L’olio di krill è un olio ricavato dai krill, crostacei marini particolarmente diffusi in nelle acque dell’Oceano Antartico; il krill antartico (Euphausia superba) è una specie fondamentale per l’ecosistema antartico; si ciba di plancton e, a sua volta, rappresenta l’alimento base per balene, foche, pinguini e molte specie di pesci; è il secondo anello della catena alimentare. Si ipotizza che il krill sia fra le specie animali più abbondanti del nostro pianeta (circa 500 milioni di tonnellate).
L’olio di krill sta suscitando molta attenzione nel variegato mondo dell’integrazione alimentare; è infatti attualmente considerato uno dei migliori integratori alimentari di omega 3, denominazione che indica una categoria di acidi grassi essenziali i cui principali rappresentanti sono l’acido alfa-linoleico (ALA), l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA); l’olio di krill contiene soprattutto EPA e DHA.
Olio di krill – Gli integratori
L’olio di krill è utilizzato esclusivamente come supplemento nutrizionale; non ha impieghi culinari.
Come detto, gode di notevole considerazione come integratore di omega 3; le motivazioni principali sono le seguenti:
- oltre alla notevole presenza di EPA e DHA, si registra anche una discreta presenza di vitamina A, vitamina E, astaxantina, colina e altri antiossidanti, ragion per cui si ritiene che il suo potenziale antiossidante sia decisamente superiore a quello di altri oli, che siano di pesce o di origine vegetale.
- La notevole presenza di sostanze antiossidanti lo rende un prodotto molto stabile e più facilmente conservabile nel tempo.
- La presenza di fosfatidilcolina, una sostanza che, sotto forma di integratore alimentare, è proposta per il trattamento dell’ipercolesterolemia, dell’ipertrigliceridemia e per il miglioramento della funzionalità epatica.
- Essendo un olio estratto da crostacei che rappresentano il secondo anello della catena alimentare (quindi dal ciclo vitale ristretto), risulta essere meno soggetto alla presenza di sostanze inquinanti (in particolare diossina e metalli pesanti).
Gli integratori di olio di krill sono generalmente disponibili sotto forma di capsule o perle; i dosaggi giornalieri consigliati dipendono dai quantitativi di prodotto presenti in ogni capsula o perla; di solito si suggerisce un introito che garantisca un apporto giornaliero di almeno 250 mg di omega 3.
Nel caso di soggetti affetti da determinati disturbi (in particolare alcune malattie a carico dell’apparato cardiovascolare) vengono suggeriti dosaggi ben più elevati (3-5 g al giorno).
A chi serve l’olio di krill?
L’olio di krill è commercializzato soprattutto per la presenza di EPA e DHA, due acidi grassi essenziali suggeriti soprattutto nella prevenzione e nel trattamento di disturbi relativi all’apparato cardiovascolare:
- ipertensione arteriosa (pressione alta)
- ipercolesterolemia e/o ipertrigliceridemia
- dislipidemie indotte dal diabete mellito
- ictus
- infarto cardiaco.
Come si vede, si tratta di disturbi che, nella stragrande maggioranza dei casi, potrebbero essere prevenuti adottando uno stile di vita sano; un approccio decisamente più produttivo che il ricorrere all’integrazione alimentare di acidi grassi e/o antiossidanti una volta che è insorta una determinata patologia.
L’olio di krill è altresì consigliato anche nel trattamento di malattie infiammatorie quali l’artrite e le malattie croniche intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn ecc.) nonché nel caso di lievi disturbi cognitivi.
Altre indicazioni sono relative a situazioni di un aumentato fabbisogno come, per esempio, la gravidanza, l’allattamento, la menopausa e l’età pediatrica.
L’olio di krill è consigliato anche a chi svolge un’attività fisica a intensità medio-alta (sarebbe d’aiuto nel prevenire o ridurre il danno neuromuscolare) e in alcune forme di depressione (secondo alcuni studi, l’EPA agirebbe da precursore della prostaglandina E3, che sembra coinvolta nella patogenesi di alcune forme depressive.
L’olio di krill potrebbe infine rappresentare una fonte interessante di omega 3 nel caso di coloro che, per scelta, non consumano a sufficienza alimenti ricchi di tali acidi grassi (per esempio, pesce azzurro, salmone, merluzzo, crostacei, noci ecc.).
Va comunque precisato che attorno all’integrazione con omega 3 l’ottimismo sembra eccessivo; non vi sono infatti prove certe che l’assunzione di integratori di tali sostanze abbiano una reale efficacia. Del resto, chi ha un’alimentazione varia e consuma cibi che ne sono ricchi può tranquillamente evitare di acquistare integratori di olio di krill o comunque di omega 3.

L’olio di krill sta suscitando molta attenzione nel variegato mondo dell’integrazione alimentare; è infatti attualmente considerato uno dei migliori integratori alimentari di omega 3.
Effetti collaterali e controindicazioni
I principali effetti collaterali legati all’assunzione di olio di krill sono i seguenti:
- alito cattivo
- rigurgiti al sapore di pesce
- crampi addominali
- bruciore gastroesofageo
- cattiva digestione
- nausea
- feci molli.
Gli integratori a base di olio di krill sono controindicati in coloro che sono allergici ai crostacei e nel caso di ipersensibilità a uno qualsiasi dei componenti dell’integratore.
L’olio di krill è controindicato anche nel caso di soggetti che stiano assumendo anticoagulanti o antiaggreganti (a causa di un potenziamento della loro azione) e ipoglicemizzanti orali (è possibile, anche se non è del tutto certo, un potenziamento dei loro effetti).