In campo alimentare il trucco del senza è molto usato per confondere chi non ha una buona educazione alimentare.
Consiste nel propagandare l’assenza di un difetto, tacendone altri. In sostanza si tratta di una seminformazione: tacendo i difetti e diffondendo quello che non si ha, si tende a far credere al ricevente il messaggio che il prodotto sia di ottima qualità.
Gli esempi si sprecano. Il prosciutto ti vende che è senza polifosfati, peccato che contenga nitriti; analogamente la carne in scatola ti racconta che è senza glutammato oppure senza gelatina, ma anche lì i nitriti la fanno da padroni. Il biscotto ti racconta che è senza olio di palma, salvo il non dirti che usa comunque oli raffinati, equivalenti salutisticamente all’olio di palma. La merendina ti dice che il 30% di grassi in meno senza confessarti che ha le stesse calorie delle altre, con i grassi sostituiti dallo zucchero per conquistare chi è schiavo del gusto del dolce.
Addirittura a volte il trucco è usato per esaltare assenze che non sono difetti, ma che nella popolazione incominciano a essere percepiti come tali, sempre per scarsa educazione alimentare: senza glutine, senza lattosio ecc. Corretto specificare, ma perché enfatizzare come se il glutine e il lattosio fossero veleni?
Ovviamente non si può parlare di “trucco” se il prodotto non ha difetti evidenti oltre quello che nella pubblicità si dice essere stato evitato.

Nitriti e nitrati sono ampiamente utilizzati sia come conservanti per carni in scatola, prodotti a base di carne, insaccati, prosciutti, würstel nonché per migliorare il sapore e il colore del prodotto
Il trucco del con
Una variante del trucco del senza è quella del trucco del con. Si specifica un pregio che a un’analisi attenta si rivela essere marginale.
Come nel caso del trucco del senza, non è detto sia un comportamento sospetto da parte del produttore; lo diventa solo dopo l’accertamento che il vantaggio è minimo.
Per esempio “con olio extravergine d’oliva” è criticabile se l’olio extravergine è solo una percentuale minima della parte grassa, magari costituita da oli di seconda scelta e quindi non certo eccezionali.