La dieta Weight Watchers (Weight Watchers è un’espressione inglese che possiamo tradurre come sentinelle del peso) è stata ideata agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo da Jean Nidetch (il cognome è quello da sposata, quello da nubile è Slutsky), una casalinga newyorchese nata nel 1923 a Brooklyn (e morta il 29 aprile 2015).
La Nidetch combatteva da anni con il sovrappeso e all’età di 38 anni arrivò a pesare 97 kg per un’altezza di poco inferiore ai 170 cm; nel corso degli anni aveva provato diverse diete, ma non aveva mai ottenuto successo. Determinata a non arrendersi ai chili di troppo, Jean decise di provare ancora una volta a dimagrire studiando in prima persona il problema; pensò quindi di combinare un regime dimagrante con le riunioni di gruppo di supporto i cui componenti, tutti in sovrappeso, furono reclutati fra amici e conoscenti.
Il sistema ideato dalla intraprendente casalinga prevedeva quindi, oltre al sottostare al regime ipocalorico, riunioni settimanali fra i membri del gruppo nelle quali si doveva fare il punto sulla situazione discutendo sia dei progressi sia dei vari problemi legati al nuovo metodo.
La trovata di Jean funzionò, tant’è che nel 1963, fondò la Weight Watchers, Inc., una compagnia della quale entrarono a far parte manager, dietologi, esperti di marketing e via discorrendo. La cosa non finì in una bolla di sapone e, pochi anni dopo, per la precisione nel 1968, la Weight Watchers acquisì una dimensione di carattere internazionale.
La Nidetch si ritirò dagli affari nel 1984, ma la compagnia è tuttora quotata in borsa con il nome di Weight Watchers International, Inc.
In Italia, il metodo Weight Watchers è giunto nel 1973 e per più di trent’anni la Weight Watchers Italia è stata presente sul mercato; ha chiuso però i battenti nel dicembre 2006. In altri Paesi, invece, il business funziona ancora alla grande; nella vicina Francia, per esempio, si calcola che nel corso di un anno si tengano quasi 2.000 riunioni che vedono una partecipazione complessiva di circa 45.000 persone. Al momento il marchio Weight Watchers commercializza anche tutta una serie di prodotti, libri e proposte di ricette.
Insomma, dal 1961, il metodo Weight Watchers, partito come semplice dieta ha conosciuto una certa evoluzione diventando un vero e proprio sistema di alimentazione volto, non solo al dimagrimento (la classica dieta dimagrante), ma anche al mantenimento del peso.
Parlando di dieta Weight Watchers, quindi, appare corretto considerarla come un modello alimentare vero e proprio piuttosto che come un insieme di regole per dimagrire di X chili in Y giorni. Tuttavia questa definizione non è completamente esatta, in quanto la dieta (o il sistema) Weight Watchers ha alcuni punti deboli, evidenziati in seguito, che le impediscono di essere un vero e proprio modello alimentare perseguibile per tutta la vita.
Dieta Weight Watchers – Cos’è e cosa promette
La dieta Weight Watchers si basa su un sistema a punti ma, a differenza di altre diete dall’analogo approccio (per esempio la dieta proposta da Razzoli), i punti sono messi in relazione con alcune caratteristiche nutrizionali ben quantificate della “porzione” associata al punteggio. Tra queste caratteristiche vi è l’apporto calorico, il contenuto in grassi, quello in fibre, ecc…
A ogni persona viene assegnato un punteggio complessivo da esaurire nell’arco della giornata. Per raggiungere questo scopo, si può scegliere qualunque porzione di alimenti catalogati, l’importante è non superare il punteggio massimo. Il programma è molto accurato in quanto i punti sono assegnati non solo genericamente ai cibi, ma alle porzioni dei cibi proposti con il marchio Weight Watchers.
In linea di massima, la dieta Weight Watchers favorisce i cibi a basso contenuto di grassi e inoltre prevede tutta una serie di strategie collaterali, come l’imposizione di trovarsi settimanalmente in gruppi di persone per controllare i progressi e raccontare le difficoltà, approccio molto simile ai gruppi di ascolto diffusi negli Stati Uniti per affrontare problemi comuni (alcol, abusi, ecc…). In questa ottica, si lascia molta responsabilità individuale al paziente che non deve “sgarrare” ovvero non deve superare la quota di punti prefissata.
La dieta non prevede un periodo massimo, né un calcolo di una perdita di peso aspettata. In generale, l’esperienza di tanti anni di applicazione indica che la perdita di peso è contenuta e ottiene risultati apprezzabili sulle persone obese (non a caso è stata pensata per la popolazione americana).
Nelle intenzioni dell’ideatrice, la dieta Weight Watchers, proponendosi con un modello alimentare, è perseguibile anche dopo il dimagrimento, tarando opportunamente il nuovo ammontare quotidiano di punti permessi.
Vediamo a grandi linee come funziona il sistema punti (programma PointsPlusTM): ogni giorno si dovrebbero consumare determinate quantità di cibi che siano in grado di soddisfare il proprio target personale (target stabilito avvalendosi di vari parametri quali peso, età sesso e altezza) e conteggiati basandosi secondo l’unità di misura PointsPlus.
