Il glucomannano è un polisaccaride presente nel tubero dell’Amorphophallus konjac, una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Aracee che da secoli fa parte delle tradizioni culinarie giapponesi e cinesi (è utilizzata come agente gelificante); è formato da catene di glucosio e mannosio (uno zucchero presente in batteri, funghi e piante); è praticamente una fibra insolubile la cui caratteristica principale è quella di legare notevoli quantità di acqua (oltre cento volte il suo peso).
Come altre fibre idrosolubili, il glucomannano è ritenuto in grado di diminuire l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale; una volta ingerito, raggiunge praticamente inalterato l’ambiente intestinale resistendo all’attività di idrolisi. Nell’intestino viene poi degradato dalla flora batterica con formazione di molecole attive biologicamente (acidi grassi a catena corta, mannosio, residui zuccherini ecc.) e che sarebbero responsabili delle azioni metaboliche del polisaccaride. Oltre all’azione metabolica dei cataboliti del glucomannano, si deve considerare quella meccanica che è prodotta dalla quota non digerita e che aumenta la massa fecale richiamando liquidi e facilitando le evacuazioni intestinali; nel contempo è in grado di rallentare l’assorbimento intestinale di carboidrati e lipidi.
Glucomannano: funziona?
Gli integratori a base di glucomannano vengono consigliati generalmente per la riduzione del peso corporeo, per la riduzione del livello dei lipidi ematici e per alleviare la stitichezza; tali integratori vengono solitamente commercializzati sotto forma di polvere oppure di compresse a base di estratto secco.
Secondo le indicazioni riportate sulle confezioni degli integratori, il glucomannano dovrebbe essere assunto circa mezz’ora prima dei pasti principali insieme a un’abbondante dose di acqua; questa modalità favorisce una certa riduzione dell’appetito con conseguente minor introito calorico.
Secondo quanto riportato dalla letteratura internazionale, il glucomannano ha mostrato una certa efficacia nella riduzione dei livelli di colesterolo e trigliceridi nei soggetti affetti da obesità o da diabete di tipo 2, mentre per quanto riguarda la riduzione del peso corporeo i risultati non si sono rivelati particolarmente interessanti.
Effetti dimostrati
Il glucomannano ha mostrato una moderata efficacia nella riduzione del livello di colesterolo in soggetti affetti da obesità (in un recente studio effettuato su un campione di 20 donne affette da obesità, l’assunzione giornaliera di 1 g di questo polisaccaride avrebbe prodotto una significativa riduzione della concentrazione ematica di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo) o da diabete di tipo 2. Come tutte le fibre, è in grado di alleviare la stitichezza.

Dettaglio di una pianta di Amorphophallus konjac
Effetti collaterali e controindicazioni
Il glucomannano non deve essere utilizzato da soggetti affetti da ostruzione intestinale, difficoltà di deglutizione e restringimento esofageo.
Il glucomannano provoca una riduzione dell’assorbimento di micro- e macronutrienti (vitamine, minerali ecc.).
Altri problemi che possono derivare dell’utilizzo degli integratori sono flatulenza, distensione addominale, diarrea e, molto raramente, ostruzione esofagea.
L’utilizzo in gravidanza o durante l’allattamento deve essere concordato con il proprio medico curante.
Glucomannano: dose efficace
Generalmente il dosaggio raccomandato va da 500 mg a 1 g (anche se secondo alcuni autori si può arrivare tranquillamente ai 4 g), 30-60 minuti prima dei pasti principali. Il preparato deve essere assunto insieme a un’abbondante dose di acqua (almeno 250 ml).
A chi serve il glucomannano
Per l’alleviamento della stitichezza è sufficiente seguire una dieta correttamente ricca di fibre; per la riduzione del colesterolo, la supplementazione di glucomannano è consigliabile soltanto dietro precisa indicazione medica e previa valutazione di alternative più efficaci.