Il Brunello di Montalcino è un vino rosso DOCG fra i più noti a livello internazionale (non a caso nel 2006 la celeberrima e autorevole rivista Wine Spectator ha premiato con il primo posto il Brunello di Montalcino Casanova Neri Tenuta Nuova 2001).
Questo famosissimo vino rosso viene prodotto in Toscana, esclusivamente nel territorio di Montalcino, un comune in provincia di Siena (gli ettari a vigneto nel citato territorio sono 3.500; 2.200 sono coltivati a Brunello di Montalcino, mentre i restanti sono coltivati a Rosso di Montalcino, a Moscadello di Montalcino, a Sant’Antimo DOC e ad altre produzioni minori).
Il Brunello viene prodotto in quantità limitate ed è considerato un vino dall’eccezionale livello qualitativo. Insieme al Barolo, il notissimo vino piemontese, viene considerato il vino rosso italiano dalla maggiore longevità (in termini più grossolani, ma estremamente chiari: più invecchia e più migliora); in effetti non è impossibile trovare in commercio vini invecchiati per alcune decine di anni. Alcuni intenditori sostengono che i vini delle migliori annate possono arrivare al secolo di vita.
La comparsa ufficiale del Brunello di Montalcino risale alla metà del XIX secolo; fu un chimico e farmacista toscano, Clemente Santi, a operare una selezione del vitigno Sangiovese Grosso e a far nascere il Brunello.
Fino alla fine degli anni ’50 del XX secolo il Brunello di Montalcino è un vino conosciuto solo da una ristretta cerchia di veri intenditori; ma negli anni ’60, con il rilancio del settore agricolo e di quello vinicolo e grazie al varo della legge sulla DOC (riconoscimento attribuito al Brunello nel 1966), il vino senese inizia a farsi conoscere sempre di più, tant’è che nel 1980, gli viene conferita la DOCG, primo vino, insieme al Nobile di Montepulciano, a ottenere il prestigioso riconoscimento.
Adesso il Brunello è conosciutissimo anche all’estero; nel 2013 sono state prodotte 8,1 milioni di bottiglie, con una produzione in calo rispetto all’anno precedente, ma con una quota export in miglioramento (si è passati dal 65 al 67% sul totale).
Come nel caso di altri grandi vini rossi (per esempio l’Amarone della Valpolicella e il Barolo), anche il Brunello rientra nella categoria dei cosiddetti vini da meditazione.

Nella zona di produzione ci sono molti rivenditori dedicati esclusivamente al Brunello di Montalcino
Brunello di Montalcino: i vitigni
Il Brunello di Montalcino può essere prodotto soltanto utilizzando il vitigno Sangiovese (che a Montalcino viene rinominato Brunello); tutte le uve utilizzate devono provenire dal territorio comunale di Montalcino e in questa zona devono essere effettuate anche tutte le altre operazioni legate alla produzione del vino (vinificazione, affinamento, conservazione e imbottigliamento).
Il rigoroso disciplinare del Brunello di Montalcino fissa i limiti di resa per ettaro, il periodo di affinamento e, ovviamente, le caratteristiche del prodotto. Prima di poter essere commercializzato, il Brunello deve essere sottoposto all’esame di un’apposita commissione.
La resa massima dell’uva è stabilita in 80 quintali per ettaro, mentre la resa massima dell’uva in vino finito, pronto per il consumo, non deve superare il 68%. Nel caso in cui la resa dell’uva superi il limite del 68%, ma non il 75%, l’eccedenza non ha diritto alla DOCG; se si supera il 75%, il diritto alla DOCG decade per tutto il prodotto.
Il Brunello di Montalcino deve essere sottoposto a un periodo di affinamento, che deve avere una durata di almeno due anni, in contenitori di rovere di qualsiasi dimensione.
Il Brunello di Montalcino DOCG non può essere immesso al consumo prima del primo gennaio dell’anno successivo al termine di 5 anni calcolati considerando l’anno in cui è stata effettuata la vendemmia.
Nel caso in cui il Brunello di Montalcino DOCG venga immesso al consumo dopo il primo gennaio dell’anno successivo al termine di sei anni, calcolati considerato l’anno della vendemmia (fermo restando il limite minimo di affinamento citato in precedenza), può essere definito Riserva.
L’affinamento in bottiglia obbligatorio ha una durata di 4 mesi (6 mesi nel caso di vino con definizione Riserva).
Le bottiglie devono essere del tipo bordolese (tipologia di bottiglia caratterizzata da una forma slanciata e dal collo corto; deve il suo nome alla zona circostante la città francese di Bordeaux).
Il colore del Brunello di Montalcino è rosso rubino intenso tendente al granato (a causa dell’invecchiamento); l’odore è caratteristico e intenso con sentori fruttati e di vaniglia, ma anche di legno aromatico e di sottobosco; il sapore viene definito asciutto, caldo, robusto e armonico.
Il titolo alcolometrico minimo è di 12% vol., ma nel caso in cui venga specificata nell’etichetta la vigna di provenienza, la gradazione deve essere almeno di 12,5% vol. L’acidità totale minima deve essere di 5 grammi per litro (ovvero il 5 per mille); l’estratto secco netto non deve essere inferiore ai 24 grammi per litro.

Il Brunello di Montalcino deve essere servito in calici ampi per assaporarlo al meglio
Accostamenti e temperatura di servizio
Il Brunello di Montalcino è un vino perfetto per accompagnare le carni rosse e la selvaggina, sia quella di pelo che quella di penna. Viene ritenuto ideale il suo connubio con i formaggi saporiti a pasta dura (pecorino toscano, parmigiano reggiano e tome stagionate). Va benissimo con piatti a base di funghi e con quelli dal sapore tartufato. Vanno invece evitati gli abbinamenti con i piatti a base di pesce e quelli a base di carni bianche.
Il Brunello di Montalcino deve essere servito a temperatura ambiente, quindi nel range di temperatura tra i 18 e i 22 °C. Nel caso di vini molto invecchiati è consigliabile un certo periodo di riposo in una caraffa.
Bevi con moderazione: nella giornata il tuo indice alcolico non superi 3!