La durezza dell’acqua è data dal contenuto di sali. Alcuni di essi (bicarbonati di calcio e magnesio) sono solubili in acqua a temperatura ambiente, mentre precipitano, formando incrostazioni, all’ebollizione. Quindi la durezza totale ha una componente dovuta a sali insolubili all’ebollizione che è detta temporanea, mentre quella eliminabile con processi di “addolcimento” è detta permanente.
L’unità di misura più comune della durezza dell’acqua è il grado francese. Secondo le norme CEE acque con meno di 30 gradi francesi sono considerate dolci; altre classificazioni sono più dettagliate, per esempio:
- acque molto dolci: < 7 gradi francesi
- acque dolci: da 7 a 14
- acque poco dure: da 15 a 22
- acque mediamente dure: da 23 a 32
- acque dure: da 33 a 54
- acque molto dure: > 54.
Se si considera per esempio la normale acqua potabile si scopre che “mediamente” i valori sono:
durezza 15-20 gradi francesi, residuo fisso 200-300 mg/l, calcio 40-60 mg/l, magnesio tracce-8 mg/l (ricordo che il residuo fisso è costituito dal sale composto per cui quando si parla per esempio di solfato di calcio, insieme al calcio si conteggiano anche zolfo e ossigeno, quando si parla di sale insieme al sodio si conteggia anche il cloro ecc.).
Alcuni ritengono che l’acqua dei nostri acquedotti vada filtrata perché troppo dura. In realtà è vero solo se ci si riferisce a soggetti con determinate patologie. Infatti, se l’acqua potabile è usata per cucinare, non è certo un problema il contenuto di calcio (mediamente la popolazione non assume abbastanza calcio, tant’è che moltissimi ricercatori lo indicano come unico minerale per cui valga la pena integrare con 0,5 g al giorno, soprattutto per la prevenzione dell’osteoporosi). 10 litri di acqua equivalgono a mezzo grammo di calcio…
Durezza dell’acqua e integratori
Come conciliare la durezza dell’acqua e l’uso di integratori? Ovvero: se assumo integratore di calcio e bevo acqua ricca di calcio si va in sovradosaggio?

Secondo l’OMS l’acqua potabile fornisce dal 5 al 20% del fabbisogno di calcio e magnesio giornaliero a seconda della sua durezza
I fattori da considerare sono i seguenti:
- L’acqua potabile che è usata per cucinare non viene da noi assunta (pensiamo all’acqua della pasta che viene buttata).
- I sali di deposito che si vedono sul fondo per esempio di un bicchiere di acqua potabile non sono solo sali di calcio.
- Anche il calcare non è “calcio puro”. Per esempio il carbonato di calcio ha formula chimica CaCO3, il che significa che 100 g di carbonato di calcio contengono 40 g di calcio.
- Molti composti inorganici non sono facilmente assorbiti dal nostro corpo. È come se una persona anemica pensasse di assumere ferro mangiando sferettine di ferro.
Se si considera per esempio l’acqua di Roma (fonte ACEA), essa contiene 99 mg/l di calcio. Supponiamo che l’integrazione di calcio assunta da una persona sia di 0,5 g. Equivale a bere 5 litri di acqua potabile al giorno (ammesso che si riesca ad assorbire tutto il calcio dai suoi sali contenuti nell’acqua)!