Il resveratrolo è una sostanza che ha attirato molto interesse tra i ricercatori che si occupano di integratori per la prevenzione di patologie o per rallentare l’invecchiamento. Dal momento che si tratta di una sostanza che si può trovare nel vino, molte ricerche “favorevoli” sono state citate dagli amanti di questa bevanda. Periodicamente capita di assistere a servizi di telegiornali e di leggere articoli su riviste di ampia diffusione che tessono gli elogi di un consumo costante di vino; pensare di contrastare l’infarto o l’invecchiamento bevendo vino è però una grande illusione. Per comprendere perché, occorre capire innanzi tutto cos’è il resveratrolo e a cosa può servire.
Cos’è il resveratrolo
Il resveratrolo appartiene alla famiglia di composti polifenolici ed è presente negli acini dell’uva, nel vino, in alcune bacche e semi oleosi (arachide) e in particolari piante. Per esempio, nella medicina tradizionale asiatica si utilizza la pianta Polygonum cuspidatum, particolarmente ricca di resveratrolo, per curare i disturbi al cuore e al fegato. Nell’uva è contenuto solo nella buccia, mentre il contenuto nel vino dipende dalla pianta della vite, dalla locazione geografica di coltivazione e dal tempo di fermentazione. Come conseguenza, il contenuto di resveratrolo dipende dal tipo di vino ed è maggiore nel vino rosso che in quello bianco o rosato.
L’azione del resveratrolo
Le attività biologiche di questa sostanza sono diverse. Come sostanza antinvecchiamento, il resveratrolo è considerato un antiossidante, è attivo contro alcuni radicali liberi e impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. Questo primo effetto è quindi la motivazione di chi sostiene la sua efficacia contro l’invecchiamento e nella riduzione del rischio cardiovascolare, calcolato basandosi sui valori di colesterolo. Tuttavia gli effetti antiossidanti sono stati osservati in vitro, e non in vivo, quindi non si hanno conferme sulla sua utilità nell’organismo umano.
L’analogia della struttura chimica del resveratrolo con quella di un potente estrogeno sintetico ha suggerito la possibilità che il resveratrolo possa funzionare come antagonista dell’attività ormonale, in particolare nell’impedire l’assorbimento di estrogeni. Dal momento che questi complessi meccanismi sono coinvolti anche nella crescita delle cellule tumorali (per esempio in quelle del cancro al seno), alcune ricerche cercano di capire come sfruttare il resveratrolo come possibile integratore dalla funzione antitumorale.
Tuttavia le ricerche sono discordanti, in quanto hanno raggiunto conclusioni opposte sul fatto che il resveratrolo possa essere un agonista o un antagonista della ricezione di ormoni estrogeni [1]. Il resveratrolo è stato studiato anche per la possibilità di impedire la trasformazione di alcune sostanze in sostanze cancerogene [2]. Tale effetto però è stato osservato solo in culture di cellule. Alcune ricerche hanno mostrato inoltre che, aggiungendo resveratrolo a culture di cellule tumorali, la loro crescita è risultata rallentata, come pure la loro capacità di autoalimentarsi tramite l’attività di angiogenesi (creazione di nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore) [3]. Comunque sia, l’ipotesi di sostanza antitumorale è, basandosi sulle ricerche attuali, da considerarsi azzardata.
L’effetto antinfiammatorio sarebbe invece supportato dalle capacità del resveratrolo di inibire alcune reazioni, come la ciclo-ossigenasi, esattamente come fanno i più classici antinfiammatori. Anche questo effetto però è stato osservato solo in vitro [4].

Cibi ricchi di resveratrolo
Reale efficacia del resveratrolo
Come visto al punto precedente, la maggior parte dei benefici ipoteticamente derivanti dall’assunzione del resveratrolo è stata verificata, non sempre in modo concordante da tutte le ricerche effettuate, solo per culture in vitro e non sull’organismo umano. Tuttavia, le ragioni che mettono seriamente in dubbio l’utilità del resveratrolo sono ancora più semplici: i dosaggi e la biodisponibilità.
