La melatonina è una sostanza prodotta dall’organismo umano, prevalentemente dall’epifisi (anche ghiandola pineale), una ghiandola endocrina posta alla base del cervello; in misura minore è secreta anche dall’ipofisi, dalla tiroide, dalle ghiandole surrenali e dalle gonadi.
La maggior parte delle fonti classificano la melatonina tra gli ormoni, anche se ciò non trova concordi tutti gli autori.
Melatonina: cos’è e come funziona
La melatonina (chimicamente N-acetil-5-metossitriptamina, formula bruta C13H16N2O2) è nota soprattutto per la sua funzione regolatrice dei cicli circadiani tra i quali il ciclo sonno-veglia (ricordiamo che un ciclo circadiano è un ciclo che si compie nell’arco di 24 ore circa; in questo lasso di tempo si ripetono regolarmente determinati processi fisiologici che vengono regolati da fattori interni all’organismo).
La secrezione della melatonina è essenzialmente regolata dalla luce; una volta che gli stimoli luminosi giungono alla retina (quando cioè vengono stimolati i fotorecettori retinici), l’epifisi riceve un segnale che “ordina” di inibire il rilascio della sostanza; la mancanza di luce, invece, serve da stimolo alla secrezione.

La melatonina è una sostanza prodotta prevalentemente dall’epifisi (anche ghiandola pineale)
Durante le ore serali l’epifisi inizia a secernere melatonina e i livelli plasmatici di tale sostanza aumentano fino a raggiungere il loro picco nelle ore centrali della notte; tali livelli si abbassano drasticamente nel corso delle ore mattutine.
I livelli plasmatici della sostanza sono piuttosto bassi nel corso dei primi tre mesi di vita e non si registrano particolari differenze tra i livelli plasmatici diurni e quelli notturni; dopo il terzo mese di vita i livelli iniziano progressivamente ad aumentare e raggiungono il loro picco quando il soggetto ha circa tre anni di vita.
Con l’età, la produzione inizia a decrescere, sebbene molto lentamente, in quanto si assiste a una progressiva calcificazione della ghiandola pineale, la maggiore responsabile della secrezione dell’ormone in questione.
Favoriscono la produzione di melatonina la vitamina B6 e la vitamina B3, mentre la deprimono l’alcol, il fumo, i tranquillanti, la caffeina, la vitamina B12, l’ibuprofene (antinfiammatorio) e altri farmaci.
Melatonina: l’integratore
La melatonina può essere sintetizzata artificialmente in laboratorio ed essere utilizzata come farmaco (o, se si vuole, come integratore); è disponibile in commercio sotto varie forme (compresse, gocce ecc.). Gli scopi della sua commercializzazione sono molteplici e non è certo azzardato affermare che la melatonina sia stata negli ultimi anni una delle sostanze più gettonate. È stata infatti proposta per combattere l’invecchiamento, determinate forme di cancro (era una delle sostanze chiave della cura Di Bella), varie patologie cardiovascolari, malattie degenerative e via discorrendo.
In realtà, come spesso accade nel mondo dell’integrazione, ci sono molto ottimismo e molta superficialità nelle varie proposte che si sono man mano succedute.
Quello che scientificamente è ormai certo è il ruolo della melatonina nella normalizzazione del sonno (appare quindi giustificato il suo impiego per evitare i fastidi del cosiddetto jet lag). Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sulle reali proprietà di questa sostanza.
La melatonina per dormire
L’impiego della melatonina per dormire si può sintetizzare nei seguenti casi:
- jet lag
- regolazione ciclo sonno-veglia nei non vedenti e nei turnisti
- insonnia (soprattutto negli anziani)
- sindrome della fase del sonno ritardata
- riduzione dei sintomi di astinenza (nicotina, benzodiazepine ecc.)
- disturbi nello sviluppo infantile (autismo, paralisi cerebrale e ritardo mentale).
Per approfondimenti si consulti l’articolo Melatonina per dormire.
