Yakult è un prodotto della Yakult Honsha Co., Ltd, un’azienda giapponese.
Come ricordato nell’articolo sui probiotici, agli inizi del secolo scorso, il biologo russo Elie Metchnikoff (premio Nobel per la medicina nel 1908 insieme a Paul Ehrlich) propose la tesi che la longevità dei pastori bulgari e caucasici (cioè la frazione della popolazione che arrivava a cento anni) dipendesse dal consumo massiccio di yogurt. Le conclusioni di Metchnikoff erano alquanto ottimistiche, ma, grazie a esse, la comunità scientifica internazionale cominciò a interessarsi dei batteri nello yogurt, i cosiddetti fermenti lattici.
Anche il dott. Minoru Shirota (1899-1982), un microbiologo giapponese, iniziò, a partire dagli anni Venti, le sue ricerche in questo settore, convinto com’era che i fermenti lattici presenti nello yogurt ponessero le basi fondamentali per una vita lunga e sana. Queste ricerche lo avrebbero portato, nel 1930, alla scoperta di un fermento probiotico che isolò selezionandone poi il ceppo batterico più resistente. Oggi, questo particolare fermento probiotico porta il nome del suo scopritore, viene infatti chiamato Lactobacillus casei Shirota.
Il passo successivo di Shirota fu la creazione di una bevanda a base di latte scremato fermentato; Shirota riteneva infatti che il consumo quotidiano di tale bevanda fosse il modo più efficace per far sì che il fermento da lui scoperto potesse arrivare vivo e attivo nell’intestino mantenendo quest’ultimo sano ed efficiente. Shirota chiamò questa bevanda Yakult, una storpiatura di un termine esperanto (Jakurt e non Yahurto, come figura nel sito italiano del produttore: in esperanto la lettera Y non esiste e la J è una semivocale che si pronuncia come una i breve), il cui significato è yogurt.
All’inizio, la diffusione della bevanda fu piuttosto limitata, ma le cose iniziarono a cambiare a partire dal 1955, anno in cui il microbiologo nipponico fondò, nella capitale giapponese, la Yakult Honsha Co. Ltd. Quasi contemporaneamente, Shirota fondò anche lo Yakult Central Institute for Microbiological Research, Istituto Centrale di Ricerca Microbiologica di Yakult, il “cuore” dell’azienda, un centro nel quale, a tutt’oggi, sono impiegati circa 200 scienziati.
Oggi l’azienda, operante in tre divisioni (Alimenti e nutrizione, Cosmetici, Prodotti farmaceutici) è una multinazionale di notevoli dimensioni essendo presente in 33 nazioni e impiegando circa 33.000 dipendenti. La sua presenza in Europa risale al 1994, ma in Italia è giunta solo nell’anno 2007.
La mission aziendale – La mission dichiarata di Yakult è “Working on a Healty Society”, ovvero “Lavoriamo per una società sana”. L’impegno di Yakult, secondo le dichiarazioni dell’azienda, è basato su tre pilastri:
- la promozione di un corretto stile di vita ed un’alimentazione sana;
- la salute dell’intestino, per una vita più lunga e più sana;
- la volontà di contribuire alla salute e al benessere delle persone in tutto il mondo.
Intenzioni certamente più che lodevoli, ma, come vedremo più avanti, non è tutto oro quello che luccica.
La bevanda – Yakult è una bevanda a base di latte scremato fermentato contenente il sopracitato fermento probiotico Lactobacillus casei Shirota (LcS). Le informazioni nutrizionali per 100 ml (66 kcal), reperite sul sito aziendale, sono le seguenti:
Carboidrati 14,7 g; Grassi <0,1 g; Proteine 1,3 g; Sodio 0,02 g. Fibre assenti.
Secondo le indicazioni aziendali, Yakult dovrebbe essere consumato quotidianamente per “favorire, giorno dopo giorno, la salute dell’intestino“.

Yakult nella versione classica e light
La valutazione – Venendo alla valutazione, dopo la lettura della storia aziendale, si potrebbe pensare a un prodotto notevole; purtroppo ragioni commerciali ne penalizzano la classificazione, un difetto abbastanza comune negli yogurt da bere.
Incomprensibilmente, visto che dovrebbe essere un prodotto salutistico, è ipercalorico, a causa della presenza di fruttosio e di sciroppo di glucosio (non sapremo mai se il banale zucchero è stato evitato solo per paura che chi lo demonizza si allontanasse dal prodotto, mentre ora magari lo apprezza, senza accorgersi che anche lo sciroppo di glucosio ha un alto indice glicemico).
La cosa più incomprensibile, visto che non contiene frutta, è però la presenza di aromi.
Ci voleva così poco a farne un prodotto VIP…
Per completezza, esiste anche una versione light che ha il 37% in meno circa di calorie (41 kcal) e ha come dolcificanti (oltre a fruttosio e sciroppo di glucosio), sciroppo di maltitolo e sucralosio.
La versione plus (46 kcal), invece, contiene anche fibre e vitamina C.
Valutazione (da 1 a 5 stelle):