I pesticidi (detti anche prodotti fitosanitari) sono sostanze utilizzate per sterminare (o prevenire la crescita di) microrganismi infestanti; sono impiegate soprattutto in ambito agricolo per proteggere le colture da patologie o da organismi dannosi. Sfortunatamente, in molti casi c’è un vero e proprio abuso di queste sostanze.
I prodotti biologici sono nati principalmente per combattere l’abuso di pesticidi nocivi in agricoltura. Agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso la situazione era così grave che il consumatore non poteva ragionevolmente essere immune da un certo inquinamento dovuto all’impiego massiccio di diserbanti, fungicidi, insetticidi ecc.
La concorrenza del biologico e soprattutto l’emanazione di legge molto più restrittive sull’uso dei pesticidi ha fatto sì che la situazione sia radicalmente cambiata. È pertanto opportuno aggiornare la situazione a oggi senza essere schiavi di considerazioni emotive. Non a caso compaiono continuamente servizi allarmistici che diffondono dati esatti, ma con interpretazioni sbagliate:
una frode alimentare è una truffa e quindi non può essere considerata la normalità.
Le false paure
È noto per esempio il mercato del “falso bio”: decine di aziende sono state individuate e smantellate dalla Guardia di Finanza perché vendevano prodotti con false certificazioni di agricoltura biologica. Nessuna di queste era però distribuita nella grande distribuzione (supermercati) perché ovviamente era più “sicuro” vendere in piccoli negozi biologici.
È anche noto che negozi che espongono merce all’aperto sono soggetti all’inquinamento atmosferico. È del tutto illogico comprare frutta e verdura nel negozio biologico che usa prodotti non lavati dal produttore e, caso peggiore, magari esposti in strada. Idem il caso di prodotti acquistati direttamente dal produttore che ha allestito un banchettino di vendita su una strada supertrafficata.
In questo caso non bisogna però fare dell’allarmismo ingiustificato. Un servizio di Panorama (il servizio in realtà era stato confezionato per spingere un libro edito da Mondadori) pretendeva di dimostrare l’inquinamento metallico di frutta e verdura con misure prese in negozi di Milano in cui la merce era esposta all’aperto. Il servizio mancava di spirito critico perché è ovvio che tutti mangiano le arance sbucciandole; idem per mele, pere ecc. Non ha quindi nessun pregio il livello di metalli ritrovato sulla buccia a causa probabilmente dell’inquinamento atmosferico. Uno studio serio doveva rilevare il livello di pesticidi contenuti nell’interno del frutto, nella parte edibile.
Un’ultima paura è quella che non tiene conto del livello di sicurezza, cioè tecnicamente dell’ADI. Dire che un pesce è al mercurio perché contiene una dose di mercurio che è un decimo di quella massima consentita (che fra l’altro è quella che assunta per sempre non dà problemi) è puro terrorismo alimentare. È come eliminare tutti i cibi che contengono i carboidrati perché i carboidrati, assunti in dose eccessiva, fanno ingrassare.

I pesticidi sono sostanze utilizzate per sterminare (o prevenire la crescita di) microrganismi infestanti
Pesticidi: la situazione
“Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti – risultati in Italia per l’anno 2015”, è il report predisposto dal Ministero della salute sul controllo dei residui di prodotti fitosanitari (pesticidi) negli alimenti. Il report è stato pubblicato nel giugno 2017 e i risultati sono abbastanza confortanti. Dal report, infatti, si evince che nel corso dell’anno 2015 sono stati analizzati complessivamente 11.799 campioni per verificare la presenza di residui di prodotti fitosanitari. Di questi, soltanto in 134 campioni si sono rilevati livelli di pesticidi superiori ai limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, con una percentuale di irregolarità pari all’1,1%.
I risultati complessivi nazionali indicano un livello di protezione del consumatore adeguato e le irregolarità (1,1%) sono al di sotto della media europea (1,6%).
Quali sono quindi le avvertenze da seguire per avere la massima sicurezza?
- Acquistare prodotti biologici e non solo presso la grande distribuzione, in catene che garantiscano la massima sicurezza (nessuna grande catena espone merce a rischio, visto che i controlli periodici potrebbero provocare un gravissimo danno d’immagine).
- Preferire quegli esercizi che meglio espongono la merce (al chiuso, lavata, con veloce rotazione ecc.).
- Preferire merce proveniente dalla Comunità Europea.
- Lavare sempre e comunque la frutta e la verdura utilizzate.