L’Amarone della Valpolicella è un vino rosso DOCG; è considerato fra i più pregiati vini rossi prodotti nella regione Veneto. Negli ultimi 15 anni, l’Amarone, vino molto corposo e dal caratteristico retrogusto amaro, è stato protagonista di una notevolissima ascesa commerciale; basti pensare che nel 1997 venivano vendute circa un milione e mezzo di bottiglie, mentre nel 2013 sono state vendute più di 13 milioni di bottiglie, la stessa quantità che sarà immessa sul mercato nel 2014. Peraltro l’Amarone è un vino piuttosto costoso (si va dai 30 euro circa a bottiglia nella grande distribuzione fino a oltrepassare i 200 euro nelle enoteche); questo perché le tecniche di lavorazione di questo vino richiedono tempi piuttosto lunghi e portano a una notevole riduzione delle rese di produzione.
L’Amarone, in base al disciplinare di produzione, può essere prodotto soltanto in provincia di Verona, per la precisione in 19 comuni della fascia collinare settentrionale, ovvero Dolcè, Verona, San Martino Buon Albergo, Lavagno, Mezzane, Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Cazzano di Tramigna, Grezzana, Pescantina, Cerro Veronese, San Mauro di Saline, Montecchia di Crosara, Marano, Negrar, Fumane, Sant’Ambrogio e San Pietro in Cariano; i vini prodotti negli ultimi 5 comuni di questa lista possono fregiarsi della specificazione “Classico”; questo perché sono i vini che hanno la tradizione più antica. I vini che vengono prodotti nella zona della Valpantena (una valle che parte da Verona e sale verso i Monti Lessini passando da Poiano, Quinto, Marzana e Grezzana) possono mettere sull’etichetta l’indicazione della provenienza geografica del prodotto (Valpantena).
L’Amarone ha una storia relativamente breve; gli inizi della produzione, infatti, risalgono ai primi anni del secolo scorso; dal punto di vista enologico la Valpolicella era stata fino a quel momento quasi esclusivamente rappresentata dal Recioto, un vino rosso passito DOCG, ma, in seguito, dai vitigni della zona furono prodotti vini dal gusto più secco e con un retrogusto lievemente amarognolo e ciò rappresentò l’inizio della storia dell’Amarone, vino all’inizio conosciuto solo localmente, ma che con il passare degli anni è diventato sempre più noto; la svolta commerciale iniziò nel 1968 con l’attribuzione della DOC; l’Amarone è stato poi riconosciuto come vino DOCG nel 2010.
L’Amarone è un vino dal colore rosso rubino piuttosto carico che, con il passare del tempo, tende ad assumere riflessi color arancio o mattone. Il profumo, alquanto accentuato, è speziato e persistente; si apprezzano sentori di ciliegia, noce, frutti di sottobosco, spezie e perfino cioccolato.
L’Amarone è un vino secco, piuttosto robusto e pieno, ma comunque equilibrato. Come detto, è tipico il suo retrogusto amarognolo. È un vino che viene apprezzato sia da giovane che invecchiato.
La gradazione alcolica minima dell’Amarone è di 14 gradi, ma i vini invecchiati possono arrivare a raggiungere tranquillamente i 16. L’estratto secco minimo deve avere un tenore del 22 per mille.
Vitigni
L’Amarone può essere prodotto utilizzando vari vitigni: il principale è il Corvina veronese (noto anche come Cruina o Corvina), utilizzabile in quantitativi che vanno dal 45 al 95%; il Corvina veronese può essere sostituito, nella misura massima del 50%, dal Corvinone; il Rondinella può partecipare alla produzione in quantitativi variabili dal 5 al 30%. Sono inoltre ammessi altri vitigni a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione nella provincia di Verona, fino a un massimo del 15% con un limite del 10% per singolo vitigno e, infine, altri vitigni classificati autoctoni italiani, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione nella provincia di Verona, per il 10% totale.
L’attuale disciplinare ha sostituito quello precedente che prevedeva un uvaggio prevalentemente costituito da uve Corvina (dal 40 al 70%), Rondinella (dal 20 al 40%) e Molinara (dal 5 al 25%).
Le tecniche di produzione dell’Amarone prevedono una raccolta da effettuarsi nel giusto periodo di maturazione delle uve che, solitamente, è compreso tra la fine del mese di settembre e l’inizio del mese di ottobre. Una volta effettuata la raccolta, si passa alla fase dell’appassimento; le uve vengono sistemate manualmente, mettendo i grappoli nel medesimo verso, su appositi supporti di legno o su graticci in bambù (il bambù viene scelto da molti produttori in quanto garantisce un ottimo assorbimento dell’umidità); man mano che il tempo passa si provvederà all’eliminazione di tutti gli acini ammuffiti e marci. Secondo il disciplinare, l’operazione di appassimento deve durare fino al gennaio dell’anno successivo a quello della raccolta (ma diversi produttori di Amarone, quando le uve lo consentano, scelgono di prolungare maggiormente l’appassimento per far sviluppare meglio determinati aromi).
La pigiatura viene quindi effettuata a gennaio; il mosto, particolarmente concentrato a causa del lungo periodo di appassimento delle uve, fermenta molto lentamente.
Una volta che la fermentazione è terminata, l’Amarone viene messo generalmente in grandi botti di rovere (da 80 a 100 ettolitri) per la stagionatura. Il tempo minimo che deve intercorrere fra vendemmia e commercializzazione è fissato in tre anni, ma moltissimi produttori lasciano il vino nelle botti per quattro o cinque anni a seconda delle annate. Una stagionatura più lunga dona all’Amarone un gusto più morbido e rotondo e per di più ne allunga la vita che può arrivare a superare i 30 anni.

L’Amarone della Valpolicella è un vino pregiato, il cui costo quindi è tendenzialmente elevati, a seconda delle etichette e delle annate si può andare dai 20 euro alle diverse centinaia a bottiglia
Amarone: gli accostamenti e la temperatura di servizio
L’Amarone è un vino che accompagna al meglio i piatti che tipicamente vengono cucinati nei periodi freddi, per esempio gli arrosti, i brasati, gli stracotti e gli spezzatini. È perfetto anche per accompagnare la selvaggina e il pollame così come i salumi e i formaggi stagionati.
Per quanto riguarda i primi piatti, l’Amarone è perfetto con pasta e fagioli, pappardelle con fegatini e, soprattutto, con il risotto all’Amarone, uno dei piatti più tipici della tradizione culinaria veronese.
Pur essendo un vino che accompagna benissimo molti piatti, l’Amarone viene anche considerato un eccellente “vino da meditazione” (i vini da meditazione sono quei vini che possono essere gustati anche da soli a fine pasto, in pieno relax).
L’Amarone dovrebbe essere preferibilmente servito a una temperatura compresa tra i 18 e i 20 °C.
Gli esperti consigliano di stappare la bottiglia almeno due ore prima di servirlo; se si tratta di un vino molto invecchiato è opportuno farlo decantare in caraffa.
Una curiosità letteraria: l’Amarone è il vino citato da Hannibal Lecter, il protagonista del libro “Il silenzio degli innocenti” (“… a big Amarone”). Nella versione cinematografica Hannibal gusta però un Chianti.
Bevi con moderazione: nella giornata il tuo indice alcolico non superi 3!
Ecco come Wikipedia tratta l’argomento Amarone.