I croissant (o cornetti, si veda l’articolo generale per le differenze) dovrebbero essere inseriti nella categoria merendine, ma è opportuno separarli da essa poiché rappresentano una scelta classica per la prima colazione.
Poiché molti esercizi commerciali vivono della prima colazione degli italiani, la parte lipidica di questi prodotti è veramente deludente per consentire un margine di profitto maggiore a pari prezzo del prodotto. A differenza di altri Paesi (per esempio la Francia) dove è comune consumare croissant freschi con burro, in Italia la stragrande maggioranza dei prodotti è “a lunga conservazione” e usa margarina (che anche quando non è margarina idrogenata è comunque realizzata con la parte scadente di oli/grassi vegetali raffinati) o addirittura grassi vegetali idrogenati.
Non si deve discutere: un croissant non fatto con il burro non è un croissant.
Questo dovrebbero capire tutti coloro che nei bar e negli autogrill giornalmente consumano pseudo-croissant.
Premettiamo il consiglio di non consumare cornetti se non si conoscono esattamente gli ingredienti.
In bar, fast food, autogrill ecc. occorre verificare la qualità del prodotto. Provate a leggerne la composizione scritta in piccolo a lato degli espositori e verificherete quanto detto sopra. Ricordatevene, prima di buttarvi avidamente sulla brioche (che in realtà è un croissant o un cornetto) con cappuccino. Non fidatevi di chi non espone gli ingredienti e semplicemente, alla vostra richiesta, si limita a dire che “sì, sono fatti con il burro”. Chiunque sia professionalemnte preparato sa che un prodotto di qualità è fatto con il burro, quindi perché non indicarlo chiaramente con una lista scritta degli ingredienti?
Cosa ne pensa la dieta italiana
Secondo la dieta italiana, vanno evitati i prodotti che contengono margarina o grassi vegetali idrogenati. Anche quelli con oli/grassi vegetali di seconda scelta non sono indicati per un uso frequente (come spesso avviene per i croissant della prima colazione).
L’assenza di etichetta nutrizionale (per quelle confezionate) rendono difficile la quantificazione dell’apporto calorico della prima colazione, quindi sono una cattiva abitudine e una scelta da evitare per chi è a dieta dimagrante, che dovrebbe limitare anche i croissant ipercalorici (superiori a 380 kcal/100 g).

Se si vuole gustare un vero croissant, meglio optare per quelli di pasticceria e mangiarli meno spesso, piuttosto che prodotti scadenti tutti i giorni
Il mercato dei croissant
Rischio salutistico della categoria: molto alto.
La situazione del mercato è veramente deludente. Del resto basta considerare che la maggioranza dei croissant che gli italiani usano per fare colazione al mattino nei bar contengono grassi vegetali idrogenati o margarina per comprendere come l’offerta industriale non possa essere eclatante.