La melissa (Melissa officinalis) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Lamiacee. Ha fusto eretto e ramoso; può raggiungere un’altezza di 80 cm circa. Ha foglie ovali e pelose con margini dentati. I fiori sono piccoli, compaiono nel periodo che va da maggio ad agosto; inizialmente sono giallo-biancastri, in seguito diventano rosacei. Il nome della pianta, melissa, deriva dal termine greco mèlitta, ovvero ape da miele; la melissa infatti è considerata una delle piante mellifere per eccellenza.
Molti confondono la melissa con la citronella, nota anche con il nome di cedronella; le due erbe però appartengono a famiglie diverse.
Si tratta di una pianta originaria dell’Europa meridionale, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale, ma ormai è diffusa in tutto il mondo. Il suo habitat naturale sono i luoghi ombrosi e incolti, le siepi, i margini del bosco e i cigli delle strade. È possibile trovarla fino a mille metri di altezza.
La melissa in cucina
L’olio contenuto nelle foglie viene utilizzato per produrre liquori (il Grand Chartreuse, l’Acqua antisterica dei Padri Carmelitani Scalzi), mentre le foglie crude possono essere consumate in aggiunta a insalate o minestre.

Secondo la mitologia, il nome generico (dal greco antico: mélissa, ape) fa riferimento ad una ninfa che avrebbe inventato l’arte dell’apicoltura
Proprietà
Nel corso del decimo secolo gli arabi introdussero il consumo di melissa in Europa come pianta medicinale. Le parti della pianta che sono utilizzate a scopi fitoterapici sono le foglie e le sommità fiorite; può essere raccolta a partire dai primi mesi estivi fino all’autunno, anche se è consigliabile fare la raccolta nel momento in cui la pianta fiorisce perché è in questo periodo che si può riscontrare la massima concentrazione dell’olio essenziale. La pianta deve essere essiccata in luoghi ombrosi e ventilati.
I costituenti principali della droga estratta dalla pianta sono l’olio essenziale, i flavonoidi, i polifenoli e i triterpeni. La fitoterapia attribuisce alla pianta proprietà antispasmodiche, carminative, stomachiche, emmenagoghe e toniche.
Le indicazioni all’utilizzo di melissa sono numerose; purtroppo, come spesso accade quando si parla di rimedi fitoterapici, c’è una certa esagerazione sulle virtù di tali rimedi. Indicarla come supporto a terapie effettuate per il trattamento del morbo di Alzheimer lascia molto perplessi, così come quando la si suggerisce per trattare herpes simplex, esaurimento nervoso e blande forme di depressione.
Altre indicazioni sono l’ansia, la dispepsia, l’insonnia e le tachicardie associate a meteorismo. Spesso, quando viene prescritta per trattare i problemi digestivi legati a stati ansiosi, viene combinata con la camomilla comune.
Controindicazioni
L’utilizzo di melissa deve essere valutato con attenzione in soggetti affetti da ipotiroidismo; alcuni studi mostrano che essa interferisce con la tireotropina (TSH), l’ormone stiomolante la tiroide. L’olio essenziale di melissa può avere effetti tossici; è controindicato in coloro che sono affetti da glaucoma e da ipertrofia prostatica benigna e può esacerbare le dermatiti allergiche e le allergie respiratorie se non lo si utilizza con la corretta diluizione.
L’uso topico di olio essenziale richiede una certa cautela in bambini molto piccoli (età inferiore ai due anni), nei soggetti ipersensibili e in coloro che sono affetti da patologie cutanee. L’uso prolungato di melissa non è consigliato.