Sears torna all’attacco con Positive Nutrition. Dopo aver messo praticamente in soffitta la dieta a zona, ora propone un’altra ricetta alimentare che mira solo a sfruttare la sua popolarità.
Nulla di nuovo, ma solo un’arbitraria sintesi di concetti comuni a moltissimi modelli alimentari. Di nuovo c’è solo il nome, forse per cercare di far credere alla gente che quei concetti li abbia scoperti lui. Vediamo le “mirabilie” della Positive Nutrition. I punti salienti sono:
- restrizione calorica
- “cibi positivi”
- attività fisica
- tecniche anti-stress.
Non occorre essere un esperto di nutrizione per sapere che molti altri modelli alimentari (anche la mia dieta italiana) spingono i punti 1, 3 e 4. Sears però non rinuncia ai suoi cibi positivi, nel tentativo di illudere la gente che ci siano cibi che mandano in paradiso. Sears vuole convincerci che l’alimentazione può ridurre lo stato negativo d’infiammazione che sarebbe alla base di molte malattie croniche. Non ci sono prove evidenti che tali malattie croniche derivino dall’alimentazione, ma Sears ne fa una crociata a cui bisogna credere per fede ed è penoso che molti medici gli si accodino senza spirito critico.
Intendiamoci, molti consigli della Positive Nutrition sono plausibili, ma basterebbe ormai la nonna per darceli, visto che sono anni che sono alla ribalta.
Analizziamo i “cibi negativi”:
Sui primi niente da dire, anche se per fortuna negli ultimi anni sono stati molto ridimensionati dall’industria alimentare.
Sui secondi la solita malafede dei nutrizionisti che porta a demonizzare i grassi animali senza avere il coraggio di dire che i grassi saturi sono contenuti anche in molti oli vegetali (come quelli di cocco o palma) e addirittura nel buonissimo cioccolato! Il burro di cacao è una fonte di grassi saturi molto importante, quindi perché non demonizzare anche un cibo così comune?
I grassi omega-6 sono anche contenuti in molti oli polinsaturi. Sears non rinuncia poi a un suo vecchio cavallo di battaglia: “il rapporto ideale nella dieta tra omega-6/omega-3 è approssimativamente di 2:1”. La critica a questa affermazione la trovate nell’articolo sugli omega-3. Per chi vuole migliorare la qualità della vita è veramente assurdo proporre un rapporto che solo una persona maniaca e fissata (il termine tecnico è ortoressica) può calcolare giorno per giorno.
A sostegno della sua tesi, poi, Sears porta dati vecchi di anni come, per esempio, la vita media degli abitanti di Okinawa che, francamente, è solo di qualche mese superiore a quella di molti Paesi industrializzati. Certo, lui dice che lì i centenari sono in percentuale maggiore, ma, per chi sa la matematica, è banale dedurre che, se la vita media è uguale a quella di molti altri Paesi, se ci sono più centenari ci sono anche più persone che muoiono prima del normale rispetto alla percentuale di Paesi che hanno meno centenari!
Poi Sears esalta (come un tempo) il ruolo degli omega-3. Niente da dire, ma ritiene (in parte a ragione) che una normale alimentazione potrebbe non arrivare al quantitativo corretto. Le proposte alimentari (pesce, alghe; tra l’altro il quantitativo di omega-3 nel pesce si riduce per la cottura più o meno spinta) sono talmente improponibili a medio-lungo periodo che sicuramente è più semplice ricorrere a un’integrazione, oggi possibile grazie ai bassi costi degli integratori a base di omega-3. Che senso ha parlare di alimentazione che ci salva se poi per evitare di diventare ortoressici ha senso scegliere una pillola?

Fra i punti salienti della proposta Positive Nutrition vi sono anche le tecniche anti-stress come lo yoga
Lasciamo perdere la parte anti-stress che pone nello yoga una medicina naturale. Ho sempre sostenuto che chi deve ricorrere allo yoga per vincere lo stress è comunque un malato che ricorre a una terapia. Lo stress si vince facendo giuste scelte nella vita e avendo una personalità equilibrata che dia il giusto peso a cosa è realmente importante.
Sull’esercizio fisico solo qualche parola, a dimostrazione di una scarsa competenza in materia e del suo inserimento solo per stare al passo con gli altri.
Conclusione: incredibile come certi “scienziati” vivano degli applausi loro riservati, senza il pudore di stare in ombra quando nulla di significativo hanno da dire.