Dimagrire in palestra è possibile? La risposta è sì, ma non è così semplice come potrebbe superficialmente sembrare a prima vista.
Molti utenti delle nostre palestre sono spinti all’attività fisica proprio dalla necessità di perdere qualche chilo di troppo.
Il ricorso alla palestra è spesso la scelta più istintiva (ma non necessariamente la migliore: io, personalmente, continuo a preferire la semplice corsa all’aria aperta), basata sulla possibilità di avere personale qualificato che ci possa seguire, la strumentazione corretta, un luogo confortevole, sempre disponibile, a prescindere dalla variabilità climatica o dall’occupazione delle strutture (come per esempio accade per il tennis).
Nonostante ciò, dalle mail di utenti delusi che ci scrivono, devo rilevare che l’approccio utilizzato per seguire il cliente che vuole dimagrire in palestra è spesso decisamente approssimativo.
Nelle varie fasi di contatto con l’utente vengono infatti commessi troppi errori con il risultato finale di perdere il cliente e di demotivarlo all’impiego dell’attività fisica come mezzo salutistico.
Questo articolo vuole pertanto essere una miniera di consigli per scegliere la palestra giusta.
L’approccio iniziale
Un corretto colloquio iniziale è alla base di ogni strategia vincente e senza di esso si rischia di vanificare ogni sforzo pratico. Pertanto valutate quanto tempo viene dedicato alle vostre esigenze: se si passa subito alla parte “economica” (abbonamento), lasciate perdere.
La motivazione – Sembrerebbe banale concludere che il fatto che il cliente sia venuto in palestra per dimagrire chiuda il discorso sulla motivazione. In realtà, esistono diverse sfumature che vanno colte nella motivazione di base, principalmente due: quanto il soggetto è disposto a “faticare” e quanto è disposto a controllare l’alimentazione? Dovete spiegare chiaramente fino a dove siete disposti a spingervi qualitativamente (fatica) e quantitativamente (quante ore alla settimana) e che regime alimentare state seguendo.
L’alimentazione – L’errore tecnico più comune è lasciar credere al cliente che si possa dimagrire con l’unica arma dello sport. In alcuni casi ciò può essere vero (in soggetti senza un particolare stimolo della fame e con vita alimentare piuttosto controllata), ma nella maggioranza dei casi ciò non è corretto perché il volume di sport che il sedentario riesce a sviluppare è insufficiente per compensare il suo appetito o gli eccessi calorici derivanti da un’intensa attività di relazioni umane (in termini più semplici: le abbuffate ai pranzi di lavoro oppure quelle con amici o parenti).
Pertanto, se il personale della palestra non sembra minimamente interessato al vostro profilo alimentare, lasciate perdere.
L’educazione alimentare – Mentre si sta eseguendo il programma di attività fisica, molti gestori di palestre vanno oltre il semplice consiglio di una maggiore attenzione alimentare; tendono infatti a spingere un determinato modello dietetico.
Personalmente ritengo che la soluzione migliore consista nel giusto dimensionamento delle calorie, tant’è che il mio modello alimentare (dieta italiana) ha definito il fabbisogno calorico necessario per il dimagrimento. Si tratta ovviamente di valori medi, ma utilissimi per un punto di partenza non casuale.
I modelli ormonali (come l’ormai desueta dieta a zona) pensano di risolvere magicamente il problema scegliendo in modo opportuno cibi tali da avere un quadro ormonale che assicuri il dimagrimento a prescindere dalle calorie; spesso si scopre che sono comunque ipocalorici o che sono talmente complessi che il disorientato cliente della palestra non riesce a gestire il cibo, con grande confusione e scoramento finale.
Se è corretto che il personal trainer si informi sull’alimentazione del cliente, è spesso poco utile un’educazione alimentare offerta fra un esercizio e l’altro.
Molti miei lettori (Il metodo Albanesi) che ricorrono alla palestra (anziché alla corsa) per la parte sportiva, sono arrivati al punto di tenere loro un corso di alimentazione al proprio personal trainer!
Mettiamoci all’opera
Dimagrire in palestra è possibile e, in effetti, sono tante le situazioni che possono favorire la perdita di peso. È abbastanza evidente che la teoria (ovvero il mezzo teoricamente migliore) debba accordarsi con la vostra psicologia e il vostro stato fisico; nei paragrafi successivi un’analisi delle due principali possibilità offerte dalla palestra.
Dimagrire in palestra – I pesi sono utili?
