I semifreddi preparati industrialmente sono una buona alternativa estiva ai gelati e ai dolci da forno come le torte. Si tratta di un felice connubio tra il gelato e la base classica delle torte lievitate in forno. Anche dal punto di vista nutrizionale il semifreddo è a metà strada, con una maggiore presenza di proteine rispetto alle torte lievitate (il latte è quasi sempre presente in maggiore quantità) e un minor apporto calorico; infatti, la componente solida è generalmente un sottile strato di pan di Spagna, oppure meringa, in percentuali limitate rispetto all’intero prodotto. Inoltre i semifreddi sono più sazianti del semplice gelato (grazie alla componente “solida”), anche se ugualmente appetibili (per la componente “fredda”).
La scelta di un buon semifreddo può costituire quindi una chiara alternativa per identificare un prodotto meno calorico del classico dolce e più appetibile durante la stagione calda. Inoltre si tratta di una tipologia di prodotto per cui non esistono molte alternative, se non il pasticciere o la gelateria di fiducia (che però generalmente non danno informazioni sugli ingredienti e men che meno sull’apporto calorico). A questo proposito è da rilevare come nella gelateria artigianale si sia diffuso l’uso di prodotti molto dubbi per alzare i margini di guadagno. Un buon metodo consiste nello scegliere quegli esercizi artigianali che espongono gli ingredienti utilizzati.
A differenza delle torte da forno lievitate, la preparazione fatta in casa di semifreddi richiede doti culinarie notevoli e quindi la scelta del prodotto industriale (con ingredienti genuini e chiare indicazioni nutrizionali) può essere l’unica alternativa. Purtroppo la situazione è molto deludente.
Nel valutare la scelta di semifreddi occorre considerare due aspetti: genuinità degli ingredienti e apporto calorico.
La genuinità degli ingredienti – Per questa tipologia di prodotto, gli elementi critici sono in comune con i gelati e i prodotti da forno: oli o grassi vegetali di seconda scelta, impiego di additivi (addensanti, stabilizzanti), il più delle volte per amalgamare gli ingredienti e dare maggiore cremosità. A sfavore di molte proposte commerciali purtroppo è la constatazione che nei semifreddi la componente dei grassi è spesso costituita da grassi idrogenati. Anche i coloranti sono molto comuni (nei decori dei semifreddi, nelle farciture o nelle glassature).
L’apporto calorico – Il semifreddo, collocandosi a metà strada tra una torta e un gelato, dovrebbe avere un apporto energetico leggermente superiore a quello dei gelati, ma decisamente inferiore ai prodotti da forno. Considerando poi che il consumo di semifreddi può essere… incoraggiato dalle alte temperature estive, generalmente si consumano porzioni più abbondanti di prodotto rispetto alle classiche torte. Per questo motivo un limite ragionevole dovrebbe essere 240 kcal/100 g, limite che identifica la classe di prodotti ipocalorici. Salendo si può arrivare a 300 kcal al massimo, al di sopra delle quali il semifreddo diventa comparabile a prodotti da forno e dolci.
Cosa ne pensa la dieta italiana
La dieta italiana esclude prodotti contenenti margarina, grassi idrogenati o additivi sospetti (addensanti, coloranti). L’impiego di oli o grassi vegetali di seconda scelta (palma, cocco, girasole, da evitare l’olio di colza) è un elemento che diminuisce la valutazione della genuinità del prodotto. Dovendo seguire una dieta ipocalorica, si sconsigliano i prodotti con apporto energetico superiore a 240 kcal/100 g.

Attenzione anche ai preparati per semifreddi: le proposte sono assimilabili a quelli già pronti come ingredienti
Semifreddi: il mercato
Rischio salutistico della categoria: alto.
Il panorama che ci offre il mercato relativo alla categoria dei semifreddi è abbastanza deludente: si salvano veramente pochissime proposte, sia in termini di qualità sia in termini di apporto calorico controllato. La motivazione principale è che manca completamente il concetto di genuinità degli ingredienti, dal momento che la quasi totalità dei prodotti presi in considerazione è gravata dalla presenza di oli o grassi vegetali di seconda scelta, spesso idrogenati. Trovare un semifreddo industriale con solo burro, panna e latte è veramente difficile.