I chiodi di garofano sono i boccioli essiccati di una pianta sempreverde, l’Eugenia caryophyllata (anche Syzygium aromaticum), appartenente alla famiglia delle Mirtacee ed originaria delle Molucche.
I chiodi di garofano devono il loro curioso nome al fatto che una volta che sono essiccati, i boccioli della pianta hanno una certa somiglianza con i chiodi e il loro odore ricorda quello del garofano comune.
I chiodi di garofano hanno un odore molto intenso e aromatico; il sapore dell’olio essenziale è decisamente pungente e molto speziato. L’olio che viene ricavato dai boccioli è di colore giallo chiaro, a differenza di quello ricavato dalle foglie che tende al marrone scuro; l’olio può essere estratto anche dai rami e anch’esso ha una colorazione giallastra.
In ambito culinario i chiodi di garofano sono utilizzati variamente: per aromatizzare la frutta cotta, i dolci (per esempio il pampepato, il pandolce e i mustaccioli), le salse, i vini (tipico esempio è il vin brulé), i liquori, gli infusi, gli arrosti, gli stufati e alcune pietanze a base di selvaggina.
I chiodi di garofano sono una delle spezie facenti parte del garam masala, il noto mix di spezie tipico della cucina indiana e di quella pakistana.

Chiodi di garofano
Chiodi di garofano e vin brulé
Il vin brulé (anche vin chaud in francese o mulled wine in inglese) è una bevanda calda a base di vino rosso, zucchero e spezie che nel nostro Paese viene consumata soprattutto nel Nord Italia, in particolar modo nel periodo dell’Avvento (il tempo liturgico che, in molti riti cristiani, precede il Natale ed è preparatorio allo stesso). La sua preparazione è piuttosto semplice e veloce. Occorrono un litro di vino rosso ben corposo, otto chiodi di garofano, mezza noce moscata grattugiata al momento, due stecche di cannella, un limone, un anice stellato, 200 g di zucchero e un’arancia.
La preparazione della bevanda inizia tagliando sottilmente le scorze del limone e dell’arancia (si deve fare attenzione a non prendere anche l’albedo, ovvero la parte bianca della buccia che renderebbe eccessivamente amara la bevanda); a questo punto, si versano i 200 g di zucchero, le scorze dei due agrumi, le spezie e il vino rosso in una pentola di acciaio dai bordi non eccessivamente alti. A questo punto si mette il recipiente sul fuoco e lentamente si porta il liquido a ebollizione facendolo bollire per circa 5 minuti e mescolando il tutto fino a che lo zucchero non si è completamente sciolto. Appena terminata questa operazione, si avvicina una fiamma alla superficie del liquido; l’alcol si infiammerà e lo si lascerà bruciare finché il fuoco non si spegnerà spontaneamente. Non appena il fuoco sarà completamente spento, si dovrà filtrare il vin brulé con un colino a maglie molto fitte e poi lo si servirà quando è ancora ben caldo.
Proprietà e benefici
Oltreché in ambito culinario, i chiodi di garofano sono utilizzati anche nel settore della fitoterapia. Della pianta si usano i bottoni fiorali e le foglie. I costituenti principali sono olio essenziale (per il 75-90% circa costituito da eugenolo, un olio utilizzato anche in ambito cosmetico e in ambito medico come antisettico e anestetico), tannini, flavonoidi e polifenoli; tra questi, è rilevante (circa il 10%) anche il contenuto di beta cariofillene (un terpene aromatico contenuto anche nella cannabis). In Cina e in India, tradizionalmente, i chiodi di garofano sono utilizzati da secoli per le loro proprietà antisettiche, antifermentative, antispasmodiche, analgesiche, anestetiche, toniche e stimolanti.Ai chiodi di garofano sono attribuite molte proprietà:
- antiinfettiva: si riconosce una buona capacità di contrastare infezioni di batteri e virus, grazie alla presenza di eugenolo.
- antimicotica: test in laboratorio hanno evidenziato una buona attività antifungina, mostrando di essere in grado di danneggiare, ma non di uccidere (potere fungistatico) molti funghi patogeni.
- Antiinfiammatoria e antidolorifica: in particolare i chiodi di garofano sono efficaci nel contrastare gonfiore e rossore, specie delle mucose.
- Di contrasto ai radicali liberi: alcune fonti citano anche una possibile azione protettiva contro i danni da radicali liberi, legata sia all’olio essenziale sia ai polifenoli.
Le principali indicazioni terapeutiche sono pertanto:
- infezioni acute delle prima vie aeree,
- infezioni da funghi cutanee e delle mucose
- infezioni della bocca e dei denti
Chiodi di garofano e mal di denti
Uno degli utilizzi più conosciuti dei chiodi di garofano è contro il mal di denti. Nella medicina popolare e nelle antiche tradizioni cinesi e indiane, è tipico l’uso di inserire un chiodo di garofano nella cavità delle carie per lenire il mal di denti. Nella medicina moderna l’eugenolo è assai utilizzato in odontoiatria per le sue azioni anti-infettiva e antidolorifica.
All’olio essenziale si riconosce, come detto, un certo potere antisettico e anestetico, e lo si consiglia talvolta per preparare soluzioni alcoliche per effettuare gargarismi.
Controindicazioni
L’utilizzo orale dell’olio essenziale è controindicato a coloro che soffrono di ulcera peptica, e va usato con prudenza negli epatopatici perché può provocare la riduzione dei livelli epatici di glutatione, una sostanza ad azione antiossidante protettiva del fegato. L’olio essenziale di chiodi di garofano è inoltre sconsigliato alle donne in stato interessante, durante l’allattamento e ai bambini al di sotto dei dodici anni d’età. Le preparazioni per uso esterno sono invece controindicate in caso di dermatite.
Occorre anche una certa cautela nell’utilizzo dell’olio essenziale da parte di coloro che stanno assumendo farmaci ad azione gastrolesiva.
Effetti collaterali possono essere sensibilizzazione a livello cutaneo, Per quanto riguarda l’interazione con i farmaci, l’olio di essenziale può potenziare l’effetto di barbiturici, perché ne ostacola l’eliminazione da parte del fegato.