Tutti gli esperimenti condotti riguardavano dosaggi molto elevati; le cavie di laboratorio sono state alimentate con dosi di 300 mg/kg! Perché il resveratrolo possa avere effetto, deve avere una concentrazione nel sangue consigliata di almeno 10 mg/l (Yu e al., 2003). In altri termini devono circolarne nel nostro corpo circa 50 mg. La buccia dell’acino di uva rossa contiene circa 50-100 microgrammi di resveratrolo/grammo di peso secco e la sua concentrazione nel vino rosso è dell’ordine di 0,3-0,5 mg/l. Un individuo di 70 kg, per assumere le stesse dosi testate in laboratorio, dovrebbe mangiare 3-6 kg di buccia di acini di uva al giorno!
La biodisponibilità invece indica la capacità del corpo umano di assorbire una sostanza: la biodisponibilità del resveratrolo è bassissima, in quanto viene metabolizzato molto velocemente. Una dose di 25 mg lascia tracce di concentrazione nel plasma trascurabili e dopo 30-60 minuti circa i valori di picco sono circa 10-100 volte inferiori alle dosi utilizzate negli esperimenti in laboratorio! [5].
Vino e resveratrolo
I produttori di vino e gli esaltatori della dieta mediterranea pongono l’accento sui benefici del consumo di vino come sorgente primaria di resveratrolo. Tuttavia, anche in questo caso, il fallimento quantitativo è evidente. Anche considerando una dose ben lontana da quelle testate in laboratorio, per esempio 50 mg al giorno (indipendentemente dal peso del soggetto), occorrerebbe bere parecchi litri di vino, come evidenziato in questa tabella:
Vino | Massimo contenuto di resveratrolo totale (mg/litro) [6] | Dose giornaliera di vino (in litri) equivalente a 50 mg di resveratrolo |
Vino bianco | 1,8 | 27,7 |
Vino rosato | 3,5 | 14,2 |
Vino rosso | 12,5 | 4 |
Succo d’uva rossa | 8,7 | 5,7 |
Da questi dati appare evidente come sia impossibile pensare di assumere una dose minima di resveratrolo tramite il vino, anche se gli effetti antitumorali, antinvecchiamento e per la prevenzione di patologie cardiache fossero confermati anche sull’organismo umano. Quattro litri di vino al giorno sono sufficienti per distruggere anche il fegato più resistente!
Controindicazioni ed effetti collaterali
Dosi molto elevate di resveratrolo provocano problemi gastointestinali, nausea, diarrea e dolori addominali. Poiché inibisce l’aggregazione piastrinica, dosi elevate potrebbero interferire con l’azione di anticoagulanti e altri farmaci come gli antinfiammatori.
Il resveratrolo interferisce con l’azione del citocromo P450, un gruppo di enzimi responsabile del metabolismo di un gran numero di farmaci.
Bibliografia
[1] Bowers JL, Tyulmenkov VV, Jernigan SC, Klinge CM. Resveratrol acts as a mixed agonist/antagonist for estrogen receptors alpha and beta. Endocrinology.141(10):3657-3667, 2000.
[2] Chen ZH, Hurh YJ, Na HK, et al. Resveratrol inhibits TCDD-induced expression of CYP1A1 and CYP1B1 and catechol estrogen-mediated oxidative DNA damage in cultured human mammary epithelial cells. Carcinogenesis;25(10):2005-2013, 2004.
[3] Lin MT, Yen ML, Lin CY, Kuo ML. Inhibition of vascular endothelial growth factor-induced angiogenesis by resveratrol through interruption of Src-dependent vascular endothelial cadherin tyrosine phosphorylation. Mol Pharmacol;64(5):1029-1036, 2003.
[4] Donnelly LE, Newton R, Kennedy GE, et al. Anti-inflammatory effects of resveratrol in lung epithelial cells: molecular mechanisms. Am J Physiol Lung Cell Mol Physiol. 287(4):L774-783, 2004.
[5] Gescher AJ, Steward WP. Relationship between mechanisms, bioavailibility, and preclinical chemopreventive efficacy of resveratrol: a conundrum. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev;12(10):953-957, 2003.
[6] Moreno-Labanda JF, Mallavia R, Perez-Fons L, Lizama V, Saura D, Micol V. Determination of piceid and resveratrol in Spanish wines deriving from Monastrell (Vitis vinifera L.) grape variety. J Agric Food Chem;52(17):5396-5403, 2004.