Prima di parlare della nuova tabella IMC, una breve premessa. Nel 1998 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) descrisse lo stato della popolazione rispetto all’obesità con una tabella ormai diventata celeberrima. La tabella si rifaceva all’IMC del soggetto (peso in kg diviso per altezza in m al quadrato) e può essere semplificata come segue (in quella originaria si distinguono ulteriori tre classi di obesità):
Sottopeso | < 18,5 |
Normale | Da 18,5 a 24,9 |
Sovrappeso | Da 25 a 29,9 |
Obeso | Da 30 in su |
La tabella IMC è stata purtroppo presa come Vangelo da tutti gli studi che seguirono, senza che si proponessero alternative. Eppure, da più parti si è ormai visto che considerare normopeso un soggetto con IMC = 24,5 (per esempio un soggetto di 75 kg per 175 cm di altezza) è veramente ottimistico; per esempio, sono moltissime le ricerche che associano una maggiore longevità all’alimentazione ipocalorica e tale tipo di alimentazione porta necessariamente a un IMC inferiore a 22-23. La dieta italiana perciò ha fissato la regola:
(11) IMC non superiore a 23 (UOMINI) o a 21 (DONNE)
Tali dati sono stati desunti dall’analisi dei praticanti sport in modo costante e per lo meno a media intensità (vedasi l’articolo sul low-intensity training). I dati ufficiali comprendono anche i sedentari. Che senso ha, visto che le stesse fonti ufficiali condannano la sedentarietà?
Fra l’altro, un’incredibile dimenticanza della proposta OMS è la differenziazione fra uomo e donna. Vista la struttura corporea diversa, la diversa percentuale di grasso, il diverso quadro ormonale ecc. non è possibile unificare senza proporre una semplificazione inaccettabile che inficia ogni screening di massa. Infatti le ricerche che si basano sulla tabella OMS arrivano spesso a conclusioni assurde.
Se la proposta della dieta italiana è precisa dal punto di vista scientifico, perché non considera la eprcentuale di grasso corporeo? Perché è abbastanza difficile misurare la percentuale di grasso corporeo quando si analizzano centinaia o migliaia di soggetti.
Ci viene in aiuto il fatto che di individui magri e pesanti (muscolosi) ce ne sono molto pochi se si considera la popolazione nella sua globalità; spesso è il singolo soggetto che si reputa muscoloso, ma è smentito dalle misurazioni che dimostrano come il grasso si possa anche distribuire uniformemente nei muscoli gonfiandoli. Alcuni dati:
- su 68 runner maschi giudicati in sovrappeso con il solo IMC (IMC > 23), solo 2 sono risultati avere una percentuale di grasso inferiore al 12%.
- Su 48 frequentatori maschi di una palestra giudicati in sovrappeso con il solo IMC (IMC > 23), solo 4 sono risultati avere una percentuale di grasso inferiore al 12%.
- Su 61 sedentari maschi giudicati in sovrappeso con il solo IMC (IMC > 23), nessuno è risultato avere una percentuale di grasso inferiore al 12%.
Si può stimare che meno dell’1% della popolazione giudicata in sovrappeso con il solo IMC (IMC >23) sia effettivamente magra; tale piccola percentuale va ricercata nei praticanti “veri” di sport di forza e di potenza con età inferiore a 30-35 anni.

La semplice magrezza non è certo garanzia di salute, anzi. Se è ricercata come fine ultimo può creare gravi problemi.
