Il glutatione è una combinazione dei tre aminoacidi (cioè è un tripeptide), cisteina, acido glutammico e glicina.
Glutatione: a cosa serve?
La medicina ufficiale non si è ancora pronunciata sulle proprietà antiossidanti di questa sostanza (esistono oltre 60.000 ricerche sul metabolismo e sulle funzioni biologiche, ma nessuno ha dato corso a una ricerca su larga scala sulle presunte proprietà antinvecchiamento: il perché è comprensibile dopo aver letto della ricerca chiave alla fine di questo articolo), mentre nel mondo dell’integrazione (spesso troppo interessato commercialmente) ci si spinge persino a proporlo per curare l’AIDS e varie forme di cancro.
Il motivo di questo interesse è che il glutatione, insieme al selenio, forma l’enzima glutatione perossidasi, un potente antiossidante (ricordiamo anche l’azione della superossidodismuatasi –SOD- e delle vitamine E, A, C, K, del selenio, della cisteina ecc.) a livello intracellulare (la concentrazione del glutatione varia da 1 a 10 mM, a seconda delle cellule). Poiché ha un legame gamma (anziché un comune legame alfa) fra i primi due aminoacidi, è molto resistente alle degradazioni delle peptidasi intracellulari. Esso interviene in reazioni enzimatiche e non enzimatiche e la parte di esso che va persa deve essere rigenerata da una nuova sintesi, a partire dai tre aminoacidi componenti.
Può essere utilizzato anche come chelante dei metalli tossici, concorrendo a eliminarli dall’organismo.
A chi è alla continua ricerca dell’elisir di lunga vita, la funzione antiossidante e quella chelante sono bastate per ritenere che il glutatione:
- possa servire come potente antiossidante (l’esagerata importanza del glutatione come antiossidante è legata alle sue funzioni biologiche; purtroppo è tutto ottimismo…);
- possa funzionare da detossicante.

Cibi ricchi di glutatione
Il glutatione detossicante
Sul secondo punto occorre rilevare che la visione del corpo umano contaminato da innumerevoli tossine è decisamente poco scientifica. Se ciò fosse vero, ogni agente detossicante migliorerebbe la performance di atleti che, non più intossicati, sarebbero liberi di esprimere tutto il loro potenziale. A oggi nessun detossicante migliora significativamente le prestazioni degli atleti. Cosa significa ciò?
- Il concetto di detossicazione non si riferisce alla globalità della popolazione.
- Molti metodi per misurare il presunto livello di intossicazione (come il mineralogramma) hanno un grado nullo di attendibilità.
- I pochi metodi che rilevano livelli di intossicazione in soggetti apparentemente sani, lo fanno in condizioni comunque facilmente individuabili e non validi per tutta la popolazione: stili di vita scorretti o ambienti di lavoro inquinati. Basta evitare questi due problemi perché il livello di intossicazione possa essere gestito senza problemi dalla capacità di reazione del proprio corpo.
- In caso di intossicazione acuta, si parla di dosi da 600 mg; è del tutto ottimistico che dosi 30 volte inferiori (quelle di solito consigliate) possano salvarci da un inquinamento che o non c’è (e allora il glutatione è inutile) o, se c’è viene gestito tranquillamente dalla dose di glutatione che il nostro corpo riesce a sintetizzare.
Glutatione orale: come assumerlo?
Nel 1992 la ricerca di Witschy, Reddy, Stofer, Lauterburg (Eur. J. Clin. Pharmacol.1992; 43(6):667-9) ha dimostrato che, a causa dell’idrolisi del glutatione della gamma-glutamiltransferasi intestinale ed epatica, l’assunzione di glutatione per bocca (anche fino a 3 grammi al giorno) non aumenta significativamente i livelli di tale sostanza nell’organismo.
Da allora molte aziende produttrici di integratori si sono affannate per dimostrare che l’assunzione orale di glutatione qualcosa facesse (per inciso, se funzionasse, perché le grandi multinazionali del farmaco, così avide di business, non l’avrebbero proposto al mercato?
Da allora la valutazione non è cambiata. Se si consulta per “glutatione” la banca dati del National Institute of Health si scopre che research suggests that glutathione is not orally bioactive, and that very little of oral glutathione tablets or capsules is actually absorbed by the body. E allora perché certe ricerche (ricordiamo che una ricerca non fa scienza) sembrano affermare il contrario?
Secondo la ricerca di Richie et al. (2015) il glutatione diminuirebbe lo stress ossidativo. Peccato che ci voglia un’assunzione di 1 g al giorno per 6 mesi per avere un incremento di solo il 30% del glutatione circolante (e c’è chi suggerisce una dose di 25-30 mg: in altri termini, o viene assunto per iniezione o per via orale la dosse consigliata è troppo bassa; infatti i farmaci che lo usano come disintossicante contro le intossicazioni acute si usano per via endovenosa o intramuscolo).
Curioso il fatto che la ricerca di Allen e Bradley (2011) sia stata proposta come esempio dell’efficacia della somministrazione orale, quando le conclusioni dicono chiaramente il contrario: No significant changes were observed in biomarkers of oxidative stress, including glutathione status, in this clinical trial of oral glutathione supplementation in healthy adults.
Nella ricerca di Aoi e al (2015) 8 (sì, leggasi 8) uomini sono stati sottoposti a somministrazione di glutatione orale (1g/giorno) per due settimane, poi si è misurato il lattato alla fine di un esercizio al cicloergometro al 40% della frequenza massima per un’ora. Si è scoperto che il gruppo che aveva assunto l’integratore aveva un lattato di 2,9 mM contro 3,4 mM di chi non l’aveva assunto. La ricerca appare inconsistente. Innanzitutto, perché un campione di 8 soggetti è statisticamente non significativo; secondariamente perché una fatica al 40% della soglia massima (per esempio 76 battiti per chi ha una freq. max. di 190) è praticamente nulla e il lattato prodotto dovrebbe essere addirittura quello basale (se il soggetto è allenato) e quindi non dipenderebbe certo dallo sforzo sportivo.
Altre ricerche (come quella di Cofu et al., 2014 sui malati di fibrosi cistica) impiegano la sostanza (anche per via orale) in soggetti gravemente malati; tutti sanno che quello che vale per soggetti malati non necessariamente vale per soggetti sani perché per un soggetto malato basta spostare anche di pochissimo gli equilibri e sta meglio, mentre per un soggetto sano quel pochissimo è ininfluente.
Concludendo, il glutatione orale può essere assunto in capsule, pillole e anche in forma sottolinguale; viene denominato L-glutatione, glutatione ridotto o GSH. Comunque, queste forme orali passano in circolo in quantità molto piccole, tali da non aumentare significativamente i livelli della sostanza nel sangue.
Effetti collaterali
Se dal punto di vista dell’efficacia come integratore i dubbi sono molti, l’uso di glutatione è generalmente ben tollerato e privo di effetti collaterali clinicamente rilevanti (raramente reazioni gastrointestinali).