Come attuare una dieta per la cattiva digestione? Com’è noto, la digestione è un processo grazie al quale gli alimenti ingeriti vengono scissi in molecole più semplici e piccole per consentirne l’assorbimento da parte dell’intestino.
Per gli approfondimenti relativi ai meccanismi che regolano il processo digestivo rimandiamo al nostro articolo Digestione. Spesso, molte persone sono colpite da problemi digestivi; problemi che, nella maggior parte dei casi, sono di origine benigna, ma che, senza alcun dubbio, possono pesantemente incidere sulla qualità della vita.
La cattiva digestione è generalmente caratterizzata da segni e sintomi molto fastidiosi come bruciori di stomaco (la cosiddetta pirosi gastrica), rigurgiti acidi, eruttazioni, flatulenza, alitosi, nausea, sensazione di sazietà, dolori addominali ecc.
Tralasciando quei casi in cui i problemi digestivi sono la spia di patologie di una certa gravità, lo scopo di questo articolo è quello di fornire alcune norme dietetico-comportamentali atte a prevenire le difficoltà digestive e tutti i fastidi a esse correlati. Si tratta cioè di intervenire sulla cosiddetta dispepsia funzionale.
Dieta per la cattiva digestione – Cosa fare
Alcuni ritengono che per ottenere una corretta digestione sia sufficiente combinare i vari alimenti nel modo giusto rifacendosi quindi alla teoria delle combinazioni alimentari elaborata a suo tempo dal dottor Herbert Shelton.
Un approccio del genere appare piuttosto semplicistico in quanto certe considerazioni possono essere valide per alcuni soggetti, ma, in realtà, un individuo perfettamente sano non presenta mai problemi causati da combinazioni alimentari considerate come “proibite” dai sostenitori della suddetta teoria.
Altri sono quindi i fattori sui quali è necessario agire al fine di facilitare il processo digestivo. Il primo aspetto sul quale occorre porre l’accento è relativo all’apporto calorico del pasto.
Quantificare in modo corretto il fabbisogno calorico giornaliero, suddividendolo adeguatamente nei pasti della giornata è premessa indispensabile per una corretta digestione. Per imparare a gestire in modo ottimale il fabbisogno calorico rimandiamo alla lettura di due articoli fondamentali: Fabbisogno calorico giornaliero e Fabbisogno calorico: calcolo pratico.
Un altro aspetto di non secondaria importanza è relativo alle bevande consumate durante i pasti.
Alcune bevande, quelle alcoliche in particolare, tendono ad aumentare eccessivamente l’acidità gastrica, cosa che rende piuttosto difficoltosa la digestione degli amidi. Si associno quindi le bevande alcoliche ad alimenti essenzialmente proteici.
Può essere di una certa utilità il consumo moderato (ripetiamo: moderato) di acqua gassata, quando quest’ultima non sia sconsigliata per determinati motivi. È altresì importante evitare di assumere bevande eccessivamente calde o fredde.
Il terzo aspetto che prendiamo in considerazione è relativo alla suddivisione del pasto in termini di macronutrienti (glicidi, proteine e grassi).
È a tutti noto che i carboidrati (anche glicidi o glucidi) presentano minori difficoltà digestive rispetto alle proteine e ai grassi; questi ultimi sono i maggiori responsabili del rallentamento dei processi digestivi soprattutto se fritti.
Per approfondimenti sugli aspetti relativi alla corretta ripartizione dei macronutrienti si rimanda alla lettura degli articoli Metabolismo dei macronutrienti e Dieta italiana (teoria).
Il quarto punto da prendere in considerazione riguarda la masticazione. Come spesso ricordiamo, è di fondamentale importanza masticare i cibi lentamente e in modo accurato (come dice un vecchio adagio, la prima digestione avviene in bocca). Sono due semplici accortezze che favoriscono il processo digestivo rendendolo più rapido ed efficiente. Si eviti pertanto di pasteggiare quando il tempo a disposizione scarseggia. I pasti devono essere un momento di piacevole relax.
Un altro aspetto di notevole importanza è relativo alle modalità di preparazione dei pasti.
Determinati tipi di cottura (come, per esempio, la frittura) e/o ricette troppo elaborate creano maggiori problemi a livello digestivo. Per approfondire in modo esauriente questo argomento è opportuna la consultazione dell’articolo I dieci trucchi della cucina ASI.
Per rendere ottimale il processo digestivo non è solamente importante il nostro comportamento a tavola, ma anche quello del dopo-pasto.
Il primo periodo post-prandiale è molto importante nell’ottica di una corretta digestione. È decisamente da sconsigliare la cosiddetta pennichella, una pessima abitudine che rallenta decisamente la digestione (si tenga presente che il senso di sonnolenza che alcuni provano dopo aver mangiato è dovuto a un pasto troppo abbondante e/o sbagliato e non, come molti erroneamente pensano, a una fisiologica richiesta di riposo da parte dell’organismo).
Viceversa, non è nemmeno consigliabile dedicarsi, nell’immediato dopo-pasto, ad attività eccessivamente impegnative (lavoro, studio, attività sportiva ecc.) che, sottraendo risorse all’apparato digerente, renderebbero molto più difficoltoso e lento il processo digestivo.
Dieta per la cattiva digestione – Cibi da evitare
Come già abbiamo avuto occasione di ribadire più volte, non c’è bisogno di escludere a priori determinati alimenti. È sufficiente seguire le linee guida della dieta italiana, senza demonizzare questo o quel cibo.
Per alcune indicazioni di carattere generale si possono consultare anche gli articoli Dieta per la colite ulcerosa e Dieta per la sindrome metabolica.
I farmaci antiacido: solo in casi particolari
Seguire le indicazioni soprariportate dovrebbe essere sufficiente per prevenire disturbi di tipo digestivo. In casi particolari però, quando le difficoltà digestive fossero la conseguenza di patologie di una certa serietà, si potrebbe essere costretti a ricorrere a farmaci antiacido, previa consultazione di un medico, allo scopo di alleviare la sintomatologia. Ricordiamo che i farmaci antiacido sono principi attivi che sono utilizzati per curare la sintomatologia dell’iperacidità gastrica, per la terapia di ulcere peptiche e per il reflusso gastroesofageo. Questi eventi si verificano in seguito all’incrementata secrezione di acido cloridrico, un acido prodotto dalle cellule della mucosa gastrica e che è uno dei composti principali del succo gastrico.