Il mercato dei primi piatti surgelati si è arricchito di molte proposte assai variegate, per forme (vari tipi di pasta) e sapori (oltre a quelli dei sughi classici, anche di piatti etnici e regionali). Vi sono consumatori che nutrono una diffidenza spesso immotivata nei confronti dei piatti pronti surgelati, non considerandoli “genuini” e sottostimandoli rispetto ai piatti preparati “artigianalmente”. In realtà, tali piatti possono costituire un valido aiuto nell’organizzazione del menu giornaliero in quanto la loro preparazione non richiede di solito più di dieci minuti e la varietà di gusti consente una dieta appetibile e varia. Per giudicare la bontà di un primo surgelato pronto la dieta italiana consiglia di valutare le caratteristiche che seguono.
Primi piatti surgelati: ingredienti e calorie
Apporto calorico – Occorre fare una prima precisazione per valutare correttamente l’apporto calorico. Dal momento che in questi prodotti il riso e la pasta sono già stati cucinati, 100 g di questi prodotti non corrispondono a 100 g di pasta pesata cruda, quindi non è corretto confrontarli con un apporto di circa 400 kcal di un piatto ipocalorico preparato in prima persona (mediamente 300 kcal di pasta e 100 kcal di sugo). Se vogliamo avere l’equivalente di una porzione di pasta preparata “a mano” di 75-80 g con un sugo ipocalorico, si deve considerare una porzione di circa 200-300 g di questi prodotti, a seconda del tipo di pasta e della sua capacità di trattenere acqua. Per questo l’apporto calorico dei primi pronti deve essere un valore notevolmente più basso dell’apporto nutrizionale della pasta e del riso (pesati crudi) che si utilizzano per preparare i piatti tradizionali (intorno alle 350 kcal). Pertanto la dieta italiana considera ipocalorici (e quindi consigliati) i primi piatti surgelati con valore energetico inferiore a 140 kcal per 100 g di prodotto pesato surgelato (cioè versato dalla busta).
Modalità di preparazione – Nelle indicazioni della preparazione dei primi piatti pronti si legge spesso di cucinare il prodotto ancora surgelato versandolo nella padella in cui precedentemente si è versato olio o fiocchi di burro. Questa aggiunta, oltre a essere contraria allo spirito di un piatto pronto (se nel piatto pronto compaiono già i grassi, perché doverne aggiungere?), fa innalzare notevolmente l’apporto energetico. Nulla vieta di non seguire il consiglio di aggiungere olio o burro, ma è sicuramente da penalizzare il produttore che usa la strategia di indicare nella modalità di preparazione l’aggiunta di grassi, se il piatto così com’è non risulta appetibile!
Il gusto – Se l’aggiunta di olio o burro non è offerta come consiglio o suggerimento, ma come “ricetta di preparazione”, si tratta sicuramente di prodotti di scarsa qualità. Si tratta di una filosofia molto seguita nei surgelati di prima generazione, i primi ad apparire sul mercato qualche anno fa. Queste considerazioni suggeriscono la seguente classificazione: prodotti di alta qualità (da consumarsi con la semplice cottura), prodotti di qualità dubbia (viene dato il suggerimento di aggiungere olio o burro a piacere) e prodotti di scarsa qualità (si indica espressamente nelle modalità di preparazione l’aggiunta di olio o burro).
Negli ultimi due casi si cerca di rendere più appetibile il piatto con l’aggiunta di grassi, una consuetudine molto seguita anche nella cucina tradizionale, ove si confonde spesso un piatto gustoso con uno… untuoso! La dieta italiana consiglia quindi di scegliere prodotti per i quali non è necessario aggiungere alcunché e risultano appetibili semplicemente cucinandoli con una delle seguenti modalità: nel forno a microonde, in una pentola antiaderente senza aggiunta di olio o burro o nel forno tradizionale, anche qui senza alcuna aggiunta. Purtroppo, fra i surgelati, sono piatti veramente difficili da trovare.
Ingredienti – Nei primi piatti surgelati non si fa generalmente uso di conservanti in quanto la conservazione dei cibi è ottenuta dalla catena del freddo. Gli ingredienti “critici” per la valutazione della genuinità sono essenzialmente due: i grassi utilizzati per la preparazione dei “sughi” e alcuni additivi da evitare. Seguendo le indicazioni della dieta italiana escludiamo i piatti che contengono margarina, oli o grassi vegetali idrogenati od oli di seconda scelta (se per prodotti come i biscotti può aver senso usare olio di palma per allungare la conservazione, in un piatto surgelato l’impiego di oli/grassi vegetali di seconda scelta ha solo fini economici e ciò non può non penalizzare il prodotto). Per quanto riguarda gli additivi, il più utilizzato nei primi piatti pronti è il glutammato monosodico, un esaltatore di sapidità (ovvero di gusto). Occorre evitare il consumo di piatti contenenti questo ingrediente in quanto si tratta di un additivo che a dosi elevate può causare disturbi nervosi con tremori e insonnia ed è un espediente (come l’aggiunta di sale ai piatti) per esaltare il gusto e rendere appetibile un prodotto che altrimenti lo sarebbe assai meno con la sola qualità degli ingredienti di base della ricetta.
Primi piatti surgelati: cosa ne pensa la dieta italiana
La dieta italiana esclude il consumo di primi piatti surgelati che contengono grassi idrogenati, margarina, glutammato monosodico, oppure coloranti o conservanti non ammessi.
Anche l’assenza di etichetta nutrizionale e una modalità di preparazione che preveda l’aggiunta di altri ingredienti (olio, burro ecc.) sono elementi che penalizzano il giudizio su questi prodotti. È ammissibile il consumo di prodotti con oli esplicitati, ma di seconda scelta (per esempio olio di girasole), mentre per prodotti veramente al top della qualità andrebbe impiegato solo olio extravergine di oliva.
Per chi deve limitare le calorie giornaliere, si consiglia di prediligere prodotti con calorie inferiori a 140 kcal/100 g.

I primi piatti surgelati sono una soluzione comoda ma non sempre salutare: in mancanza di opzioni valide, meglio preparare sugo in abbondanza e conservarlo in congelatore
Il mercato
Rischio salutistico della categoria: alto.
La varietà delle ricette proposte per i primi piatti surgelati è sicuramente aumentata, non sempre di pari passo con la qualità degli ingredienti. Sono veramente pochi i prodotti VIP. Alcune case si fanno notare positivamente grazie alla notevole chiarezza nelle informazioni nutrizionali e nell’elenco degli ingredienti. Permangono però alcuni difetti comuni a molte aziende: l’uso di oli di seconda scelta (anche se accanto all’olio extravergine di oliva), l’ipercaloricità di molte ricette, la non esplicitazione degli oli usati, la richiesta, in diverse proposte, dell’aggiunta di olio o burro.
Si sono affermati da tempo, in questa particolare categoria, diversi nuovi prodotti, pensati probabilmente per un settore di mercato emergente, i single. Si tratta di buste che propongono una sola porzione con ingredienti genuini, anche se spesso con oli di seconda scelta (olio di girasole accanto a olio di oliva). Inoltre si tratta di proposte mediamente caloriche. Apprezzabile in queste nuove proposte la modalità di preparazione che non prevede alcuna aggiunta, solo un bicchiere d’acqua! Considerando comunque la limitatezza della monoporzione, si tratta di proposte molto poco sazianti, perché una volta preparate risultano essere un piatto di modesta quantità, ma che può arrivare anche a 450 kcal!