Il termine cocktail indica una bevanda alcolica ottenuta miscelando diversi distillati e/o liquori con l’aggiunta di altri ingredienti quali, per esempio, lo zucchero, la frutta, il ghiaccio, spezie, aromi ecc. Questa parola però viene ormai utilizzata in modo molto estensivo e con essa si indicano anche bevande non alcoliche ottenute miscelando ingredienti diversi (cocktail analcolico).
Il termine cocktail risale al maggio del 1806, con esso si definiva “una bevanda stimolante, composta da diverse sostanze alcoliche alle quali vengono aggiunti zucchero, acqua e amaro“. La sua etimologia non è ancora stata chiarita con esattezza; probabilmente deriva dai due termini inglesi cock (gallo) e tail (coda); nel XV secolo infatti, nelle campagne inglesi, si beveva una bevanda multicolore ispirata ai colori della coda dei galli da combattimento.
Col tempo e con il successo dei mix di bevande, si è passati a varie tipologie di classificazione. La più comune è quella che suddivide queste bevande in base al momento del loro consumo; in base a tale classificazione si parla di cocktail:
- pre-dinner (aperitivi)
- after-dinner (da servirsi dopo cena, ma da non confondersi con i digestivi)
- per tutte le ore.
Si parla di short cocktail quando viene servito in coppette da cocktail; si parla di medium cocktail quando il drink viene servito nei tumbler bassi o in bicchieri old fashioned, mentre vengono definiti long drink quelli serviti in tumbler alti o comunque in bicchieri di notevole capacità.

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