Una dieta iposodica è una dieta povera di sodio. Quando si parla di dieta iposodica, a molti viene spontaneo riferirla alle problematiche relative alla pressione alta. In realtà, il ruolo del sale nell’ipertensione arteriosa non è stato definitivamente chiarito, anche se il primo consiglio che viene dato ai soggetti ipertesi è proprio quello di moderare il consumo del cloruro di sodio. Si sappia però che affermare che “il sale fa alzare la pressione” è un’affermazione scorretta ed è pertanto opportuno chiarirsi le idee; si consiglia pertanto di leggere con notevole attenzione quanto riportato nel nostro articolo Sale.
Una cosa è comunque certa, è ormai da tutti accettato il fatto che “mangiare salato” è un’abitudine alimentare non corretta.
Dieta iposodica e carenza di sodio
Prima di parlare di dieta iposodica è necessaria una premessa: problemi di carenza di sodio provocati da ridotti apporti alimentari sono praticamente impossibili quale che sia il regime alimentare seguito. La salatura degli alimenti non è un’imposizione richiesta dall’organismo; è una mera questione di gusto.
L’apporto di sodio attraverso l’alimentazione avviene attraverso due modalità: discrezionale e non discrezionale; con la locuzione sodio discrezionale si indica il sodio che è contenuto nel sale che viene utilizzato in cucina oppure a tavola, mentre con sodio non discrezionale ci si riferisce al sodio presente negli alimenti sia naturalmente sia a motivo delle lavorazioni artigianali oppure industriali.
Secondo una ricerca del 1991 (Leclercq & Ferro-Luzzi, 1991), il sodio discrezionale rappresenta mediamente il 36% di sodio assunto; il rimanente 64% (sodio non discrezionale) è suddiviso fra quello contenuto naturalmente negli alimenti (10%) e quello aggiunto nei prodotti trasformati (54%).
Le maggiori fonti di sodio non discrezionale sono i cereali e derivati (in particolar modo il pane), la carne, le uova, il pesce, il latte e i suoi derivati. Scarso l’apporto derivante da frutta e verdura.
Dieta iposodica – Cosa mangiare
Per seguire una dieta iposodica la prima cosa da fare è quella di disintossicarsi dal gusto del salato; non è un’impresa impossibile; con un po’ di buona volontà è possibile perseguire questo scopo in poco meno di un mese.
Cosa mangiare quindi? Vi sono dei cibi da evitare? Francamente ha poco senso stilare un lunghissimo elenco di cibi contenenti discrete quantità di sodio per poi bandirli dall’alimentazione; molto più logico è affrontare la questione evidenziando quelle che sono le classi alimentari a rischio. Rimandiamo pertanto al paragrafo Il sale nei cibi contenuto nel nostro articolo Sale; è possibile trovarvi una serie di utilissimi consigli su come gestire al meglio i cibi più “a rischio”.
Il sale iposodico – Il sale utilizzato comunemente in cucina è principalmente composto da cloruro di sodio; non si tratta di un prodotto puro, sono presenti infatti altri minerali anche se le loro quantità sono ridottissime, fra questi minerali troviamo il cloruro di potassio, la sostanza che nei sali iposodici reperibili in commercio sostituisce la gran parte del cloruro di sodio. Questo tipo di sale può essere utilizzato nei primi momenti del percorso di “disintossicazione”. È sicuramente un prodotto meno appetibile rispetto al sale utilizzato normalmente, dal momento che tende molto all’amaro. Approfondimenti ulteriori sono reperibili nel nostro articolo Sali dietetici.
Le acque a basso contenuto di sodio – Le citiamo solo per ricordarle come una delle più geniali trovate a livello di marketing. Per capire quanto siano inutili ci limitiamo a riproporvi l’esempio riportato nel già citato paragrafo Il sale nei cibi, esempio che bolla come ridicolo “il comportamento di chi si premura di scegliere un’acqua senza sodio (una qualunque acqua oligominerale ne contiene pochissimo) e poi si mangia UNA fetta di prosciutto crudo, fetta che contiene tanto sodio quanto 40 litri di acqua oligominerale“.
Consiglio generale
Ogni patologia minore può essere decisamente meglio gestita se il soggetto ha un buon stile di vita. L’alimentazione quindi è un’arma in più che è tanto più potente quanto più si vive meglio. Per esempio, è decisamente inutile occuparsi di mangiare bene se poi si fuma, si ha una vita totalmente sedentaria, ci si concede troppo spesso agli alcolici ecc.