I pinoli (anche pinocchi, pignoli o pinoccoli, a seconda delle zone) sono i semi di varie specie di pino; nel continente europeo sono due le specie che producono semi abbastanza grandi da giustificare la loro coltivazione, uno è il pino domestico (Pinus pinea, noto anche come pino da pinoli), l’altro è il pino cembro (Pinus cembra), ma è il primo che produce la varietà migliore.
I pinoli si trovano tra le scaglie legnose delle pigne, i frutti del pino. Da 100 kg di pigne se ne ricavano circa 25 kg con il guscio dai quali si ricavano circa 7-8 kg di pinoli sgusciati. Le pigne vengono raccolte nel periodo che va dall’autunno alla primavera, vengono accatastate e lasciate essiccare al sole; il calore facilita l’estrazione di pinoli che poi vengono sgusciati, puliti, essiccati, selezionati e infine confezionati.
Conosciuti fin dai tempi antichi, erano ritenuti dei potenziatori di fertilità; i Greci, durante le feste propiziatorie delle fertilità, gettavano, insieme ad altri oggetti, le pigne chiuse (simboleggianti il membro maschile) all’interno di fosse scavate nella terra. Anche i latini ritenevano i pinoli potenti afrodisiaci; erano elogiati da Ovidio, il celebre poeta romano, che li citò in suo noto poema, l’Ars amatoria. Anche Plinio riteneva che i pinoli vincessero “la debolezza delle parti virili”. Molti secoli dopo, anche Avicenna (980-1037), uno scienziato e filosofo arabo, affermava che i pinoli erano in grado di migliorare le prestazioni sessuali.
La loro fama di potenti afrodisiaci non cessò nemmeno in seguito, secondo quanto affermava in alcuni suoi scritti il noto umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina (1421-1481).
I pinoli, comunque erano utilizzati anche in cucina; Apicio, noto gastronomo dell’antica Roma, li consigliava nella preparazione di carni, ripieni e salse.
Oggi vengono usati soprattutto per preparare ricette dolci (tipici esempi sono il castagnaccio o la pinoccata), ma sono anche uno degli ingredienti fondamentali del celeberrimo pesto alla genovese. Durante il periodo natalizio vengono proposti come frutto da tavola. Possono anche essere consumati al naturale come accompagnamento ad aperitivi e come antipasti.
Come si può notare dai valori nutrizionali riportati più avanti, i pinoli secchi sono un alimento particolarmente ricco di grassi (71,86%); notevole comunque il loro tenore proteico (14,39%); la quota percentuale di carboidrati è del 13,75%. 100 g di pinoli secchi contengono circa 141 mg di fitosteroli. Chi sta seguendo un regime ipocalorico dovrebbe usare attenzione al consumo di questi semi dal momento che 100 g apportano quasi 700 kcal.
INFO AL. (pinoli secchi) – Proteine: 13,69; grassi: 68,37; carboidrati: 13,08 (fibre: 3,7); ceneri: 2,59; acqua: 2,28; colesterolo: 0; sodio: 2; calorie: 673.

I pinoli (anche pinocchi, pignoli o pinoccoli, a seconda delle zone) sono i semi di varie specie di pino.
Olio di pinoli
Dai pinoli, tramite pressatura, può venire estratto un olio dal sapore molto delicato che viene consigliato dai naturopati come bevanda tonificante (dovrebbe aiutare a combattere la sindrome da stanchezza cronica e migliorare sia il rendimento fisico che quello psichico; altri lo consigliano come rimedio per la gastrite, l’emicrania e l’insonnia).