La noce moscata è una delle spezie più note in ambito culinario; è il seme di una pianta, la Myristica fragrans, originaria delle Isole Molucche (fu proprio la scoperta di queste isole da parte degli europei a dare inizio al suo commercio su vasta scala) e di alcune isole facenti parte della Nuova Guinea; la Myristica fragrans viene attualmente coltivata in diversi Paesi appartenenti alla fascia tropicale, ma la zona di maggiore produzione sono le Isole Banda, un gruppo di 10 piccole isole vulcaniche dell’arcipelago delle Molucche, che fino al XIX secolo erano praticamente l’unica zona produttiva di noce moscata e macis (anche mace o fiore della noce moscata) il rivestimento del seme dal quale si ricava un altro tipo di spezia il cui sapore è praticamente lo stesso di quello della noce moscata, ma è caratterizzato da una maggiore delicatezza; macis è anche un termine con il quale, erroneamente, talvolta viene chiamato l’albero della Myristica fragrans.
La pianta della noce moscata
L’albero dal quale si ricavano la noce moscata e il macis è una pianta sempreverde, alta dagli 8 ai 10 metri che fiorisce per tutto il corso dell’anno. Ha foglie ovali, appuntite e di colore verde molto scuro. Due o tre volte, nel corso di un anno, la Myristica fragrans produce molti frutti le cui dimensioni sono pressappoco quelle di piccole pesche; inizialmente sono verdi, ma poi, a maturazione avvenuta, sono di un color giallo intenso. Il frutto maturo tende ad aprirsi a metà mostrando la presenza di una noce che contiene un unico seme, inizialmente morbido, ma che ben presto si indurisce.
Gli alberi di Myristica fragrans amano terreni molti ricchi e dotati di ottimo drenaggio; prediligono le zone soleggiate e necessitano di una temperatura minima che superi i 10 °C; necessitano di irrigazioni regolari e di un clima piuttosto umido. La riproduzione può essere fatta sia per seme che per tale; bisogna considerare che i grossi semi germogliano molto facilmente, ma l’albero può impiegare anche 10 anni per maturare. Una volta che l’albero è maturo può produrre fino a 2.000 noci moscate all’anno per un periodo molto lungo (circa 70 anni).
La raccolta dei frutti può essere fatta a mano o con l’aiuto di una canna; una volta estratto il seme questo deve essere posto a essiccare.
Effetti allucinogeni
La noce moscata si è affermata in Europa all’inizio del XVI secolo e negli ambienti aristocratici l’utilizzo di questa spezia in ambito culinario e in ambito cosmetico divenne talmente diffuso che la sua commercializzazione fu motivo di vari scontri commerciali fra alcuni Stati europei. La spezia in questione è stata praticamente la causa della guerra fra la Compagnia Olandese delle Indie Orientali e la Compagnia Inglese delle Indie Orientali che volevano detenerne il monopolio su tutto il commercio europeo.
Nel XIX secolo, quando si riteneva che i cibi dal sapore e dall’odore piuttosto intenso fossero ottimi stimolanti erotici, la noce moscata divenne una delle sostanze afrodisiache più ricercate e si consigliava di spargerla sul collo o di metterne un po’ all’interno delle tasche.
Dal momento che un’ingestione eccessiva di noce moscata può avere marcati effetti allucinogeni e provocare convulsioni, agli inizi del XX secolo veniva definita come stupefacente dei poveri.
A seconda della sensibilità individuale, se si superano i 2-8 g di assunzione, possono aversi febbre, nausea, vomito, eccitazione nervosa fino a disturbi psichici anche gravi. Gli effetti allucinogeni sono dovuti alla miristicina e all’elemicina, composti con struttura simile alle amfetamine sintetiche, con effetti simili all’LSD.
La noce moscata in cucina
La noce moscata è una spezia molto utilizzata in ambito culinario; viene infatti indicata come ingredienti in vari tipi di preparazione: budini, creme, dolci, purea di patate e verdure lessate. In molti casi viene aggiunta ai ripieni a base di carne o a quelli a base di formaggio nonché agli spinaci per ravioli, tortellini o cannelloni.
La noce moscata può essere reperita sia in semi interi, che possono essere di color marrone scuro oppure bianchi (semi decolorati), sia macinata. Il nostro consiglio è quello di acquistare semi interi, conservarli in un barattolo dotato di chiusura ermetica e poi grattugiarli al momento della preparazione delle ricette che prevedono l’utilizzo di questa spezia.
La noce moscata in fitoterapia
La noce moscata è stata ritenuta a lungo un eccezionale rimedio fitoterapico tant’è che, agli inizi del XVIII secolo, veniva indicata come rimedio per moltissime patologie.
I semi della Mirystica fragrans contengono molto amido, sostanze lipidiche e olio essenziale. Quest’ultimo viene ricavato per distillazione; contiene terpene, alcoli e miristicina, una sostanza neurotossica. Le sostanze lipidiche vengono ricavate invece tramite spremitura a freddo; da esse si ottiene una sostanza nota come burro di noce moscata che contiene alte percentuali di miristina (un acido grasso derivata dall’acido miristico) e acidi grassi derivati dall’acido oleico e palmitico.
Fra le proprietà fitoterapiche attribuite ai prodotti della noce moscata vi sono quelle eupeptica (stimolante dell’appetito e favorente i processi digestivi attraverso l’incremento dei movimenti peristaltici), rubefacente e vasodilatatoria. Una proprietà misconosciuta della noce moscata è quella antivomito e può essere un valido aiuto per prevenire o attenuare le nausee da mal d’auto o da viaggio; se ingerita prima di intraprendere il viaggio, infatti, riesce spesso a evitare la comparsa del fastidioso sintomo.
La noce moscata non deve essere utilizzata dalle donne in stato interessante perché può avere effetti abortivi.