Il metodo Kousmine, da alcuni considerato una terapia, da altri un regime alimentare (alcune fonti parlano infatti di dieta Kousmine), deve il suo nome al medico svizzero di origine russa che a suo tempo lo propose, Catherine Kousmine (17 settembre 1904 – 24 agosto 1992).
I fautori del metodo Kousmine, che tuttora gode di una certa popolarità (ma non è mai stato validato dalla comunità scientifica), sostengono che la causa principale delle malattie degenerative, autoimmuni ecc. è da ricercarsi essenzialmente nell’alimentazione spingendosi poi a ipotizzare che lo stato di salute dipenda in primis dalle abitudini alimentari: l’uomo, avendo imparato a mangiare male, non riesce a difendersi dagli agenti tossici e inquinanti che lo circondano. Sarebbe dunque necessario:
- tornare a un’alimentazione più sana
- un’integrazione alimentare intelligente
- un’igiene intestinale
- un controllo dell’acidità dell’organismo.
Obiettivi del metodo
Praticamente, il metodo Kousmine si prefigge l’ambizioso obbiettivo di contrastare gravi patologie neoplastiche, degenerative e autoimmuni (per esempio la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, il LES, la spondilite anchilosante ecc.) attraverso il regime alimentare. Seguendo i dettami del metodo si dovrebbe essere in grado di:
- fornire all’organismo le sostanze a esso necessarie per costruire delle sostanze antinfiammatorie naturali;
- garantire la materia prima ottimale ai ricambi tissutali;
- eliminare l’acidosi dall’organismo (principale causa di squilibri)
- ridurre le tossine che affaticano il sistema immunitario (tramite pratiche di igiene intestinale)
- integrare le vitamine di cui si è carenti a causa di malassorbimento
ecc.
Soffermandosi sulle indicazioni alimentari, il metodo Kousmine prevede, fra le altre cose, di ridurre al massimo il consumo di alcol (ci si può concedere al più un bicchiere di vino rosso al giorno), ridurre al massimo i grassi animali e quelli idrogenati; si dovrebbero poi eliminare gli oli spremuti caldo (ricorrendo all’olio extravergine di oliva), i cibi light e gli zuccheri aggiunti, la pasticceria industriale e tutti gli alimenti conservati (i cosiddetti “alimenti morti” quali farine, fiocchi di cereali ecc.).
Anche il consumo di latte animale deve essere ridotto ricorrendo a quelli vegetali; vanno poi diminuiti i consumi di latticini e formaggi stagionati nonché il consumo di sale.
Fra gli alimenti da prediligere vi sono le leguminose, i cereali integrali, il pesce e la carne bianca.
Il consumo di acqua deve essere abbondante (almeno un litro e mezzo al giorno).
Il caffè è concesso, ma senza esagerare.
Fondamentali poi sarebbero la riduzione dello stress (da stili di vita errati) e l’eliminazione di vari fattori di rischio (abuso di alcolici, fumo di sigaretta, esposizione a sostanze tossiche ecc.).
Metodo Kousmine – Critiche
Il metodo Kousmine è un esempio di ortoressia globalizzante. Analizziamo brevemente i 4 punti esposti nel paragrafo iniziale.
Sul punto a) le indicazioni del metodo Kousmine possono essere salutisticamente interessanti, anche se sbilanciano troppo la dieta verso i carboidrati. Troppe poche proteine e troppi pochi grassi. Che però la crema Budwig (10 g di olio di lino + 20 g di formaggio bianco magro o yogurt magro ben emulsionati) possa salvarci dai mali del secolo è pura illusione. Andando cioè nel dettaglio si scoprono i limiti della teoria, figlia a nostro avviso del terrorismo ecologico dei primi anni ’80 del secolo scorso.
Se fosse vero che le malattie degenerative sono prodotte da una cattiva alimentazione perché molte persone che mangiano malissimo non ne sono affette?
In realtà, la genetica sta dimostrando che è utopistico credere che siamo solo ciò che mangiamo, in realtà
siamo ciò che mangiamo (alimentazione), ciò che nasciamo (genetica), ciò che facciamo (attività fisica), ciò che vogliamo essere (salute e psicologia).
Il punto b) è sicuramente condivisibile per quanto riguarda l’integrazione vitaminica, molto meno per quanto riguarda quella minerale e in particolare sugli oligoelementi. Poiché molti minerali sono presenti nel nostro organismo in tracce è errato e potenzialmente pericoloso fornire un’integrazione perché si rischiano banalmente sovradosaggi.
Sul punto c) e sulla necessità dell’enteroclisma per purificare il corpo intossicato non si può far altro che sorridere. A prescindere dal fatto che il concetto di pulizia intestinale è abbastanza semplicistico (l’intestino non è passivo e sa ripulirsi da solo), resta sempre la banale constatazione che l’enteroclisma è pratica sconosciuta a milioni (direi miliardi) di persone che vivono benissimo pur fra agenti tossici e inquinanti. Se fosse vera la teoria della putrefazione e dell’inquinamento intestinale perché una grande percentuale di individui ne sarebbe immune?
Idem dicasi sul punto d): la necessità di assumere citrati in polvere è decisamente smentita dalla statistica di chi non ha problemi. Inoltre è illusorio sperare che l’assunzione di citrati ristabilisca la corretta acidità perché esistono sistemi di controllo del corpo che impediscono certe variazioni (come ben sanno quegli atleti che assumono citrati o bicarbonati nell’inutile tentativo di limitare l’acido lattico).
Il limite del metodo Kousmine è fondamentalmente quello che caratterizza le cosiddette diete dissociate, ovvero commettere l’errore logico di voler estendere a tutti considerazioni che sono valide solo per una parte minima della popolazione.
È come se, scoprendo che ci sono persone intolleranti al glutine, stabilissi che è meglio astenersi da ogni fonte di glutine perché potenzialmente dannosa.

Secondo il metodo Kousmine, fra gli alimenti da prediligere vi sono le leguminose, i cereali integrali, il pesce e la carne bianca