Melatonina: altri effetti e benefici
Come detto, l’assunzione di melatonina è stata proposta per il trattamento di moltissimi disturbi, alcuni di essi anche piuttosto gravi. Alcuni la suggeriscono infatti per coloro affetti da malattia di Alzheimer, lievi forme depressive, discinesia tardiva, emicrania e altre forme di mal di testa, epilessia, fibromialgia, sindrome da fatica cronica, sindrome dell’intestino irritabile, osteoporosi e tinnito. Non sono mancati i suggerimenti anche per quanto riguarda alcune forme tumorali (tumori al cervello, alla prostata, al seno ecc.) nonché come sostanza utile ad alleviare i disturbi legati ai trattamenti chemioterapici e come sostanza antinvecchiamento.
Come si vede, sono molte le problematiche per le quali, secondo alcuni, sarebbe opportuno assumere melatonina; è però pur vero che attualmente non ci sono evidenze scientifiche tali da giustificare un’assunzione regolare di tale integratore.
Due parole in più vale la pena spenderle su cancro e invecchiamento.
Melatonina e cancro
Il sostanziale fallimento della teoria Di Bella (checché se ne dica, se la melatonina funzionasse come sostanza anticancro la pubblicità fatta dalle centinaia di persone guarite avrebbe definitivamente chiuso il discorso), può soltanto far pensare che la melatonina sia una delle sostanze degne di studio in ambito oncologico, ma nulla di più.
Melatonina e invecchiamento
La melatonina riduce i radicali liberi meglio di altri antiossidanti. Ha un potere doppio rispetto alla vitamina E e cinque volte superiore al glutatione; particolarità importante è che essendo solubile in acqua e in grasso può agire contro i radicali liberi in ogni ambiente (la vitamina C non è solubile nei grassi e la vitamina E in acqua). Inoltre stimola il sistema immunitario avendo una particolare affinità per i linfociti T (sia i killer, operativi, sia gli helper, coordinativi), la nostra miglior risorsa contro gli attacchi esterni. Nonostante queste proprietà, ha meno controindicazioni la classica cura antinvecchiamento a base di un cocktail vitaminico (vitamina E, vitamina C e multivitaminico) perché, presa per lunghi periodi, la melatonina può avere effetto depressivo in soggetti predisposti. In altri termini: la melatonina è un ormone e sperare che la sua assunzione per lunghi periodi non dia effetti collaterali è molto ottimistico, al più si tratta di valutare i pro e i contro
Controindicazioni ed effetti collaterali
Fra le controindicazioni della melatonina ricordiamo:
- gravidanza e allattamento
- bambini in età pediatrica
- assunzione di farmaci ipertensivi
- diabete mellito
- flumazenil
- rimedi erboristici.
Fra le interazioni farmacologiche ricordiamo:
- sonniferi
- caffeina
- fluvoxamina
- antidiabetici
- immunosoppressori
- anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici
- verapamil.
Si consulti l’articolo Melatonina – Controindicazioni ed effetti collaterali per gli approfondimenti.
Melatonina: dosaggio
In base alle più recenti ricerche i dosaggi consigliati sono i seguenti: agli adulti che intendono combattere l’insonnia vengono consigliati da 0,3 a 5 mg di melatonina prima di coricarsi; ai bambini affetti da disturbi dello sviluppo (autismo, paralisi cerebrale e ritardo mentale) dovrebbero essere somministrati 5 mg al giorno (alle ore 20).
Per combattere il jet lag si consigliano da 0,5 a 5 mg prima di coricarsi (giorno di arrivo a destinazione); nei giorni successivi (per circa 5 giorni) si deve continuare ad assumere gli stessi dosaggi, anche se alcuni suggeriscono una lieve riduzione.
Per la prevenzione della cefalea a grappolo vengono consigliati 10 mg tutte le sere.
Per la riduzione dei sintomi da astinenza da benzodiazepine si consiglia l’assunzione di 2 mg di melatonina a rilascio prolungato, tutti i giorni prima di coricarsi per un periodo di 6 settimane (nella seconda settimana il dosaggio della benzodiazepina viene ridotto del 50%, nella terza e nella quarta del 75% e nella quinta e sesta settimana la benzodiazepina viene abbandonata). La terapia può essere protratta per circa 6 mesi.