Attraverso determinate formule si ottiene un punteggio giornaliero che va da un minimo di 18 e un massimo di 30 per le donne e da un minimo di 22 a un massimo di 35 per gli uomini. Secondo i dettami del metodo Weight Watchers è fondamentale non scendere mai sotto il consumo minimo; nel caso si risparmiassero alcuni punti, li si potrà utilizzare in altre occasioni; il massimo di punti ridistribuibili è stabilito in 10.
All’inizio di ogni settimana il conteggio viene azzerato e si riparte daccapo. Di fatto, come accennato in precedenza, a ogni alimento corrisponde un punteggio PointsPlus che viene determinato in base a una formula che si basa sulle quantità, in esso presenti, di carboidrati, fibre, proteine e grassi.

La dieta Weight Watchers (Weight Watchers è un’espressione inglese che possiamo tradurre come sentinelle del peso) è stata ideata agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo da Jean Nidetch.
Dieta Weight Watchers – Pro e contro
I punti deboli della dieta Weight Watchers sono legati essenzialmente alla scarsa sostenibilità a lungo termine, nonostante questo fosse proprio uno degli obiettivi di Jean Nidetch.
Il gusto – Per alcuni soggetti privilegiare i cibi light risulta troppo punitivo per il senso di sazietà. Inoltre la dieta Weight Watchers, per tradizione, non pone molta attenzione al gusto: uno degli appunti più ricorrenti è che anche le stesse ricette Weight Watchers siano poco appetibili e molto punitive per il gusto.
Questi due aspetti (bassa sazietà e bassa appetibilità) sono quelli che più giocano a sfavore di questa dieta, che difficilmente riesce a essere seguita per lungo tempo. Ovviamente il gusto è un parametro soggettivo e chi è riuscito a dimagrire grazie alla dieta trova invece appetitose le ricette Weight Watchers.
È importante sottolineare che una recente statistica ha mostrato che la dieta Weight Watchers è, fra quelle che non sviluppano una educazione alimentare (cioè usano strategie che non acculturano il soggetto sui principi dell’alimentazione), quella che ottiene i maggiori risultati (11% di successi a lungo termine).
Ripartizione dei macronutrienti – La dieta Weight Watchers privilegia i cibi light, ovvero quelli a basso contenuto di grassi. Non propone una ripartizione ben precisa, in quanto il paziente ha piena libertà nel comporre il menù quotidiano e i punti consentono di controllare solo l’apporto calorico, quello di grassi e di fibre. Poiché le porzioni associate a bassi punteggi hanno un contenuto di grassi più basso, statisticamente è probabile che componendo il menu quotidiano si vada verso una dieta sbilanciata a sfavore dei grassi.
Trasmette un’educazione alimentare un po’ datata – L’idea che i cibi light non facciano ingrassare o siano da privilegiarsi sempre e comunque è una convinzione abbastanza superata. Inoltre il meccanismo a punti non consente di capire completamente cosa si sta mangiando e di apprezzare le differenze tra i vari cibi (per esempio quelle tra X punti di formaggi e X punti di carne). Altro punto discutibile della dieta Weight Watchers è l’eccessiva demonizzazione dei grassi saturi.
Calcolo delle calorie – La dieta Weight Watchers assicura un introito calorico controllato, anche se le calorie non compaiono esplicitamente (chi si mette a dieta vede solo i punti). Poiché i prodotti Weight Watchers non sono sempre così semplici da trovare, a volte risulta difficile capire a quanti punti corrispondono altri prodotti consumati e ciò compromette la fattibilità della dieta stessa.
Dopo averne evidenziato le debolezze, prendiamo in considerazione anche i punti di forza.
A differenza di altre diete (a punti e no), la dieta Weight Watchers presenta alcune caratteristiche interessanti.
Controllo calorico controllato e attenzione per gli alimenti – Tutti i prodotti Weight Watchers hanno l’etichetta nutrizionale e riportano i punti corrispondenti della porzione in questione. A differenza di altri approcci, il sistema cerca di educare il paziente, anche se su linee guida non completamente condivisibili.
Alto senso di responsabilità del paziente – Gli incontri Weight Watchers sottolineano molto il concetto di responsabilità individuale: non c’è la classica tabella con i cibi da consumare a colazione, pranzo, cena, ma solo i punti massimi consentiti. Il paziente ha piena libertà nell’associare i cibi. Trovarsi in gruppo per raccontare successi e insuccessi è un modo per responsabilizzare e motivare ulteriormente chi segue la dieta.
Paradossalmente, questo aspetto può essere anche un lato negativo, a seconda della psicologia del soggetto, perché non tutti sono disposti a confessare in pubblico le proprie debolezze o gli insuccessi. Inoltre, quando il calo di peso non è quello che si ci aspetta, gli incontri rischiano di demotivare chi si è messo a dieta.
Punti bonus per l’esercizio fisico
Se è vero che chi effettua esercizio fisico riceve punti bonus, non è prevista alcuna indicazione sulla necessità di praticare esercizio fisico, trasmettendo quindi il messaggio fuorviante che sia possibile dimagrire stabilmente e conservare il peso forma con uno stile di vita sedentario senza eccessive rinunce. Probabilmente se la dieta Weight Watchers inserisse la necessità dell’esercizio fisico perderebbe molti clienti, ma la percentuale di successi aumenterebbe!