La dieta cinetica è una delle tante proposte in tema di alimentazione per gli sportivi. È stata ideata da P. M. Boselli, un ricercatore che ha studiato il metabolismo dell’assorbimento dei cibi, derivandone conclusioni da applicare allo sport per un ipotetico miglioramento della prestazione.
La strada seguita da Boselli è chiara: i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) hanno velocità metaboliche diverse da individuo a individuo; studiando queste velocità si può comprendere come vengono assorbiti i cibi e studiando lo sforzo del soggetto si può capire come usi i macronutrienti, se cioè usi più grassi o carboidrati, se usa molte proteine ecc.
Dieta cinetica: funziona?
Ciò che è riportato nel paragrafo precedente è tutto giusto, ma… inservibile! Perché? Perché:
- le riserve di grasso nell’organismo sono immense, anche in chi è magro.
- Le riserve di carboidrati arrivano (glicogeno stoccato nel fegato) a un massimo, diverso da soggetto a soggetto, ma facilmente raggiungibile.
- Le proteine non si accumulano nell’organismo, partecipando all’anabolismo (crescita muscolare) o all’ingrassamento (quando vengono trasformate in grasso di scorta).
- Durante lo sforzo non si usano i macronutrienti attualmente sotto digestione, ma quelli (grasso e carboidrati) immagazzinati in precedenza.
L’ultimo punto rende gli studi di Boselli importanti, ma solo a fini accademici. Sono quindi praticamente inutili. Infatti quel che conta è:
- riempire le scorte di glicogeno (maratona) o averne comunque buoni livelli;
- non ingrassare;
- avere la giusta quota proteica per contrastare il catabolismo muscolare.
Per il punto uno bastano semplici considerazioni empiriche che ognuno può provare su di sé.
Per il punto due basta conoscere il proprio fabbisogno calorico (magari dedotto empiricamente con la sola constatazione che un certo quantitativo Q di calorie è quello che mantiene il peso, o meglio, la massa grassa).
Per il punto tre basta trovare la quota proteica minima che mantiene la percentuale voluta di massa magra (ricordiamo che in alcuni sport come la corsa di resistenza avere troppi muscoli può essere penalizzante).
Inoltre, come per tutti i modelli ortoressici, anche la dieta cinetica di Boselli non tiene conto che è impossibile conoscere la composizione in macronutrienti degli alimenti al percento: data una bistecca qual è il suo contenuto proteico? A questa domanda si può rispondere solo con una certa approssimazione e questa approssimazione è quella che affossa modelli che, per avere i migliori risultati, pretenderebbero di spaccare il capello in quattro.
L’impressione è che anche in questo caso si vogliano monetizzare concetti tutto sommato ovvi (ma espressi in termini scientificamente pomposi in modo da generare un po’ di sana confusione in chi non è avvezzo a certi termini), estendendoli al grande pubblico degli sportivi a livello amatoriale, facendo loro credere a chissà quali possibilità di miglioramento. Insomma, tanti paroloni per non concludere nulla, trasformando però i più sensibili al fascino della scienza (ma è scienza?) in soggetti ortoressici (leggasi maniacali), attenti al grammo di pasta o al granello di zucchero.
Non a caso, con un bel redazionale pubblicitario, l’articolo di un noto mensile sportivo si conclude con “E chissà, l’appuntamento con un dietologo cinetico, (la virgola fra soggetto e verbo non è mia, è del giornalista!) potrebbe essere il prossimo regalo di Natale!“.

La dieta cinetica è un modello alimentare ideato da P. M. Boselli