L’amla (Emblica officinalis o Phyllantus emblica è una pianta arborea di piccole o medie dimensioni appartenente alla famiglia delle Euforbiacee; è originaria dell’India e cresce nelle zone tropicali e subtropicali del Sud-Est asiatico; è anche nota come Aonla, Amalaki, ribes indiano o semplicemente emblica.
L’amla ha una corteccia liscia di color verde grigio, foglie verdi e frutti sferici di colore giallo o rosa, larghi circa 25 mm e lunghi circa 20.
Da tempo immemorabile i frutti dell’Emblica officinalis vengono sfruttati nella medicina tradizionale cinese e tibetana e in quella ayurvedica.
L’amla viene spesso consigliata per trattare la mancanza di appetito, la costipazione, le infiammazioni intestinali, le emorroidi, la febbre e la tosse.
Le foglie della pianta, sotto forma di infuso, mescolate con il fieno greco, vengono consigliate per trattare la diarrea; il succo ricavato da incisioni del frutto viene utilizzato a mo’ di collirio.
L’emblica fa parte della cosiddetta Triphala, una miscela fitoterapica composta oltre che dall’emblica da altre due erbe indiane, Terminalia chebula e Terminalia belerica, che viene consigliata per diversi tipi di malattie (dovrebbe avere proprietà antitumorali, antimutagene, antidiabetiche e detossificanti).
L’emblica officinalis è anche il costituente principale di un tonico indiano, il Chyawanprash, utilizzato dalla medicina ayurvedica per ridurre i livelli di glicemia post-prandiale e quelli di colesterolo LDL.
Tra i principi attivi contenuti nel frutto dell’emblica, i principali sono l’emblicanina A, l’emblicanina B, la punigluconina e la pedunculagina, sostanze che fanno parte della categoria dei tannini. L’amla ha un buon contenuto di vitamina C.
Come già accennato, all’emblica sono attribuite diverse proprietà; secondo la medicina ayurvedica, sarebbe dotata di proprietà adattogene, antinvecchiamento, antidiabetiche, antinfiammatorie, antitussive, anticarcinogeniche, ipocolesterolemizzanti e epatoprotettrici.
La medicina ayurvedica suggerisce anche l’uso dell’emblica in ambito cosmetico (come tonico per i capelli e come protettore cutaneo).

Amla (Emblica officinalis o Phyllantus emblica)
L’emblica officinalis (amla) e gli integratori “miracolosi”
Da una mail:
Ha visto la trasmissione “Salute”, in onda su Raidue? Parlava di Emblica officinalis (amla), o fiore della vita, come “potente antiossidante” utilizzato dalla medicina ayurvedica.
In Internet pare ne parlino bene, anche troppo. È possibile avere un suo parere?
Ci arrivano spesso mail che chiedono “informazioni sicure” su prodotti (spesso di origine vegetale/naturale, perché se fossero di natura artificiale/chimica spaventerebbero troppo il potenziale consumatore) che promettono miracoli.
Qualche tempo fa, per esempio, ho ricevuto una mail dove mi si chiedevano notizie di studi indipendenti (cioè non del produttore) su un prodotto che “previene i tumori, migliora le difese immunitarie, diminuisce il colesterolo e il diabete”. Sempre sullo stesso prodotto, in Rete si legge che è un’alga dalle proprietà miracolose tanto che, nell’isola giapponese dove si trova, la gente non muore di cancro.
Una delle caratteristiche che contraddistingue la persona di buon senso (sprecare il termine “razionale” è un controsenso) è che scarta subito ogni situazione che viene demolita da un Ma se…, cioè da un ragionamento che, dando per vera la situazione, trova una conseguenza che nella realtà non si verifica.
Per aiutare chi non ci arriva, nel sito ho esplicitato l’uso del Ma se nel caso degli integratori miracolosi (principio delle multinazionali): se un integratore fosse veramente miracoloso, le case farmaceutiche multinazionali, che sono attentissime al business, l’avrebbero fatto proprio e lo proporrebbero sul mercato, la comunità scientifica internazionale lo approverebbe, chi lo ha scoperto vincerebbe il Nobel ecc. Se ciò non avviene e l’integratore è proposto da persone o aziende di secondo piano, utilizzando la grande enfasi tipica di chi vuole convincere gli eschimesi a comprare il ghiaccio, state sicuri: non funziona.
Capisco che la gente poco razionale (il poco è un eufemismo, probabilmente si potrebbe parlare di razionalità negativa) creda a tutto, ma la cosa che mi sorprende maggiormente è che ci siano persone scettiche che “comunque” vogliono approfondire la questione, affascinate dalla domanda “e se poi fosse vero?”. Come giudichereste una persona che mi scrivesse: “Caro Albanesi, a me sembra una bufala, ma un mio conoscente mi ha detto che ha un sistema che nel giro di sei volte ti fa centrare il sei al Superenalotto. Me lo vende per 1.000 euro. Come posso approfondire la questione per vedere se dice la verità?”?
Queste persone sono borderline, sul ciglio del baratro; una volta avanti con gli anni diventeranno le classiche vittime delle truffe agli anziani.