Il fruttosio fa male? Da qualche tempo, il fruttosio è decisamente chiacchierato e sono molti quelli che cominciano a dubitare sull’opportunità del suo utilizzo; utilizzo che, rispetto a quello che se ne faceva nei primi anni del XX secolo, è decisamente aumentato (è praticamente quadruplicato).
Infatti, oggi in molti soggetti la maggior parte dell’assunzione giornaliera di questo carboidrato non deriva solo dalla frutta, ma dallo sciroppo di mais ricco di fruttosio (più comunemente noto come sciroppo di fruttosio, conosciuto anche come HCFS. acronimo dei termini High Fructose Corn Syrup) e dal saccarosio. Lo sciroppo di fruttosio è contenuto in moltissime bibite in sostituzione del comune zucchero.
Il tutto parte soprattutto da un’ormai relativamente recente (2013) ricerca del Centro galiziano per la Ricerca Biomedica in Fisiopatologia della Obesità e della Nutrizione che ha correlato l’abuso di fruttosio con gravi alterazioni del metabolismo.
La ricerca – L’ingestione di grandi quantità di fruttosio negli animali da laboratorio per un tempo sufficientemente prolungato provoca una resistenza alla leptina, l’ormone proteico che regola il livello di lipidi nel sangue. Ciò ovviamente può favorire l’obesità. Inoltre aumenterebbe anche la resistenza all’insulina, cosa particolarmente critica per i diabetici. Infine, l’abuso di fruttosio provocherebbe un aumento dei trigliceridi nel sangue e abbassa il colesterolo HDL (il cosiddetto colesterolo buono), aumentando il rischio di serie patologie cardiovascolari.

Il fruttosio (noto anche come levulosio o fruttoso) è un monosaccaride (i monosaccaridi sono gli zuccheri cosiddetti semplici) che si trova nella stragrande maggioranza dei frutti zuccherini (da qui il nome che lo contraddistingue; mele e pere ne sono particolarmente ricche), nel miele e anche in alcune verdure.
Una valutazione – Somministrare megadosi di una sostanza per un tempo prolungato è il miglior modo di ottenere effetti negativi, qualunque sia la sostanza! Persino l’acqua può essere mortale se assunta in dosi eccessive (si pensi all’iponatriemia, eccessiva diluizione che riduce i livelli di sodio nel sangue). La ricerca è banale perché si sa già che l’eccesso di qualsiasi sostanza nutritiva (anche benefica) porta a una disfunzione metabolica.
Pertanto, per chiunque segua un’alimentazione equilibrata la ricerca non ha, di fatto, alcun spessore pratico. Come suggerisce la regola della dieta italiana (Per chi è normopeso non esistono cibi buoni e cibi cattivi), non è possibile abbuffarsi di fruttosio senza ingrassare e quindi avere i problemi citati dalla ricerca.
Infatti, come abbiamo visto nei paragrafi iniziali, il fruttosio si assume non solo dalla frutta, ma anche dallo sciroppo di mais e dallo zucchero (è un disaccaride).
Un soggetto normopeso con alimentazione corretta non si abbuffa né di bibite né di zucchero (vedasi la regola della dieta italiana: La dieta italiana sconsiglia l’uso di tutti quegli alimenti con zucchero “aggiunto” per i quali esiste un’alternativa senza zucchero (bevande, yogurt, marmellata, succhi di frutta, frutta sciroppata, macedonie di frutta ecc.).
Sintetizzando:
per un soggetto con un buon stile di vita l’eccesso di fruttosio non si verifica.
Ovviamente il discorso è interessante per tutti coloro che hanno patologie e anziché migliorare il loro stile di vita, cercano scorciatoie (come per esempio la sostituzione dello zucchero con il fruttosio per continuare a soddisfare il loro gusto del dolce). Anche in questo caso occorre però stare molto attenti a non scambiare correlazioni per cause.
Per esempio, l’HFCS (lo sciroppo di fruttosio) avrebbe effetti dannosi sul fegato di chi è affetto da steatosi epatica non alcolica. Una ricerca pubblicata su Hepatology (M. Abdelmalek et al., Duke University Medical Center) ha preso in esame 427 pazienti con steatosi epatica non alcolica, scoprendo che solo il 19% di loro non consuma bevande zuccherate. Probabilmente se si fossero presi in esame 427 soggetti sani si sarebbe trovata una percentuale superiore all’80% che comunque consuma bevande zuccherate!
Quindi regola finale: non demonizzate il fruttosio, basta non abusarne!