Uno degli errori più comuni è di privilegiare i pesi. Dal punto di vista pratico si ottengono scarsissimi risultati cercando di portare al dimagrimento con l’uso principale dell’allenamento della forza. I motivi sono molteplici; vediamo i più importantii:
- Ogni cliente si aspetta un dimagrimento significativo nel giro di uno-due mesi al massimo. Poiché in genere è un sedentario o un ipoattivo, in un mese la gradualità necessaria per non “romperlo” riesce a ottenere risultati veramente modesti sul piano dell’incremento della massa magra (e quindi del metabolismo). In altri termini, non si può utilizzare il concetto, tipico del body builder, che molta massa magra brucia molte calorie.
- Sempre a causa dello scarso allenamento del soggetto, la quantità di calorie bruciata in una sessione di pesi è francamente trascurabile. Consultando il nostro articolo Calorie e sport potete rendervi conto di quanto sia scarso il consumo di una seduta di palestra “media”.
Pesi e alimentazione prima della seduta – Diversi lettori ci chiedono come alimentarsi prima di una seduta più o meno intensa di pesi. Rischiando di deludere qualcuno, la risposta è: non si deve mangiare nulla. Come sa chi conosce la fisiologia sportiva, quello che si mangia deve essere prima digerito, assorbito e poi ritrasferito ai muscoli. Per questo occorre un tempo che va da un’ora circa (prodotti più assimilabili) alle 4 ore (prodotti meno digeribili). Quindi è ottimistico sperare che mangiare 30-60′ prima di un allenamento che dura solo un’ora, un’ora e mezzo al massimo, possa servire a qualcosa perché, mentre si fanno i pesi, ciò che è stato mangiato non è ancora disponibile.
Inoltre 60′-90′ di pesi molto intensi non possono certo intaccare le riserve di energie di un atleta ben nutrito. Infatti chiunque può gestire uno sforzo intenso di almeno 1h30′ senza mangiare nulla prima. Diverso il discorso per quanto riguarda le prove di endurance:
- perché durano più di 1h30′ e provocano un depauperamento di energia;
- perché c’è tempo per cui ciò che è mangiato sia disponibile dopo la digestione.
Anzi, si può usare il problema come test per un personal trainer: cosa devo mangiare 30′ prima della mia ora di pesi? Se dà una risposta diversa da “nulla”, è meglio lasciarlo perdere…

Dimagrire in palestra è possibile? La risposta è sì, ma non è così semplice come potrebbe superficialmente sembrare a prima vista
Dimagrire in palestra: privilegiamo gli esercizi aerobici
Da sempre ritenuta la più efficace per il dimagrimento, dopo le considerazioni espresse precedentemente sui pesi, l’attività aerobica deve essere sicuramente privilegiata.
Purtroppo le variabili per definire un buon programma dimagrante sono molte ed è facile commettere errori. Vediamo i due principali.
- La scelta del mezzo aerobico. Chissà perché in molte palestre si tende a fare di tutto un po’, non capendo che la psicologia del soggetto verso determinati mezzi è decisamente più positiva rispetto ad altri. Difficilmente un soggetto mostra lo stesso gradimento verso tapis roulant, bicicletta o indoor cycling. Altri poi mostrano un gradimento nettamente diverso per esercizi individuali o di gruppo. Se per motivi di business vi orientano verso un corso o una strumentazione che non sono in linea con la vostra psicologia, lasciate perdere; anzi, l’abilità del gestore della palestra consiste proprio stimare il mezzo rispetto al quale riuscirete a dare il massimo.
- Un’attività a livello eccessivamente basso. Per questo tipo di attività ho coniato l’espressione low-intensity training, particolarmente indicata per molti di coloro che si recano in palestra con l’unico scopo del dimagrimento. Se seguite il sito da tempo, siete immuni dal virus del low-intensity training, ma se siete capitati in questo articolo dai motori di ricerca, non pensiate che esistano metodi dimagrimento che comportino un’attività fisica che non richieda fatica. Pertanto sono da scartare quelle palestre dove ci si adatta al desiderio del cliente di dimagrire senza fare fatica (un buon test potrebbe essere quello di fingersi pigri e vedere cosa vi rispondono). In altre si è veramente convinti che per dimagrire occorra bruciare principalmente i grassi e quindi fare attività a basso regime; queste sono le più nefaste perché alla base non c’è preparazione (leggete l’articolo Come far sport per dimagrire per capire l’errore in cui incorrono).
Poiché per dimagrire, si deve lavorare su due parametri (ovvero su durata e intensità) e che probabilmente l’intensità, per quanto il soggetto si impegni, sarà inizialmente limitata, è corretto che vi venga fatto presente che la durata (il numero di ore settimanali) deve essere significativa (almeno 4-5 ore di attività aerobica) per ottenere qualche risultato. Parallelamente dovrebbero crearvi una coscienza sportiva che non rifugga da un esercizio fisico a intensità medio-alta, il solo in grado di ottenere risultati salutistici a medio-lungo periodo.