Negli ultimi anni gli integratori per abbassare la pressione hanno ottenuto un crescente successo. Non c’è da meravigliarsi più di tanto dal momento che la pressione alta (più tecnicamente, ipertensione arteriosa) è una condizione patologica estremamente diffusa, in particolar modo nei Paesi industrializzati. Non è sicuramente un caso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità consideri l’ipertensione arteriosa* uno dei maggiori problemi di salute pubblica (le stime parlano di circa 9 milioni di decessi a essa attribuibili). Anche nel nostro Paese le cifre sono impietose: 16 milioni di italiani sono ipertesi. Molte persone, una volta divenute consapevoli del problema, cercano di correre ai ripari, non sempre con lo stesso tipo di approccio.
Pressione alta: cosa fare?
La prima cosa da fare è quella di cercare di risalire all’origine del problema; se è vero che nella stragrande maggioranza dei casi il problema è legato a uno scorretto stile di vita, è altrettanto vero che esistono forme di ipertensione che sono legate alla presenza di specifiche condizioni patologiche (ipertiroidismo, nefropatia parenchimale, coartazione dell’aorta ecc.) ed è quindi necessario escludere la loro presenza.
Una volta accertato che il problema è legato a problematiche derivanti da un cattivo stile di vita (sovrappeso, obesità, alimentazione scorretta, sedentarietà, fumo di sigaretta ecc.), si dovrebbe prima di tutto intervenire adottando abitudini corrette (vedasi il nostro articolo Il buon stile di vita).
Purtroppo molte persone non riescono a reagire nel modo più giusto e preferiscono sbrigativamente adottare, talvolta assecondate dal proprio medico curante, soluzioni più facili, ovvero farmacologiche (che invece dovrebbero essere l’extrema ratio). Altre persone, invece, con valori pressori non particolarmente preoccupanti, seppur non salutistici, tentano un approccio più “soft” della cura farmacologica, vale a dire l’assunzione di integratori per l’abbassamento dei valori pressori, talvolta associandoli a una dieta dimagranti e a una attività sportiva.
Integratori per abbassare la pressione
Si possono essenzialmente distinguere due categorie di integratori per abbassare la pressione sanguigna:
- integratori a base di piante o estratti vegetali;
- integratori a base di sali minerali, acidi grassi e amminoacidi.
Nella prima categoria si trovano piante o estratti vegetali che hanno azione diuretica più o meno marcata (per esempio, ananas, betulla, carciofo, cipolla, equiseto, finocchio, mela, tarassaco ecc.) e altri che hanno azione ipotensiva (aglio, cipolla, betulla, biancospino, ginkgo biloba, mirtillo, pervinca, uncaria, vischio, vite rossa ecc.). Alcune piante, vedasi per esempio la cipolla, hanno sia azione diuretica che direttamente ipotensiva.
Fra le sostanze appartenenti alla seconda categoria vanno citati il potassio (che sembra agire sia riducendo la pressione arteriosa, sia aumentando l’escrezione urinaria di sodio; le dosi consigliate allo scopo sono di 2.500-4.000 mg/die), il magnesio (la dose giornaliera efficace allo scopo, tra 120 e 980 mg, è decisamente superiore al dosaggio quotidiano raccomandato), acidi grassi omega-3 (dosaggio consigliato 1 g/die), arginina (riduce la pressione arteriosa migliorando la capacità dei vasi di dilatarsi e costringersi elasticamente; il dosaggio consigliato allo scopo è di 8 g/die).

Si possono essenzialmente distinguere due categorie di integratori per abbassare la pressione sanguigna: integratori a base di piante o estratti vegetali e integratori a base di sali minerali, acidi grassi e amminoacidi
Gli integratori per abbassare la pressione sono efficaci?
Quanto sopraddetto deve essere poi valutato secondo la reale efficacia della soluzione. Diciamolo chiaramente:
un integratore non può curare una patologia.
In altri termini, se non ha effetti collaterali non fa praticamente nulla perché non è in grado di spostare significativamente gli equilibri che si sono prodotti nel nostro corpo. Gli integratori vanno bene per persone sane per migliorare alcuni aspetti della loro vita; anche in questo caso gli effetti sono piccoli, ma sommati nel medio-lungo periodo possono essere interessanti.
Per una persona malata (e un iperteso lo è) non ci sono che il cambio delle condizioni di vita e/o i farmaci assunti sotto controllo medico. L’obiezione più comune a questa posizione è che ci sono cure naturali che sono alternative ai farmaci. In realtà, quest’affermazione incorre spesso in due problemi.
Il primo è il classico errore naturalistico (vedasi La natura) di chi ritiene che tutto ciò che è naturale sia buono. Ogni persona dotata di spirito critico (a proposito, scoprite se ne avete con il nostro test) dovrebbe capire che ci sono tantissime sostanze naturali che fanno malissimo e che anche quelle che generalmente fanno bene possono essere dannose se assunte in grande quantità.
Il secondo è già stato discusso nella prima parte: un integratore naturale che fa veramente qualcosa non è più un integratore, bensì un farmaco. Ci sono molti rimedi fitoterapici che:
- non fanno praticamene nulla se assunti a bassi dosaggi;
- sono di fatto dei farmaci se assunti a dosaggi significativi (e quindi andrebbero assunti sotto controllo medico; si approfondisca l’argomento con il nostro articolo Rimedi fitoterapici: i rischi).
Da leggere: Pressione alta: i rimedi.
* si può parlare di ipertensione arteriosa in presenza di valori superiori a 140 mmHg per la pressione sistolica (la cosiddetta massima) e a 80 mmHg per la pressione diastolica (la minima).