I cereali per la prima colazione mattutina sono stati messi a punto da William Keith Kellogg nel 1894 negli USA, quando perfezionò il processo per produrre fiocchi di mais tostati e croccanti. I chicchi di mais cotti a vapore venivano pressati con rulli e poi tostati al forno. Da allora, i mitici fiocchi di mais sono divenuti i capostipiti di un intero filone di prodotti.
Non solo mais, ma altri cereali come avena e riso o la sola componente di fibra di frumento hanno dato vita a prodotti molto diversi tra loro. Oggi, sul mercato moderno, l’offerta dei cereali per la prima colazione è tra le più variegate disponibili ed è paragonabile, per varietà e differenze tra un prodotto e l’altro, solo a quelle di yogurt e biscotti.
La tradizione tipicamente anglosassone di consumare latte e cereali ha preso piede da diversi anni anche nel nostro Paese, non soltanto per una semplice imitazione di una moda alimentare, ma anche per gli indubbi benefici che essa comporta: i cereali immersi nel latte sono una colazione veloce, saziante e che consente di recuperare la consuetudine di consumare il latte al mattino.
Invece di accompagnare il latte con biscotti (decisamente meno sazianti dei cereali e spesso molto più calorici) o con il pane (un alimento poco appetibile), la scelta di consumare cereali consente una colazione varia (si possono scegliere due o tre gusti diversi) e, con una scelta opportuna dei prodotti, anche ipocalorica e con un apporto ottimale di carboidrati e fibre. Ma come orientarsi tra la miriade di prodotti? Nei paragrafi successivi alcune considerazioni di base di cui si deve tenere assolutamente conto.
Cereali per la prima colazione: apporto calorico
L’impiego dei corn flakes in sostituzione dei biscotti dovrebbe essere giustificato solo dall’alto apporto di fibre. Se l’apporto di fibre è alto, il contenuto calorico non può che essere basso. Tenendo conto che l’apporto energetico dei cereali di base si aggira intorno alle 350 kcal/100 g, è possibile avere prodotti meno calorici variando la percentuale dei cereali e aggiungendo altri ingredienti, come fibra alimentare, frutta, crusca o grazie a processi particolari di soffiatura (anche le fibre apportano 2 kcal/g contro il doppio circa dei carboidrati).
In sostanza, per differenziarsi da un prodotto da forno come i biscotti, un cereale per la prima colazione dovrebbe avere meno di 340 kcal/100 g. Se invece il prodotto supera le 340 kcal/100 g il suo contenuto di fibre sarà probabilmente molto basso e il suo consumo non sarà molto diverso da quello di un biscotto (ipocalorico). Quindi, se siete in sovrappeso e volete seguire una dieta ipocalorica, fate attenzione alle calorie riportate in etichetta ed
evitate di utilizzare biscotti travestiti da corn flakes!
Aggiunte ingiustificate di ingredienti molto calorici
Nel tentativo di attirare il maggior numero di consumatori, molti produttori aggiungono ingredienti molto calorici allo scopo di rendere più appetibile il prodotto, ma di fatto, così facendo, si ottengono dei veri e propri dolci. Le aggiunte più comuni sono lo zucchero, la frutta secca, il cioccolato. Si tenga presente, comunque, che l’assenza di zucchero aggiunto non garantisce necessariamente un prodotto ipocalorico, in quanto anche i carboidrati dei cereali sono caratterizzati da un buon apporto energetico.
Generalmente, nei cereali per la prima colazione viene evitata l’aggiunta di additivi come coloranti o grassi (oli di seconda scelta), in quanto la sola tostatura e un buon processo di produzione sono sufficienti per una buona qualità e conservazione del prodotto; tuttavia è sempre consigliabile leggere attentamente l’elenco degli ingredienti.
Aggiunta di vitamine e micronutrienti
Spesso indirizzati ai bambini, esistono cereali per la prima colazione che si caratterizzano per le aggiunte di vitamine (generalmente del gruppo B per la crescita) e minerali. Mentre per le vitamine le dosi sono generalmente abbastanza basse, alcuni prodotti presentano quantità significative per integrazione di ferro e calcio. La presenza di complessi di vitamine e minerali di per sé non è un fattore discriminante per la scelta dei cereali, in quanto l’integrazione vitaminica risulta spesso comunque limitata o insufficiente e andrebbe comunque valutata in base alle esigenze del soggetto. Un discorso analogo vale anche per la presenza di fibre: può variare da pochi grammi a 10-15 g o più a seconda degli ingredienti. Non è detto che maggiore è il contenuto di fibra, migliore sia il prodotto.
