La dieta dell’astronauta, nonostante il nome, ha poco a che fare con i viaggi nello spazio; infatti, l’alimentazione più moderna degli astronauti ha veramente pochi punti in comune con questo regime alimentare. In un suo documento ufficiale (“Space Food and Nutrition“), la NASA sottolinea infatti che l’alimentazione degli equipaggi ha subito molte trasformazioni. Parecchi anni fa si limitava a pillole di vitamine e cibo liofilizzato, prevalentemente iperproteico. Oggi invece l’alimentazione non differisce da quella degli umani che rimangono a terra, con particolare attenzione alla varietà dei cibi (per evitare la noia di una dieta monotona) e al corretto apporto di micronutrienti (vitamine e sali minerali). I cibi vengono concordati con l’equipaggio almeno nove mesi prima della missione, con una cura meticolosa per valutare quanto i piatti siano bilanciati e gradevoli. I cibi sono preparati a terra e devono avere particolari proprietà per adattarsi al loro consumo a distanza di mesi nello spazio, per esempio essere termoresistenti e reidratabili. Tutto ciò è ben lontano dalla cosiddetta dieta dell’astronauta, altrimenti detta dieta a punti, da non confondersi con un’altra dieta a punti, quella ideata dal dott. Razzoli.
Dieta dell’astronauta – In cosa consiste
La dieta dell’astronauta fa parte delle diete a basso contenuto di carboidrati. Il nome dieta a punti deriva dal fatto che a ogni alimento è assegnato un punteggio; ai grassi e alle proteine sono assegnati punteggi molto bassi, il che porta a privilegiare questi macronutrienti rispetto ai carboidrati. Si definisce infatti iperproteica e iperlipidica: la ripartizione è all’incirca 25% di proteine, 30% di carboidrati e 45% di lipidi. Si tratta sostanzialmente di una variante della dieta Atkins; da questa si differisce per una diminuzione dei grassi (nella dieta Atkins sono circa il 62%) e un aumento dei carboidrati (nella Atkins sono il 14%), tuttavia i carboidrati risultano comunque fortemente penalizzati e, in termini pratici, ciò corrisponde all’eliminazione pressoché completa di pane, pasta e cereali in genere. Frutta e patate sono invece fortemente limitati. L’alta percentuale di grassi si traduce in un consumo quasi libero di burro, salsiccia e formaggi grassi.
La dieta dell’astronauta promette uncalo di peso, peraltro non quantificato, che si baserebbe sull’assunto, tipico delle diete iperproteiche e a basso contenuto di carboidrati, secondo il quale senza zuccheri il corpo non è in grado di immagazzinare il surplus calorico sotto forma di grassi.
Per quanto concerne il mantenimento, le linee guida di questa dieta non specificano alcunché in proposito.

La cosiddetta “dieta dell’astronauta” è una dieta low carb (a basso contenuto di carboidrati).
I punti deboli della dieta dell’astronauta
Della dieta dell’astronauta si possono sottolineare molti lati negativi, tipici delle diete simili.
Ripartizione errata dei macronutrienti – Una percentuale di grassi intorno al 45% è decisamente elevata. Inoltre, l’apporto limitato di carboidrati è del tutto inconciliabile con un’attività fisica regolare e di buona intensità, quindi il regime alimentare, secondo la dieta italiana, è sicuramente incompatibile con un sano stile di vita.
Demonizza molti alimenti – Per il solo difetto di contenere troppo carboidrati penalizza la frutta e i cereali, oltre a escludere pane, pasta e cereali.
Non trasmette un’educazione alimentare – Il messaggio che trasmette questa dieta non propone una educazione alimentare, ma si basa sulla demonizzazione degli zuccheri, tipica di molte diete (dieta a Zona, Atkins, e in generale tutte le diete iperproteiche).
Insomma, è veramente difficile trovare qualche lato positivo in questa dieta, se non piccoli particolari apprezzabili, come l’esclusione di sale e bibite dolcificate. A prescindere dai suoi molti punti deboli, ha il merito di ribadire che i grassi non fanno di per sé ingrassare perché sono meno metabolizzati se ci sono meno carboidrati.
Per quanto riguarda l’esercizio fisico, nelle indicazioni generali, non si pone attenzione all’attività fisica come parte integrante del regime dietetico. Del resto, la dieta dell’astronauta, come tutte le diete a basso apporto di carboidrati, mal si concilia con un’attività fisica di buona o elevata intensità.
Considerazioni finali
La dieta dell’astronauta è una dieta fortemente sbilanciata, difficilmente sostenibile sul lungo periodo.