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Indice di Albanesi

L’indice di Albanesi, un indice di valutazione dei formaggi, è sicuramente, fra i tanti indici che ho inventato per meglio spiegare i concetti che introduco, uno dei più interessanti in assoluto.

Praticamente tutti i formaggi (a parte alcune sfortunate eccezioni che usano conservanti, polifosfati ecc.) sono nutrizionalmente accettabili; il gusto è un fatto decisamente soggettivo e non può essere messo sicuramente al primo posto di un discorso che vuole essere razionale. Anche l’indice di sazietà, già più oggettivo perché si può mediare su campioni ampi, non è comunque sufficiente perché si limita a valutare solo l’aspetto dietetico del prodotto: per chi non è a dieta e non deve perdere chili ha un’importanza relativa. Per questo motivo peggio sarebbe stato limitarsi alle sole calorie.

Da un punto di vista salutistico occorreva poi assolvere formaggi grassi come il grana che nutrizionisti poco coerenti spingono come esempio di cibo eccellente, dimenticandosi che pochi secondi prima avevano demonizzato i grassi saturi (e il grana ne ha tanti).

Insomma come comporre tutti questi problemi? Appunto con l’indice di Albanesi dei formaggi, definito come:

I=Calorie/Proteine.

In altri termini, si ragiona così. Ogni formaggio contiene grassi saturi che non sono da demonizzare, ma che ha senso limitare sia per un discorso calorico sia salutistico (una quota ragionevole è il 10% del fabbisogno giornaliero). La parte veramente pregiata è quella proteica. Per equilibrare i due punti, basta usare il rapporto calorie/proteine.

Nella tabella sottostante scopriamo che i formaggi sono mischiati senza relazione al tipo o alle calorie. Non ha cioè senso dire che una ricotta (a dire il vero un latticino, ma non è il caso di precisarlo ogni volta, visto che per gran parte della popolazione è un formaggio) è buona perché ipocalorica o che la mozzarella è meglio del grana o viceversa. In neretto, infatti, sono evidenziati i formaggi generici trovati al banco Despar. Notate l’incredibile indice di Philadelphia, nelle due versioni normale e light.

Dal discorso appena fatto, risulta fondamentale che un formaggio abbia l’etichetta nutrizionale. Un formaggio senza etichetta può essere buonissimo, ma di lui nulla si può dire dal punto di vista salutistico.

All’interno della tabella, poi lavora il gusto. Io per esempio trovo l’Invernizzina Light un po’ troppo compatta e preferisco la ricotta Pettinicchio. Al parmigiano preferisco il pecorino che ha un indice attorno a 12,5.

L’indice di Albanesi spiega anche perché i fiocchi di latte li abbiamo separati dai formaggi nella nostra suddivisione in categorie alimentari. I fiocchi di latte Vitasnella hanno per esempio un indice di Albanesi di solo 7,95!

formaggi

Indice di valutazione dei formaggi (indice di Albanesi) – La tabella

Alcuni esempi (la tabella aggiornata nella categoria formaggi).

Prodottokcal/100 gProteine/100 gIndice
Invernizzina Light1751710,29
Emmenthal bavarese3763311,39
Grana Padano3843311,64
Parmigiano3923311,88
Ricotta vaccina Locatelli1191011,9
Ricotta Pettinicchio1441212
Mozzarella ciliegie Locatelli2562112,19
Mozzarella Vallelata2211713
Leerdammer3602713,33
Babybel3082313,39
Emmenthal svizzero3952913,62
Galbanino3402414,17
Mozzarella Santa Lucia2581814,33
Mio1921314,77
Tigre2962014,8
Edamer3702514,8
Asiago3602415
Provolone Auriccchio3982515,92
Certosa Galbani2571517,13
Linea Osella2851617,81
Ricotta Santa Lucia Galbani146818,25
Invernizzina2931519,53
Squacquerone Invernizzi26513,519,63
Caprice des Dieux34516,421,04
Ricotta Vallelata Galbani1657,621,71
Philadelphia Light1907,625
Robiola Vallelata Galbani2701027
Philadelphia2805,352,83

La classificazione della dieta italiana

Partendo dalle 5 stelle si trova la valutazione del prodotto.

Fattori che abbassano la valutazione fino a una stella (le stelle indicate sono quelle che si perdono!)

Calorie superiori a 350 kcal/100 g.

Prodotti senza additivi e indice di Albanesi fra 12 e 14.

Prodotti senza additivi e indice di Albanesi fra 14 e 20.

Prodotti senza additivi e indice di Albanesi superiore a 20.

Prodotti che contengono ingredienti nocivi e/o sospetti.

Difficilmente si riscontrano additivi aggiunti, con la sola eccezione dei formaggini in cui si aggiungono spesso i polifosfati.

È importante distinguere fra i vari additivi. Alcuni sono assolutamente innocui (acido citrico, sorbati, acido lattico ecc.), altri sono da evitare come l’E239 usato nei provoloni o la natamicina.

Alcuni prodotti aggiungono conservanti sulla crosta o comunque all’esterno del formaggio. In questo caso basterebbe non consumare la crosta, ma è opportuno valutare comunque la nocività dell’additivo usato.

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