La dieta Miami è una delle tante (troppe) diete “perdi x kg in y giorni”, uno di quei regimi alimentari illustrati con dovizia di particolari nelle uscite primaverili ed estive delle riviste femminili.
Manco a dirlo, la dieta Miami arriva dagli Stati Uniti d’America dove sembra abbia riscosso un certo successo.
Si tratta di una variante della dieta South Beach, un regime alimentare trifasico ideato da un cardiologo statunitense, il dott. Arthur Agatson del Miami Heart Institute.
La dieta Miami è un regime alimentare ipocalorico che dovrebbe consentire, se seguito alla lettera, un calo di peso di 3 kg in 3 giorni (questa è la durata prevista); a onor del vero non sembra nemmeno troppo corretto definirla “regime alimentare” visto che non è un modello alimentare che può essere adottato vita natural durante (un requisito che ogni dieta dovrebbe possedere per poter essere definita “seria”) né tantomeno da chi soffre di patologie importanti e da chi pratica attività fisica a medio-alta intensità (in modo serio, tanto per intendersi…).
Dieta Miami – I principi
La dieta Miami si basa essenzialmente su una drastica limitazione dei carboidrati a favore delle proteine; è quindi una delle tante diete low carb che privilegia il fenomeno della chetosi; rientra anche quindi nel novero delle cosiddette diete chetogeniche.
Diversamente da quanto proposto da moltissime diete che promettono importanti dimagrimenti nel giro di pochi giorni, la dieta Miami non prevede un’assunzione di frutta e verdura a piacere.
L’unica bevanda che può essere consumata è l’acqua naturale; non devono essere consumati gli zuccheri aggiunti e al posto del sale si dovrebbero privilegiare erbe aromatiche e spezie.
I tre giorni della dieta Miami
Come detto, la durata della dieta Miami è di soli tre giorni; lo schema alimentare previsto è piuttosto rigido e viene riportato di seguito.
Primo giorno
- Colazione: mezzo pompelmo, una fetta di pane tostato con burro di arachidi (oppure un cucchiaino di miele) più caffè o tè (è consentito l’utilizzo di un dolcificante).
- Pranzo: 100 grammi di tonno al naturale, una fetta di pane tostato più un caffè.
- Cena: 200 grammi di carne bianca ai ferri, 100 grammi di fagiolini e 100 grammi di barbabietole, una mela e 100 grammi di gelato alla vaniglia.
Secondo giorno
- Colazione: un uovo sodo, mezza banana, una fetta di pane tostato e un caffè.
- Pranzo: 200 grammi di fiocchi di latte, 5 cracker integrali, un caffè.
- Cena: 2 wurstel lessati, 200 grammi di broccoli, 100 grammi di carote, 100 grammi di gelato alla vaniglia.
Terzo giorno
- Colazione: 5 cracker, 50 grammi di formaggio spalmabile (per esempio il Philadelphia), una mela e un caffè.
- Pranzo: un uovo sodo, una fetta di pane tostato.
- Cena: 200 grammi di tonno al naturale, 100 grammi di cavolfiore lessato, 100 grammi di barbabietola, 2 kiwi e 100 grammi di gelato alla vaniglia.
Gli autori della dieta ritengono consigliabile, nel corso dei tre giorni, effettuare 30-40 di attività fisica.

Trancio di tonno crudo
E dopo?
Una volta terminata la dieta Miami, si dovrebbe continuare con l’attività fisica quotidiana ed evitare sia di consumare alimenti ipercalorici sia di consumare snack fuori pasto fatta eccezione per un frutto di stagione o per uno yogurt magro.
Sono da bandire dalla dieta i fritti, le bibite gassate e le bevande zuccherate.
Non si dovrebbero mai saltare i pasti principali, bere a sufficienza (anche lontano dai pasti) e introdurre nel regime alimentare quotidiano un’adeguata quantità di fibre alimentari.
Dieta Miami: funziona?
Che dire della dieta Miami? Anche a essere molto generosi, c’è ben poco da salvare… Il nostro consiglio è quello di lasciarla perdere; anche prescindendo dal fatto che un regime alimentare del genere non trasmette alla persona una educazione alimentare (ovvero la piena consapevolezza di cosa e quanto mangiare per essere sani e vivere meglio), si tratta di una dieta del tutto sbilanciata che vuole illudere che si possa risolvere il problema del peso ideale con uno sforzo tutto sommato molto limitato nel tempo (72 ore).