Molti nostri lettori ci hanno scritto richiedendoci una dieta per ipotiroidismo sullo stile di molte altre “diete per” presenti sul nostro sito.
Il perché della richiesta è facilmente spiegabile dal momento che l’ipotiroidismo è una patologia abbastanza diffusa; sono affetti da tale condizione soprattutto i soggetti anziani (e in particolar modo i soggetti di sesso femminile), anche se bisogna precisare che la malattia può comunque manifestarsi in qualsiasi fascia d’età. Negli over 65 il 2-5% circa è portatore di ipotiroidismo manifesto, mentre il 5-10% circa di ipotiroidismo subclinico (vale a dire T3 e T4 nella norma e aumento dei livelli di TSH, con o senza sintomi). Le percentuali dei soggetti interessati dalla patologia tendono ad aumentare con l’avanzare degli anni.
A costo di deludere molti utenti, dobbiamo puntualizzare che non esiste una specifica dieta per ipotiroidismo (anche se, come vedremo, qualche consiglio alimentare è possibile fornirlo), anche perché le cause di tale condizione non sono sempre ascrivibili alla carenza di iodio (come spesso si è superficialmente portati a credere); esistono innanzitutto molte forme di ipotiroidismo e le cause sono le più svariate (problemi a livello del sistema immunitario, malformazioni della ghiandola tiroidea, inefficace stimolazione ipotalamica ecc.) e, in alcuni casi, addirittura sconosciute.
Inoltre è fondamentale distinguere fra:
- prevenzione dell’ipotiroidismo
- cura dell’ipotiroidismo.
Prevenzione dell’ipotiroidismo
Se i dosaggi di TSH, FT3 e FT4 sono leggermente alterati e stabili (Per esempio, valori di FT4 troppo bassi, ma non tali da far supporre un ipotiroidismo da trattare clinicamente) si può pensare di intervenire sull’alimentazione (amesso che altri esami come quelli degli anticorpi antitiroidei)
Determinati interventi alimentari hanno quindi senso soltanto in quei casi in cui la funzionalità ridotta della tiroide è inequivocabilmente legata a carenze alimentari (in genere, ridotto apporto di iodio, ma anche di selenio). Ci si potrebbe quindi chiedere, in quest’ultimo caso, se non sia opportuno assumere appositi integratori di iodio. Diciamo subito che occorre una certa cautela perché un ricorso indiscriminato a tali supplementi potrebbe essere più dannoso che positivo; infatti, se è vero che, a livello globale, le gravi carenze alimentari di iodio sono alla base di moltissimi casi di ipotiroidismo, è altrettanto vero che un eccessivo apporto di tale minerale potrebbe, nel lungo termine arrivare a determinare alterazioni della normale funzionalità della tiroide con conseguente insorgenza di quadri di iper- o, paradossalmente, di ipotiroidismo.
Si preferiscano in generale cibi ricchi di iodio: latte vaccino, uova, pesce di mare, molluschi e alghe brune; si utilizzi sale iodato piuttosto che comune sale da tavola. Si limiti il consumo di cibi quali broccoli, cavolfiori, rape e ravanelli che sembrano aumentare il fabbisogno di iodio.
Ipotiroidismo da carenze alimentari: cosa fare?
Va innanzitutto precisato che nel nostro Paese la carenza di iodio ha rappresentato per anni, in determinate zone, una vera e propria emergenza sanitaria (la carenza di tale minerale non è solo causa di ipotiroidismo, ma anche di gozzo e cretinismo), tant’è che si è poi intervenuti con un’apposita legge (55/2005, Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica); in seguito a tale intervento, le cose sono molto migliorate (nell’area della Garfagnana, per esempio, la somministrazione di sale iodato ha riportato la situazione alla normalità nel giro di una decina d’anni). Adesso comunque, il problema è meno sentito, anche perché l’ipotiroidismo può essere controllato con notevole efficacia ricorrendo alla terapia tiroidea sostitutiva che consente al soggetto affetto da ipotiroidismo di condurre una vita perfettamente normale.
Cura dell’ipotiroidismo – Dieta per ipotiroidismo
Nei casi in cui venga diagnosticato l’ipotiroidismo, in genere è facilmente curabile. La terapia è basata sulla somministrazione di medicinali a base di ormone tiroideo. Il principio attivo più usato è la levotiroxina sodica (Eutirox, Syntroxine, Tiracrin e Tirosint); un altro medicinale utilizzato nella cura dell’ipotiroidismo è la liotironina sodica (simile alla levotiroxina sodica, ma caratterizzato dal fatto che viene metabolizzato più velocemente); vengono anche usate la triiodotironina e le associazioni di T4 e T3. Poiché è fondamentale che il dosaggio di livelli di levotiroxina sia corretto e mantenga i livelli costanti è fondamentale evitare che l’alimentazione entri in competizione con essi. Paradossalmente, i consigli sono praticamente opposti a quelli con cui si cerca di prevenire l’ipotiroidismo. Evitare soprattutto sale iodato e crostacei.