco Bianco, originario della Tessaglia, una delle tredici periferie della Grecia, è un vitigno caratterizzato da acini piccoli e rotondeggianti ed è quello che conferisce al vino il sentore fruttato.
Il Trebbiano Toscano, facente parte della numerosa famiglia dei Trebbiani, è un vitigno a bacca bianca che conosce una buona diffusione a livello nazionale; viene utilizzato nella produzione di numerosi tipi di vino; lo caratterizzano una notevole adattabilità alle condizioni climatiche e ai vari tipi di terreno.
Il Cirò, nelle tipologie rosso e rosato, viene prodotto utilizzando uve che provengono in buona parte dal vitigno Gaglioppo (minimo 80%); possono concorrere alla produzione altre uve a bacca rossa previste dal disciplinare di produzione.
Nella tipologia bianco, la produzione deve essere effettuata utilizzando uve provenienti dal vitigno Greco Bianco (minimo 80%); possono concorrere alla produzione altre uve a bacca bianca previste dal disciplinare di produzione.
Le uve destinate alla vinificazione devono garantire un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di gradi 12 per i vini Cirò rosso e Cirò rosato e di gradi 10,5 per il vino Cirò bianco.
La resa massima delle uve in vino non deve superare il 70% per i vini Cirò DOC.
Nel caso in cui la resa uva/vino oltrepassi il limite del 70%, ma non quello del 75%, l’eccedenza non avrà il diritto a fregiarsi della DOC; se si supera il limite del 75% il diritto alla DOC decade per tutta la partita.
Il vino Cirò rosso può essere immesso al consumo dopo il primo giorno del mese di giugno dell’anno successivo all’annata di produzione delle uve.
I vini Cirò rosso superiore e Cirò rosso classico superiore che siano stati sottoposti a un invecchiamento non inferiore a due anni, possono riportare in etichetta la dicitura Riserva.
Il periodo di invecchiamento del vino decorre a partire dal primo giorno di gennaio successivo all’annata di produzione delle uve.
Il Cirò rosso e il Cirò rosato sono due vini dal colore rosso rubino più o meno intenso; il profumo è intensamente vinoso, ma allo stesso tempo piuttosto gradevole e delicato. Gli esperti li definiscono vini caldi, corposi e armonici, con la tendenza a diventare più vellutati man mano che l’invecchiamento procede.
Il Cirò bianco è un vino dal colore giallo paglierino che può essere più o meno intenso; il profumo è fruttato e decisamente vinoso. È un vino dal sapore secco, armonico e delicato.

Oltre al Cirò, nella provincia di Crotone vengono prodotti altri due vini DOC: il Melissa e il Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto
Cirò: gli accostamenti e la temperatura di servizio
Il Cirò rosso e rosato sono due vini che si prestano in modo ottimale all’accompagnamento di portate a base di carni rosse, arrosti e selvaggina; è ideale anche l’accostamento a carni alla brace e a quelle grigliate. Vanno benissimo con primi piatti dal condimento saporito, per esempio con sughi di carne o a base di insaccati. Per essere gustati al meglio, sia il vino rosso che quello rosato devono essere serviti a una temperatura compresa tra i 18 e i 22 °C al massimo.
Il Cirò bianco è invece un ottimo vino da aperitivo; deve essere servito a una temperatura di circa 12 °C. È ideale per accompagnare i piatti a base di pesce, siano essi antipasti, primi piatti o specialità al forno.
Bevi con moderazione: nella giornata il tuo indice alcolico non superi 3!