L‘olio di girasole (più propriamente, olio di semi di girasole) è un olio che è estratto dai semi del girasole (Helianthus annuus), una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Asteracee (o Composite) e originaria del continente americano, ma molto diffusa anche nel nostro Paese.
Dai semi di questa pianta, come detto, si estrae un olio molto ricco di acidi grassi insaturi, in particolar modo di acido linoleico e di acido oleico; la presenza di acidi grassi saturi è rappresentata dall’acido palmitico e dall’acido stearico. Questo olio se raffinato è trasparente, con colore ambrato e un leggero odore grasso.
Da 100 kg di semi di girasole si ottengono circa 40 kg di olio. Dai residui dell’estrazione si ottiene un materiale che viene impiegato come mangime per il bestiame.
La composizione di questo olio è pesantemente influenzata sia dalle varietà delle piante che sono utilizzate sia dalle condizioni ambientali in cui esse si sono trovate a crescere.
Un olio di girasole standard ha una formula di Albanesi 0-13-19-68 (0% di grassi MCT, 13% di grassi saturi LCT, 19% di monoinsaturi e 68% di polinsaturi).

L’olio di girasole viene estratto dai semi del girasole (Helianthus annuus)
Olio di girasole alto oleico
Nel Nord America sono stati introdotti oli provenienti da girasoli geneticamente modificati e che hanno un punto di fumo più alto (grazie al maggior contenuto di grassi monoinsaturi) per poterli utilizzare per friggere e per la cucina ad alte temperature. Un olio di girasole geneticamente modificato con alta percentuale di acido oleico ha una formula 0-10-81-9: migliore di quella dell’olio d’oliva!
La denominazione di questo tipo di olio secondo la classificazione INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è HELIANTHUS ANNUUS SEED OIL. La varietà ad alto oleico viene denominata HELIANTHUS ANNUUS HYBRID OIL.
L’olio di girasole fa male?
Sono moltissimi i prodotti alimentari nei quali viene impiegato olio di girasole; la motivazione di questo utilizzo è spesso di carattere economico (è decisamente meno costoso di quello di oliva) ed è quindi giusto che il consumatore conosca le principali differenze fra olio di girasole e olio d’oliva, soprattutto quando il primo viene utilizzato come surrogato di quest’ultimo. Si tratta di un esempio di come non avere presente tutti i dati del problema possa portare a scelte errate.
Al pari dell’olio di oliva, anche l’olio di girasole raffinato ha, come accennavamo nel paragrafo precedente, un punto di fumo non bassissimo (si va dai 210 ai 245 °C circa), contrariamente alla credenza comune che si riferisce a quelli biologici ottenuti per spremitura meccanica (anche “a freddo”) che hanno punto di fumo molto basso (circa 110 °C) e quindi sono decisamente inadatti a cucinare e possono essere gustati solo freddi. Comunque anche l’olio di girasole raffinato, a causa dell’alta percentuale di acidi polinsaturi, è particolarmente instabile e andrebbe conservato con cura, in un luogo fresco e asciutto e lontano da fonti di luce e/o calore.
Quindi ricapitolando,
(1) a meno di non usare prodotti transgenici, l’olio di girasole può essere usato per cucinare solo se raffinato.
Già questo non è il massimo, perché il processo di raffinazione fa perdere gran parte del contenuto vitaminico (questo olio è particolarmente ricco di vitamina E, circa 60 mg ogni 100 g) e introduce una piccola quota di grassi trans. Ma il vero problema dell’olio di girasole è costituito dal fatto che i suoi grassi polinsaturi non sono particolarmente di qualità, essendo costituti per gran parte da acido linoleico (omega 6), un acido grasso “in competizione” con i più salutari omega 3. Poiché è molto comune negli alimenti, la quota di acido linoleico che assumiamo rischia di essere eccessiva. Quindi:
(2) l’olio di girasole non può essere il principale olio della nostra alimentazione.
Combinando la (1) con la (2) si deduce che questo olio di semi deve essere considerato un olio di seconda scelta. Probabilmente la scelta ottimale sta nell’utilizzare olio di girasole crudo di provenienza biologica per preparazioni particolari (per esempio per preparare la maionese).
Usi cosmetici
L’olio di semi di girasole non viene utilizzato soltanto per scopi alimentari; come nel caso di molti oli vegetali, infatti, viene considerato un ingrediente sicuro, ha buone proprietà idratanti, nutrienti ed emollienti che lo rendono adatto all’inserimento nelle formulazioni di prodotti cosmetici. A questo scopo vengono però utilizzate soltanto le varietà a elevato contenuto di acido oleico la cui conservabilità è maggiore. Oltre a essere impiegato come emolliente e nelle formulazioni di saponi, l’olio di girasole viene usato come condizionante negli shampoo (i condizionanti per capelli sono sostanze che agiscono rendendoli più lisci, più morbidi e più facilmente pettinabili) e in altri prodotti per la cura dei capelli.
Trova infine impiego anche nel settore delle vernici.