Il sucralosio è un dolcificante artificiale con caratteristiche organolettiche simili a quelle del saccarosio (il comune zucchero da cucina), ma presenta un potere edulcorante decisamente maggiore (circa 600 volte) e praticamente non apporta calorie. Viene commercializzato con il nome Splenda.
Il sucralosio (che viene identificato anche con la sigla E955) è un derivato del saccarosio; viene infatti prodotto sostituendo selettivamente tre dei gruppi idrossilici del comune zucchero da cucina con tre atomi di cloro.
La scoperta del sucralosio, fatta da due scienziati, Hough e Phadnis, in modo abbastanza casuale (come del resto è accaduto nel caso di altri dolcificanti artificiali), è relativamente recente; risale infatti al 1976.
Sono però passati diversi anni prima della sua approvazione come dolcificante; il primo Paese ad autorizzarne l’uso fu il Canada nel 1991; poi toccò all’Australia (1993), alla Nuova Zelanda (1996) e agli Stati Uniti (1998). In Europa è stato approvato soltanto nel 2004.
Utilizzi
Il sucralosio è uno dei dolcificanti artificiali più utilizzati a livello mondiale; viene usato sia per sostituire, oppure per affiancare, altri dolcificanti artificiali come, per esempio, l’acesulfame K o l’aspartame. È caratterizzato da una notevole stabilità; ciò ne facilita l’uso a livello culinario e infatti può, in moltissimi casi, sostituire completamente il saccarosio.
Per facilitarne l’uso in cucina, quando è in forma granulare, viene miscelato ad altri composti per fare in modo che possa sostituire il comune zucchero da cucina senza modificare le quantità presenti in ricetta. Non può però essere utilizzato per caramellare e risulta di non facile utilizzo nel caso di ricette che prevedono quantità di zucchero particolarmente elevate (una tazza, circa 280 ml). In questi casi è opportuno ricorrere a miscele di saccarosio e sucralosio se si vuole comunque ridurre le quantità del primo.
La gran parte del sucralosio che viene assunto non supera il tratto gastrointestinale e viene espulsa direttamente tramite le feci; una percentuale variabile (11-27% circa) viene assorbita e in gran parte successivamente rimossa dal circolo sanguigno tramite i reni e poi espulsa tramite le urine.

Il sucralosio (E955), un derivato del saccarosio, è anche denominato triclorosucrosio o triclorogalactosaccarosio
Il sucralosio fa male? È cancerogeno?
Gli studi sul sucralosio sono stati molti e sembra ragionevole affermare che si tratta di un prodotto sicuro. Il Comitato Scientifico sugli alimenti della Commissione Europea sul sucralosio ha espresso, nel 2000, il seguente parere: “Esistono prove adeguate [relativamente al sucralosio] che non esiste alcuna preoccupazione relativa a mutagenicità, cancerogenesi, sviluppo di tossicità riproduttiva”.
Anche l’FDA statunitense, basandosi sulla revisione dei dati di oltre 100 studi, lo considera sicuro per la salute umana e quindi ha dato la sua approvazione al consumo.
Alcuni dubbi sulla sua sicurezza sono stati sollevati alcuni anni fa (2012) dalla Fondazione Ramazzini di Bologna (fondazione che già abbiamo citato nel nostro articolo sull’aspartame che invitiamo caldamente a leggere); secondo la Fondazione Ramazzini il dolcificante in questione potrebbe indurre leucemie; lo studio è stato effettuato su un campione di 843 ratti ai quali ne sono state somministrate dosi variabili fino alla loro morte. Secondo Soffritti, il direttore dell’Istituto Ramazzini, maggiore è il consumo di sucralosio, maggiore è il rischio di leucemia.
In seguito allo studio italiano, il CSPI (Center for Science in the Public Interest) statunitense ha declassificato il sucralosio da safe (sicuro) a caution (da consumare con cautela). A onor del vero, comunque, i moltissimi studi effettuati sul dolcificante in questione sono di parere opposto. Nelle cavie esaminate non si sono osservati effetti avversi nemmeno nel caso di alti dosaggi. Non risulta alcun effetto sul metabolismo glicidico e nessuna influenza sui livelli glicemici in seguito all’assunzione di sucralosio, tant’è che è ritenuto adatto al consumo da parte dei soggetti affetti da diabete mellito.
Nel maggio 2017, comunque, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha ribadito che il sucralosio è un dolcificante sicuro e che il suo consumo non è correlato all’insorgenza di forme tumorali; “I dati disponibili non supportano le conclusioni degli autori”, ha concluso l’EFSA che ha rimarcato alcuni limiti della ricerca effettuata dalla Fondazione Ramazzini; secondo l’Autorità Europea, la metodologia che è stata scelta dai ricercatori non è convenzionale e ha condotto ha risultati non conclusivi, risultati che non sono in grado di dimostrare l’esistenza di una qualsiasi relazione di causa effetto fra l’assunzione del sucralosio e lo sviluppo di una forma tumorale; per di più, gli effetti che sono stati osservati sulle cavie di laboratorio non sono sovrapponibili a ciò che potrebbe verificarsi nell’essere umano.
Il Comitato Europeo ha fissato per il sucralosio una ADI (ovvero una dose giornaliera accettabile) pari a 15 mg per ogni kg di peso corporeo.