Da pochi mesi a questa parte (ovvero da novembre 2020) è cambiata la normativa che regolamenta le etichette dei salumi, rendendo obbligatorie alcune informazioni importanti circa l’origine degli animali da cui sono stati ottenuti. I prodotti interessati da questo nuovo regolamento sono svariati e comprendono insaccati, salumi e wurstel. In particolare, la nuova normativa prevede l’obbligo di indicare:
- il Paese di nascita degli animali
- il Paese di allevamento
- il Paese di macellazione.
Questo per evitare che salumi ottenuti a partire da animali allevati in un Paese straniero siano illegittimamente spacciati, per fini commerciali, come italiani, quando magari è avvenuto in Italia il solo processo finale di macellazione.
Attenzione: se tutti i processi sono stati effettivamente compiuti nello stesso Paese allora è possibile semplificare la procedura e indicare sull’etichetta dei salumi solamente la dicitura “origine” seguita dal nome del Paese. È anche possibile trovare, con la medesima valenza, la dicitura “100% italiano”.
Viceversa, se sono state impiegate carni di animali nati, allevati e macellati in Paesi non specificati, il prodotto può recare la dicitura “Origine UE”, “Origine extra UE” oppure “Origine UE ed extra UE”.
Un ultimo aspetto importante è che la normativa è italiana, pertanto riguarda solo prodotti destinati a essere commercializzati in Italia.
Sono esclusi da questa normativa i prodotti DOP, come il Prosciutto crudo di Parma oppure il San Daniele, in quanto è implicito nel loro disciplinare l’obbligo di impiegare animali italiani. Animali provenienti da altri Paesi potranno essere usati dai produttori di salumi italiani per la realizzazione di salumi non DOP, previa indicazione in etichetta delle informazioni precedentemente descritte.
Come sottolineato anche da altri autori, è comunque bene precisare che la qualità di un prodotto è determinata da un insieme molto ampio di fattori, fra i quali il Paese d’origine è solo uno dei tanti. Ci si potrebbe anzi spingere ad affermare che l’indicazione del Paese d’origine sulle etichette dei salumi è molto importante, ma più per una questione di correttezza che non per motivi salutistici. Se un animale è stato solo macellato in Italia, ma è nato e cresciuto all’estero è sicuramente scorretto fare leva sul “made in Italy” per millantare maggiore qualità, ma dovrebbe anche essere chiaro che un salame potrebbe essere stato preparato con carne suina 100% italiana ed essere ugualmente salutisticamente scadente (per esempio perché zeppo di nitriti!). Attenzione quindi a non dare per scontato che origine italiana sia necessariamente sinonimo di qualità, specie considerando una categoria di prodotti, i salumi, che di per sé sono comunque critici e il cui consumo va salutisticamente limitato.

Sulle etichette dei salumi è importante verificare la presenza di conservanti, in particolare nitriti e nitrati, dannosi per la salute