La nuova tabella IMC
Appare pertanto ragionevole proporre per screening di massa una nuova tabella di magrezza:
Condizione | IMC uomo | IMC donna |
Sottopeso | < 19 | < 17 |
Normale | Da 19 a 23 | Da 17 a 21 |
Sovrappeso | Da 23 a 25 | Da 21 a 23 |
Sovrappeso grave | Da 25 a 30 | Da 23 a 28 |
Obesità | Da 30 in su | Da 28 in su |
Come leggere la nuova tabella IMC – Quando si cita un intervallo significa che la persona, a seconda delle sue caratteristiche individuali, si situerà nell’intervallo in un punto a piacere. Si commette un grave errore voler a tutti i costi scendere al livello minimo dell’intervallo. Per esempio ci sono donne che con IMC=17 stanno bene e altre che con tale IMC hanno episodi di amenorrea, stanchezza ecc. “Da 17 a 21” non vuole assolutamente dire che si è magri solo con IMC=17!!! Per capirci, un’analogia: si è promossi se si prendono voti da 6 a 10. Lo studente interpreta la cosa come “sono promosso solo se prendo 10”, non ci riesce e si suicida. Assurdo! Così una donna (uomo) che sta bene con IMC=21 (23) è magra(o), per la salute, che bisogno ha di scendere ancora?
La semplice magrezza non è certo garanzia di salute, anzi. Se è ricercata come fine ultimo può creare gravi problemi. Chi vuole confrontarsi personalmente con la tabella (che in generale è solo una proposta di statistica nella popolazione) deve considerare che avere un ottimo stile di vita non può prescindere dall’attività fisica. Se la persona non fa sport a medio-alta intensità non avrà una muscolatura ottimale e in genere il suo parametro di magrezza dovrebbe essere aumentato di 1 (uomini da 20 a 23, donne da 18 a 21)
TABELLA DI MAGREZZA – COMMENTI
Andrew Dillin e i suoi collaboratori, ricercatori del Salk Institute for Biological Studies di La Jolla (California), hanno identificato nel 2005 il gene che lega la restrizione calorica con la maggiore aspettativa di vita. Si tratta del gene che codifica la proteina Pha-4. Se inattivato, i vantaggi del mangiare poco sono azzerati; viceversa se è presente in quantità superiori alla norma, la vita si allunga. La ricerca è durata 72 anni, da quando si era scoperto che, nei topi e in altre specie animali, una riduzione delle calorie poteva allungare la vita anche del 40%.
Il commento – Sicuramente è una conferma diretta (le precedenti erano solo statistiche) del valore di un regime ipocalorico. Per la dieta italiana c’è anche altro. Infatti i ricercatori avevano iniziato la caccia al gene della longevità scandagliando le sequenze proteiche dell’insulina nel Caenorhabditis elegans, il verme più usato nei laboratori di tutto il mondo.
Un’ipotesi accantonata però da un collaboratore di Dillin. Questo dimostra che chi demonizza l’azione dell’insulina (Montignac, Sears ecc.) è fuori strada. Troppa insulina fa male perché troppa insulina significa troppe calorie, banale e semplice, in accordo alla regola della dieta italiana:
(1) … In un corpo forte il solo vincolo del sovrappeso limita praticamente ogni posizione salutisticamente errata.
Gli sviluppi – La parte negativa della ricerca è il presunto scenario futuro: mettere a punto farmaci in grado di imitare gli effetti della restrizione calorica “senza dover adottare un regime alimentare così restrittivo da essere sopportabile solo dagli asceti”. Francamente parlare di regime ascetico non fa altro che giustificare il sovrappeso nella popolazione. Ma la cosa grave è che un ricercatore sia così ottimista da sperare che un farmaco così potente da agire sul meccanismo della longevità non abbia pesanti effetti collaterali e che si possa preferire alla semplice e vecchia ricetta di “mangiare poco e fare tanta attività fisica”.
Come diventare Nauralmente obesi…
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che la zona del mondo ove l’obesità è più diffusa è il Pacifico meridionale. Addirittura a Nauru il 94% della popolazione è obeso.
Questi dati smontano clamorosamente le tesi di tutti coloro che affermano che per evitare il sovrappeso e l’obesità basti mangiare bene con cibi genuini e naturali.
In Polinesia il clima è da favola, le popolazioni si cibano di pesce e frutta, eppure tutti sono grassi. Il motivo è deducibile con un po’ di buon senso: il troppo benessere, l’assenza di stress, la disponibilità del cibo invita “naturalmente” alla pigrizia e alla sovralimentazione. Da notare infine che la pratica di attività sportive in queste regioni è molto limitata.