Cosa ne pensa la dieta italiana
Sicuramente la qualità del prodotto è in primo luogo assicurata dall’assenza di oli/grassi vegetali di seconda scelta, oli e grassi vegetali idrogenati o margarina. Poiché si tratta comunque di un prodotto con un rischio salutistico medio, è sicuramente da evitare il consumo di prodotti che non riportano l’etichetta nutrizionale. Dovendo seguire una dieta ipocalorica, conviene limitarne l’utilizzo se le calorie superano le 340 kcal/100 g di prodotto.

L’offerta dei cereali per la prima colazione è tra le più variegate disponibili
Il mercato
Rischio salutistico della categoria: medio.
L’offerta di cereali per la prima colazione è veramente notevole e aumenta sempre più. Purtroppo, sfruttando l’equazione “colazione con cereali=salute”, molti produttori non fanno altro che rendere i cereali sempre più simili a veri e propri biscotti, con contenuti calorici molto alti e quindi con un contenuto di fibre minore. È soprattutto questo il trucco dal quale il consumatore deve difendersi. Se si cerca un prodotto appetibile tanto vale orientarsi ai migliori biscotti.
Sono pertanto da premiare le aziende che hanno il coraggio di offrire prodotti veramente ipocalorici, anche se un po’ spartani per chi è abituato a cereali “arricchiti”.
Vi sono poi prodotti “pensati per la linea”; in realtà si illude il consumatore di avere a disposizione molte fibre e poche calorie, ma così non è!
Troviamo infine proposte con olio vegetale di seconda scelta e altre con ingredienti genuini, ma prive di indicazioni nutrizionali.
Vista l’enorme offerta di prodotti, qualitativamente assai diversi tra loro, conviene non fidarsi del marchio, ma leggere l’etichetta nutrizionale! Forse perché derivano dalla tradizione anglosassone o forse perché indirizzati a un pubblico più attento all’alimentazione, la quasi totalità dei cereali per la prima colazione abbondano di informazioni nutrizionali. A volte però sono così dettagliate da generare anche un po’ di confusione. Per esempio, molti fanno distinzione nell’apporto tra carboidrati in zuccheri e amidi, un dettaglio poco rilevante visto la dose limitata che si fa di questi prodotti e una distinzione un po’ superata. Lo stesso dicasi della differenza tra grassi saturi e insaturi, derivante da una visione un po’ arretrata dei dettami nutrizionali. Anche l’elenco delle vitamine e dei minerali può confondere, in quanto spesso sono riportate le percentuali rispetto alle dosi giornaliere consigliate dalla UE che sono decisamente molto al di sotto di un’integrazione significativa. Risulta quindi facile trovare percentuali dell’ordine del 100% o 150% delle dosi consigliate che potrebbero far pensare erroneamente a una super integrazione quando in realtà le dosi aggiunte sono molto limitate. Altra fonte di confusione è la presenza di una seconda colonna che riporta l’apporto energetico per X grammi del prodotto (generalmente dai 30 ai 40 g) con una tazza standard di latte (125 ml). Peccato che a volte i dati si riferiscano al latte totalmente scremato, a volte a quello parzialmente scremato. Occorre quindi leggere con attenzione per evitare di fare confronti errati tra i vari prodotti.
I cereali per la prima colazione sono più sani dei biscotti?
Rispetto a molti biscotti contenenti margarina o grassi vegetali di seconda scelta, sicuramente sì, ma non si devono mitizzare nei confronti dei migliori biscotti sul mercato. Infatti sono sempre prodotti da forno (vedasi a questo proposito il problema dell’acrilamide).
L’aurea di salubrità che li circonda deriva anche dalle motivazioni con cui Kellogg li “inventò”: John Harvey Kellogg (un medico statunitense) ideò la famosa colazione a base di cereali e fiocchi d’avena per combattere il “vizio” della masturbazione che egli attribuiva al consumo di carne. Il fratello, William, migliorò il prodotto e con spirito molto meno puritano, ma più commerciale, lo rese celebre in tutto il mondo.

La colazione è uno dei momenti più importanti della giornata ed è da considerarsi un pasto principale a tutti gli effetti