I secondi piatti surgelati, analogamente a quanto detto per i primi piatti, possono essere di valido aiuto per una cucina moderna, variata e gustosa. A differenza dei primi, ove spesso non è facile cucinare il piatto al dente (specie se si tratta della pasta), i secondi di carne o pesce, in alcuni casi, si prestano meglio alla preparazione, dopo il surgelamento, anche nel forno a microonde. Per giudicare la bontà di un secondo surgelato pronto, la dieta italiana consiglia di valutare le seguenti caratteristiche: apporto calorico, modalità di preparazione e ingredienti.
Apporto calorico – Non è facile fare un discorso unico a prescindere dal piatto (carne o pesce) e dal contorno (patate, funghi…). Tuttavia, considerando che una porzione media è tipicamente attorno ai 250-300 g di prodotto surgelato, la dieta italiana considera ipocalorici i secondi piatti pronti con valore energetico inferiore a 120 kcal per 100 g di prodotto pesato surgelato (cioè versato dalla busta).
Modalità di preparazione – Per i secondi piatti surgelati valgono le stesse indicazioni già suggerite per i primi piatti. Se nelle istruzioni di preparazione si legge di versare olio o fiocchi di burro nella padella prima di aggiungere il prodotto surgelato, si snatura completamente la filosofia dei piatti pronti (se nel piatto pronto compaiono già i grassi, perché doverne aggiungere?), sale notevolmente l’apporto energetico ed è lecito porsi qualche dubbio sulla reale qualità del prodotto. Nulla vieta di non seguire il consiglio di aggiungere olio o burro, ma è sicuramente da penalizzare il produttore che usa la strategia di indicare nella modalità di preparazione l’aggiunta di grassi se il piatto così com’è non risulta appetibile! Se l’aggiunta di olio (o burro) non è offerta come consiglio o suggerimento, ma come “ricetta di preparazione”, si tratta sicuramente di prodotti di scarsa qualità.
Queste considerazioni suggeriscono la seguente classificazione: prodotti di alta qualità (da consumarsi con la semplice cottura), prodotti di qualità dubbia (viene dato il suggerimento di aggiungere olio o burro a piacere) e prodotti di scarsa qualità (si indica espressamente nelle modalità di preparazione l’aggiunta di olio o burro).
La dieta italiana consiglia quindi di scegliere prodotti per i quali non è necessario aggiungere alcunché e che risultano appetibili semplicemente cucinandoli con una delle seguenti modalità: nel forno a microonde, in una pentola antiaderente senza aggiunta di olio o burro o nel forno tradizionale, anche qui senza alcuna aggiunta.
Ingredienti – Nei piatti pronti surgelati non è necessario usare i conservanti in quanto la conservazione dei cibi è ottenuta dalla catena del freddo. Gli ingredienti “critici” per la valutazione della genuinità sono essenzialmente due: i grassi utilizzati per la preparazione dei “sughi” e alcuni additivi (esaltatori di sapidità, coloranti) da evitare. Seguendo le indicazioni della dieta italiana escludiamo i piatti che contengono margarina e grassi/oli vegetali idrogenati, mentre sono comunque da penalizzare quelli con oli di seconda scelta (olio di palma, olio di cocco, olio di girasole ecc.) serve anche per allungare la conservazione del prodotto, il loro impiego nei secondi piatti surgelati non si può che spiegare con motivazioni economiche e va considerato come un indice di scarsa qualità del prodotto.
Secondi piatti surgelati: cosa ne pensa la dieta italiana
La dieta italiana esclude il consumo di secondi piatti surgelati che contengono grassi idrogenati, margarina, glutammato oppure coloranti o conservanti non ammessi.
Anche l’assenza di etichetta nutrizionale e la modalità di preparazione che preveda l’aggiunta di altri ingredienti (olio, burro ecc.) sono elementi che penalizzano il giudizio su questi prodotti. È ammissibile il consumo di prodotti con oli di seconda scelta (per esempio olio di girasole, mentre per prodotti veramente al top della qualità andrebbe impiegato solo olio extravergine di oliva.
Per chi deve limitare le calorie giornaliere, si consiglia di prediligere prodotti con calorie inferiori a 120 kcal/100 g.

Rispetto ai secondi piatti surgelati già pronti, offrono maggiore scelta e maggiore qualità i singoli ingredienti surgelati, come pesce e carne
Il mercato
Rischio salutistico della categoria: alto.
Nella categoria dei secondi piatti surgelati assistiamo a una veloce evoluzione delle ricette e, tutto sommato, a una scarsa offerta da parte dei negozi. Molte ricette nascono e muoiono nell’arco di una stagione; la motivazione sfugge e si possono quindi fare solo delle ipotesi. Da un lato la concorrenza di prodotti impanati, molto più semplici da cucinare, è fortissima; dall’altro gli alti costi per preparazioni spesso con ingredienti di seconda scelta allontanano il consumatore. Forse anche per la difficoltà della categoria (sicuramente meno ricca dei primi surgelati), il numero delle aziende che se ne occupa è piuttosto limitato e facilmente riconducibile a quelle storicamente più rilevanti. Purtroppo, nonostante il loro “blasone”, alcune di queste aziende ripetono gli stessi gravi errori commessi nella commercializzazione dei primi surgelati, indirizzando l’offerta verso prodotti non propriamente salutistici bensì basati solo sul gusto. Per quanto si trovino sul mercato anche proposte che rientrano meritatamente fra i prodotti da segnalare per il basso apporto calorico e la genuinità degli ingredienti, moltissime altre offerte sono penalizzate dalla specifica richiesta dell’aggiunta di grassi nella modalità di preparazione.
Certe aziende offrono secondi piatti surgelati poco interessanti e salutisticamente sconsigliabili per l’eccessivo apporto calorico e per la poca chiarezza nelle informazioni relative agli oli utilizzati. È possibile reperire sul mercato prodotti ipocalorici e preparati con ingredienti genuini, peccato però che siano gravati dal difetto dell’aggiunta di grassi nella preparazione… Altre offerte sono da scartare in quanto contengono polifosfati e, talvolta, anche grassi idrogenati e glutammato!