Il grave problema ha costretto l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivedere per la zona le sue tabelle di magrezza, avvicinandole a quelle della dieta italiana. In particolare il limite di normalità è sceso da 25 a 23 (per la dieta italiana è 22), ben due punti in meno del precedente.
Non sarebbe più logico adottare le nuove tabelle per tutto il mondo, prima che anche il 94% degli americani o degli italiani sia obeso?
I magri che si godono la vita (più lunga)
Molti lettori ci sottopongono articoli della stampa in cui si va controcorrente (scientificamente parlando) e si sostiene che “grasso è bello”. Il sovrappeso farebbe bene perché permette di godersi meglio la vita; per esempio la ricerca pubblicata su Archives of Internal Medicine dei ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston mostra che fra gli obesi la probabilità di suicido è del 42% minore che nei normopeso; l’errore razionale di chi conclude che quindi grasso è bello perché salva dalla depressione è di non vedere che il suicidio dipinge le persone estremamente tristi, non quelle felici! Si veda il grafico alla fine del primo commento dell’articolo sui numeri della felicità. La ricerca mostra come spesso medici che non hanno nessuna propensione per la razionalità continuino ad avvalersi impropriamente di strumenti statistici rudimentali, come le semplici correlazioni fra due grandezze, per cercare di capire ciò a cui non arrivano con lo studio sperimentale.
Questi articoli fanno parte di quella schiera di reazioni che i sovrappeso stanno mettendo in atto nella società per cercare di non sentirsi emarginati (curioso, visto che sono la maggioranza!). Meglio reagire che faticare e cambiare vita. Oltre ad articoli, non è difficile trovare servizi in cui giornalisti (spesso donne) promuovono come ideali di bellezza corpi femminili piuttosto formosi, “più” che mediterranei, oppure altri in cui si confonde la ricerca della magrezza con l’anoressia e si spinge a essere un po’ cicciotelli per evitare la terribile patologia.
Tutte queste posizioni hanno alla base errori razionali e si possono classificare come difese per risentimento. Infatti di solito citano casi in cui “essere magri è penalizzante”, dimenticando che si può essere magri (un plus) e godersi la vita alla grande (un secondo plus): magrezza e felicità non sono affatto incompatibili e sono la situazione migliore semplicemente perché la felicità dura più a lungo, visto che i magri vivono di più!
Contrariamente a quanto si racconta in questi articoli, chi è magro e positivo di solito ama molto il cibo, solo che adotta uno stile di vita (per esempio è molto sportivo) per cui amore del cibo e magrezza sono compatibili.
I (non) magri che sono invidiosi
Altre mail riguardano i commenti rivolti da chi magro non è a chi sta dimagrendo perché ha scelto un nuovo stile di vita. In genere questi commenti riguardano preoccupazioni più o meno interessate (“stai attento che dimagrisci troppo!”, “finirai per diventare anoressico/a!” ecc.). Come rispondere al bombardamento di consigli?
Innanzitutto occorre rispondere sempre con calma e con distacco, senza spazientirsi. In secondo luogo, occorre capire la reale motivazione; di solito, le principali sono due:
a) l’ignoranza. Questa motivazione è tipica di molte persone attempate che vivono ancora ai tempi della nonna in cui essere grassi era sintomo di floridezza economica e quindi di un alto tenore di vita e chi era magro e non povero era malato! In questo caso è necessario acculturare l’interlocutore facendogli presente che i magri vivono di più e che hanno una speranza di vita in buona salute maggiore perché evitano tante patologie invalidanti, che non è vero che i magri non sanno godersi la vita ecc.
b) L’invidia. Qui alla calma e al distacco si può aggiungere l’ironia con un semplice “ma non è che, sotto sotto, ti piacerebbe essere come me? Pensa, sono magro/a e mi godo la vita al massimo!”.