Il triptofano è un aminoacido essenziale (ovvero che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare) e deve quindi essere introdotto con il regime alimentare; fortunatamente è presente nella stragrande maggioranza delle sostanze proteiche; si trova in molti alimenti, in particolar modo nelle carni, nei formaggi, nel pesce, nei legumi, nei latticini, nel cioccolato, nelle arachidi, nelle uova e nei semi di sesamo.
È un elemento fondamentale nella sintesi di vitamina B3 (niacina, o vitamina PP; circa il 3% del triptofano alimentare viene destinato alla sintesi di questa vitamina) e serotonina (un importante neurotrasmettitore).
Gli enzimi coinvolti nella sintesi della serotonina a partire dal triptofano sono due: la triptofano 5-monossigenasi e l’aminoacido decarbossilasi.
Inizialmente, grazie all’azione della triptofano 5-monossigenasi, l’aminoacido viene convertito in 5-idrossitriptofano, quest’ultimo viene poi decarbossilato a serotonina, grazie all’azione dell’aminoacido decarbossilasi. Dal momento che il triptofano è un precursore della serotonina (sostanza nota come ormone del buonumore) viene considerato come uno stabilizzatore dell’umore e conseguentemente utilizzato come integratore soprattutto in funzione antidepressiva. Viene anche consigliato come sostanza contro l’insonnia e come inibitore dell’appetito. Gli integratori, comunque, contengono non tanto il triptofano bensì il 5-idrossitriptofano (5 htp), il primo prodotto del processo di sintesi della serotonina.
L’utilizzo di integratori con 5-idrossitriptofano a scopi antidepressivi deve essere effettuato solo dietro il consiglio di uno specialista.
Effetti dimostrati
Partecipa alla sintesi di vitamina B3 (niacina, o vitamina PP) e serotonina.
Effetti collaterali e controindicazioni
La somministrazione è controindicata nei soggetti che sono affetti da asma bronchiale e da patologie autoimmuni.
Triptofano: qual è la dose efficace?
I dosaggi devono essere stabiliti dallo specialista che prescrive la somministrazione.
A chi serve il triptofano
L’utilizzo di integratori a base di triptofano è dovuto essenzialmente al ruolo di questo aminoacido nella sintesi del neurotrasmettitore serotonina. I livelli dell’aminoacido nel sangue sono piuttosto ridotti in coloro che sono affetti da intolleranza al lattosio (i latticini, come ricordato in apertura, sono molto ricchi di triptofano) o con problemi nell’assorbimento del fruttosio.
Dall’altra parte, i livelli di serotonina risultano piuttosto ridotti in coloro che soffrono di depressione (non è infatti un caso che spesso questi soggetti vengono trattati con farmaci SSRI, ovvero inibitori selettivi del riassorbimento di serotonina quali, per esempio, fluoxetina e paroxetina e citalopram).
Il ricorso ad appositi integratori alimentari, comunque, è opportuno precisarlo, è indicato soltanto in casi eccezionali come, per esempio, la cura di pazienti con depressione grave e disabilitante che dura da più di 2 anni senza interruzioni, solo dopo un tentativo di trattamento farmacologico con antidepressivi classici e solo come aggiunta ad altri farmaci antidepressivi. In questo caso la somministrazione e gli esiti della cura devono essere continuamente monitorati a livello ospedaliero.