Il reset metabolico (anche dieta del reset metabolico o reverse diet) è uno di quei concetti alimentari che nelle palestre sono usati con il chiaro scopo di non demoralizzare clienti che sperano, impegnandosi poco, di ottenere comunque grandi risultati.
Vediamo perché è molto accattivante:
- è personalizzato; in tal modo il soggetto da un lato si sente più seguito e dall’altro si convince che il suo caso è un caso “particolare”;
- la causa del sovrappeso è centrata sul metabolismo lento; peccato che tale concetto in un soggetto sano (cioè privo di patologie che comunque portano altri sintomi e segni oltre al sovrappeso) praticamente non esista e che sia del tutto inutile modulare il metabolismo perché chiunque faccia attività fisica e mangi secondo il suo fabbisogno calorico non va in sovrappeso.
Il meccanismo del reset metabolico
Vediamo come funziona: si cerca di capire qual è la quantità di calorie che il soggetto può assumere senza ingrassare. Qui, matematicamente, c’è già una grande incoerenza di fondo. Se il soggetto è in sovrappeso (supponiamo di 10 kg), assumere 1.800 calorie senza ulteriormente ingrassare non è una grande conquista.
A questo punto si incominciano a diminuire le calorie per “far ripartire il metabolismo” (peccato che se un organismo si trova a dover fronteggiare una diminuzione delle calorie per il classico feedback tende a diminuire il metabolismo, non ad aumentarlo!).

Il reset metabolico è uno di quei concetti alimentari che nelle palestre sono usati per non demoralizzare il cliente che spera, con poco impegno, di ottenere comunque grandi risultati.
La complicazione del reset metabolico
Perché in alcuni soggetti sembra funzionare? Semplice, usa il trucco della complicazione: per attuarlo è necessario calcolare tutti i macronutrienti di cui il soggetto ha bisogno (proteine, carboidrati e grassi), in base al peso iniziale, all’attività fisica ecc.
Qui scatta la necessità del “professionista”. Chi non riesce a dimagrire spesso non ha una educazione alimentare e alla fine decide di affidarsi all’esperto.
L’esperto convincerà il discepolo che si dovrà partire da una quota molto bassa (che è quella che farà inizialmente perdere peso) e poi aumentarla di un 2-3% al giorno. In una settimana magari l’aumento sarà di 150 kcal, cioè 30 g di cioccolato o 40 g di pasta, quote minime.
Ovvio che la possibilità di errori è enorme senza una cura maniacale (affidata al soggetto o all’esperto).
Poi arriva il calcolo dei macronutrienti, in verità piuttosto scientifico, ma che disorienta ancor di più il soggetto non particolarmente acculturato e rende praticamente “obbligatoria” la guida del professionista.
Vantaggi e svantaggi
Gli svantaggi del reset metabolico sono evidenti:
- scarsa scientificità delle basi;
- difficoltà implementative senza la guida di personale qualificato;
- risultati basati solo sulla difficoltà della dieta che “complica” l’alimentazione.
Il vantaggio è che il soggetto entra, magari per la prima volta, in contatto con concetti importanti per formarsi un’educazione alimentare.