La dieta del riso è un regime alimentare che prevede, in maniera prevalente, anche se non esclusiva, il consumo di riso.
Si possono distinguere due tipologie:
- dieta del riso a scopi depurativi e/o dimagranti
- dieta del riso per scopi medici (nutrizione clinica).
La seconda è la dieta del riso “originale”, ideata nel 1939 dal dott. Walter Kempner, un rifugiato dal regime hitleriano che lavorava in North Carolina, alla Duke University.
Di seguito una descrizione di entrambi i modelli.
Dieta del riso a scopi depurativi e/o dimagranti – Funziona?
Si tratta di un regime dimagrante che utilizza prevalentemente riso; i tipi di riso che vengono maggiormente utilizzati sono il riso basmati, il riso rosso, il riso venere, il riso integrale (qualsiasi tipo) e il riso selvaggio.
Oltre all’alimento base sono permessi cereali e pseudocereali integrali (preferibilmente senza glutine), frutta fresca, verdura, leguminose fresche o secche (non confezionate) e alcuni cibi proteici quali pesce, petto di pollo e formaggi (che però devono essere particolarmente magri); fra gli alimenti proibiti figurano le bevande alcoliche e superalcoliche, i cibi grassi, il burro, la margarina, gli oli da condimento (fatta eccezione per pochissimo olio extravergine di oliva) e il sale.
Secondo alcuni di coloro che propongono la versione della dieta del riso dimagrante/depurante, si potrebbero perdere, a seconda delle condizioni di partenza del soggetto, anche 20-30 kg in un mese.
Il programma della dieta del riso ha due varianti: la “due fasi” e la “nove giorni”; la versione a due fasi inizia con un apporto calorico giornaliero decisamente baso (800 kcal) fino ad arrivare a 1.200 kcal (nella seconda fase).
Nella versione in due fasi, la fase uno è quella disintossicante; l’apporto calorico è di 800 kcal; si mangiano praticamente soltanto riso condito con pochissimo olio extravergine di oliva, frutta e verdura. Questa fase può durare al massimo due settimane; visto il basso apporto calorico giornaliero è quella durante la quale si perde più peso.
Nel corso della fase due l’apporto calorico passa a 1.200 kcal giornaliere; è permesso l’inserimento di legumi e di alimenti proteici magri (ricotta, pollo, alcuni tipologie di pesce, verdure crude o cotte al vapore, frutta fresca, cereali e pseudocereali ecc.). Per il condimento si può utilizzare soltanto pochissimo olio extravergine di oliva; in quantità minimali è permesso anche l’utilizzo del sale.
La versione della dieta del riso dei 9 giorni consta di due fasi piuttosto brevi: la prima di 3 (fase di disintossicazione), la seconda di 9.
Nel corso della prima fase, quella “disintossicante”, si possono mangiare soltanto riso e prodotti dietetici a base di questo cereale (per esempio, le gallette); è permesso il condimento con pochissimo olio extravergine di oliva e sono consentite piccole porzioni di frutta e verdura. Nella seconda fase si possono aggiungere ricotta, pollo, e porzioni più abbondanti di frutta e verdura.
Sostanzialmente si tratta di un regime alimentare decisamente ipocalorico e iposodico che prevede una diminuzione di zuccheri semplici aggiunti, delle proteine totali (in particolar modo quelle di origine animale) e dei lipidi.
Difficile darne un giudizio positivo in quanto appare eccessivamente drastico, poco equilibrato dal punto di vista nutrizionale e molto monotono. Sicuramente non è una dieta consigliabile, in particola modo a chi pratica un’attività fisica intensa e prolungata.

La dieta del riso può avere scopi dimagranti/depurativi oppure medici.
Dieta del riso per scopi medici (nutrizione clinica)
La dieta del riso per la nutrizione clinica è un regime alimentare terapeutico che il dott. Kempner ideò per il trattamento di coloro che erano affetti da ipertensione arteriosa maligna associata a insufficienza renale.
All’epoca di Kempner i farmaci ipotensivi non esistevano ancora e l’ipertensione arteriosa maligna, molte volte associata a insufficienza renale, era una patologia che aveva spesso esito fatale o comunque causava danni irreversibili a uno o più sistemi od organi; il medico ideò quindi la dieta del riso, un regime alimentare particolarmente restrittivo che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto dare notevoli miglioramenti. La dieta del riso veniva effettuata in regime di ospedalizzazione (il paziente che vi si sottoponeva doveva essere monitorato costantemente).
Kempner sosteneva che il rene possedesse una funzione duplice (metabolica, ovvero di regolazione, ed escretoria, ovvero di eliminazione dei residui metabolici); pensò quindi di ridurre il carico renale riducendo proteine e minerali al fine di migliorare il più possibile le capacità metaboliche dei reni con conseguente riduzione dei valori pressori.
I risultati che Kempner ottenne con la dieta del riso furono piuttosto incoraggianti tant’è che alcuni anni dopo averla ideata, fu invitato a presentare i propri studi alla “New York Academy of Medicine”.
Con la comparsa dei farmaci antipertensivi venne meno l’esigenza di trattare i pazienti con il regime alimentare ideato da Kempner; questi cessò di lavorare per la Duke University nel 1974; nel 2002, la versione originale della dieta del riso è diventata indipendente dalla Duke e nel 2013 si è concretizzata nel progetto Rice House Healthcare Program che ha la sua location a Durham, in North Carolina.
La dieta del riso ideata da Kempner prevedeva la sospensione totale dei farmaci che il paziente assumeva; il regime alimentare prevedeva l’assunzione di riso, frutta, succhi di frutta, zucchero, ferro e integratori vitaminici. L’apporto calorico era di 2.000 kcal giornaliere; quello proteico si limitava a 20 g; la quantità di liquidi andava dai 700 ai 1.000 ml; l’apporto di sodio era bassissimo (250 mg giornalieri). Se le condizioni del paziente lo permettevano, dopo alcuni mesi potevano essere introdotte quantità limitate di carne bianca e di verdure.
Si trattava di un regime alimentare che lo stesso ideatore definì monotono e insapore, ma che poteva rappresentare un’ancora di salvezza per chi aveva prospettive di vita limitate.