Il tiabendazolo (noto anche con la sigla TBZ o con vari nomi commerciali quali Arbotect, Mintezol e Tresaderm) è un composto ciclico (per la precisione è un composto eterociclico aromatico) con formula bruta C10H7N3S; viene utilizzato in molti ambiti come fungicida, come antiparassitario e come additivo alimentare.
Come fungicida viene utilizzato per combattere le muffe e le patologie fungine di frutta (soprattutto quelle che colpiscono le arance) e verdura. In ambito agricolo lo si usa anche per prevenire una patologia fungina nota come grafiosi dell’olmo (l’agente causale è l’Ophiostoma ulmi), mentre in ambito medico è impiegato sia nel trattamento dell’aspergillosi (una micosi opportunistica che interessa l’apparato respiratorio) sia come agente chelante nella cura degli avvelenamenti da metalli come per esempio il saturnismo (avvelenamento da piombo), lo stibismo (avvelenamento da antimonio) e l’avvelenamento da mercurio.
Come agente antiparassitario, il tiabendazolo viene usato per combattere diversi parassiti che possono attaccare animali selvatici, bestiame e uomini.
In ambito veterinario si ricorre al tiabendazolo per trattare l’otite sia nei cani che nei gatti.
Il tiabendazolo come additivo alimentare (E233)
Il tiabendazolo, come accennato nel paragrafo iniziale, viene utilizzato anche in ambito alimentare in qualità di conservante; la sigla che lo identifica è E233.
Viste le sue azioni fungicida, antiparassitaria e antimuffa viene spruzzato sulla superfici di vari tipi di frutta (generalmente agrumi e banane); il trattamento della frutta con tiabendazolo permette di allunga notevolmente i tempi di conservazione e conseguentemente quelli della cosiddetta “shelf life” (la vita del prodotto sullo scaffale) di tale alimento.
L’E233 è sicuramente un ingrediente abbastanza “chiacchierato” in quanto, in determinate concentrazioni, risulta nocivo per la salute tant’è che il suo utilizzo come additivo alimentare non è consentito nei Paesi dell’Unione Europea, in Australia, in Nuova Zelanda e negli Stati Uniti.
Nel nostro Paese la situazione è piuttosto curiosa; in Italia, infatti, non è consentito utilizzare il tiabendazolo come additivo, ma è permessa la vendita di frutta e verdura importata da altri Paesi che trattano tali alimenti con l’E233.
Il tiabendazolo viene metabolizzato dal fegato ed eliminato per via renale; a basse concentrazioni non sembra avere particolari effetti tossici; la dose ADI (Acceptable Daily Intake) è di 0,1-0,3 mg per kg di peso corporeo.

Il tiabendazolo è usato come additivo soprattutto su arance e banane
Ad alte dosi l’E233 è fortemente tossico è può indurre danni a fegato e intestino. Fra i vari sintomi da intossicazione da tiabendazolo si ricordano nausea, vomito, diarrea, vertigini, mal di testa, mal di stomaco, febbre, stanchezza, problemi urinari, sonnolenza ecc.