La cronodieta è un regime alimentare ideato dal medico italiano Mauro Todisco. La nascita di questo modello nutrizionale, che può essere considerato un tipo particolare di dieta dissociata, può essere fatta risalire al 1991, anno in cui Todisco scrisse il libro “La cronodieta. Far dimagrire scegliendo gli orari per i pasti e le combinazioni alimentari“, un’opera destinata ai medici; le altre opere di Todisco che trattano della cronodieta sono il volume “Cronobiologia, depressione e obesità. Il «Metodo cronodieta» nei disturbi ciclici dell’umore e del comportamento alimentare” (scritto con Ascanio Polimeni) e i libri “Dimagrire con la cronodieta” e “Il peso giusto con la cronodieta. Come sfruttare l’orologio che è dentro di noi per mangiare quando i cibi non fanno ingrassare” (entrambi scritti in collaborazione con Paolo Marconi). Le ultime due opere sono quelle più note e destinate al grande pubblico.
Cronodieta e cronobiologia
La cronodieta è un modello alimentare che si basa sui principi della cronobiologia, la disciplina (usiamo il termine disciplina perché definire scienza la cronobiologia, come invece altri fanno, ci sembra quantomeno azzardato) che indaga sui ritmi biologici (noti anche come bioritmi).
I sostenitori della cronobiologia asseriscono che tutte le funzioni dell’uomo hanno un andamento ritmico; per quanto concerne l’ambito alimentare, i ritmi che lo interessano sono quelli circadiani (o giornalieri che dir si voglia) la cui durata è di 24 ore.
I fautori della cronodieta sostengono che gli orari di assunzione degli alimenti hanno un’importanza fondamentale per la perfetta riuscita di un regime alimentare dal momento che, a seconda degli orari in cui i cibi vengono assunti, questi possono essere immagazzinati oppure essere utilizzati come fonte energetica. Quindi, a differenza di quanto accade con altri modelli alimentari, la maggior parte dei quali mettono soprattutto l’accento su qualità e quantità degli alimenti assunti, per la cronodieta è decisivo anche l’orario del loro consumo.

Secondo i fautori della cronodieta gli orari di assunzione cibi hanno un’importanza fondamentale per la riuscita di un regime alimentare.
Cronodieta e controllo ormonale
Il controllo ormonale è il principio fondamentale su cui è basato il regime alimentare proposto da Todisco (tra l’altro, detto per inciso, anche la dieta a zona è un modello nutrizionale che si basa su tale controllo); la cronodieta si basa cioè sul fatto che l’alimentazione è in grado di apportare variazioni alla produzione di alcuni ormoni che influenzano il metabolismo, in particolar modo quello di carboidrati e lipidi.
Secondo i sostenitori di questo modello, attraverso la dieta si possono stimolare sia gli ormoni deputati allo smaltimento del grasso corporeo sia quelli deputati all’anabolismo muscolare. Di fatto, la dieta andrebbe pianificata basandosi sulle naturali fluttuazioni nella produzione ormonale giornaliera. Certo è che bisognerebbe anche considerare il fatto che, da un soggetto all’altro, la produzione ormonale può variare sensibilmente…
Gli ormoni principalmente coinvolti nell’alimentazione sono il GH (ormone della crescita), il cortisolo, l’insulina e il glucagone. Analizziamone brevemente le caratteristiche in riferimento alla cronodieta.
GH – L’ormone della crescita raggiunge il picco massimo (acrofase) della sua produzione attorno alla mezzanotte, mentre i valori minimi si registrano dalle 8 alle 20; agisce favorendo la sintesi proteica e stimolando l’utilizzo dei lipidi a scopo energetico. In base a ciò, la cronodieta suggerisce di incrementare il consumo di proteine nelle ore serali allo scopo di favorire l’anabolismo muscolare.
Cortisolo – Il cortisolo raggiunge il picco massimo della sua produzione verso le 3 e le 4 del mattino, mentre i suoi valori minimi si registrano dalle 22 alla mezzanotte (in linea generale, cioè, durante le prime ore del sonno). Il cortisolo agisce favorendo sia la perdita della massa muscolare (in particolar modo quella presente negli arti inferiori) sia l’accumulo di grasso a livello dell’addome. In questo caso, quindi, la cronodieta suggerisce di consumare i carboidrati al mattino e nella prima parte del pomeriggio; infatti, gli alti livelli di cortisolo presenti nelle ore del mattino contrastano le azioni di liposintesi e di anabolismo dell’insulina.
Insulina – In condizioni normali, questo ormone è praticamente assente; agisce soprattutto come regolatore del livello di glucosio nel sangue (glicemia); la sua azione è ipoglicemizzante, al contrario di quella del glucagone che è iperglicemizzante. Questo ormone favorisce la glicogenosintesi e la sintesi di proteine e lipidi. Dal momento che l’insulina favorisce l’accumulo di grassi ed è attivata dall’assunzione di un pasto ricco di carboidrati, la cronodieta suggerisce di assumere quest’ultimi soprattutto nelle ore mattutine in modo che l’azione insulinica sia contrastata dagli elevati livelli di cortisolo (vedi punto precedente).
Glucagone – In condizioni normali, questo ormone è praticamente assente; agisce soprattutto come regolatore della glicemia (ha azione è iperglicemizzante). È l’ormone antagonista dell’insulina.
Strutturazione della dieta: il principio cardine è la produzione ormonale
Come abbiamo visto il principio cardine della dieta è la produzione ormonale; in base a questo principio fornisce le indicazioni sulla strutturazione dei pasti.
Praticamente il modello di Todisco consiglia l’assunzione dei carboidrati al mattino e nelle prime ore del pomeriggio allo scopo di contrastare in modo efficace, tramite l’azione del cortisolo, l’azione di liposintesi espletata dall’insulina. Il tutto è favorito dal fatto che, normalmente, è nelle ore diurne che il soggetto consuma energia.
Nelle ore serali la cronodieta suggerisce di ridurre il consumo di alimenti glicidici incrementando quello di cibi proteici. Infatti, durante le ore serali, la produzione ormonale tende a favorire il consumo di lipidi, mentre nel corso della notte gli ormoni agiscono favorendo l’anabolismo muscolare.
I ritmi alimentari della giornata sono dettati da quello che la cronodieta ritiene essere il pasto più importante, ovvero la colazione che deve essere fatta, al massimo, entro le 10. Generalmente si consiglia di consumare pane o fette biscottate, biscotti, saltuariamente una fetta di torta, frutta e infusioni non zuccherate (tè, karkadè ecc.).
A metà mattina si consiglia consumare un frutto (evitando però la banana) oppure un succo di frutta o uno yogurt magro.
Per il pranzo di mezzogiorno vengono consigliati alimenti glicidici quali pasta, riso e legumi; questi potranno essere accompagnati da uova, carne o pesce. Sì anche alle insalate.
A metà pomeriggio (almeno quattro ore prima di consumare la cena) si può consumare un altro spuntino come quello di metà mattina.
A cena si devono evitare i piatti abbondanti. Il consiglio è quello di consumare piatti unici a base di carne o di pesce evitando, nei limiti del possibile, condimenti eccessivamente elaborati. Sì a insalate e verdure, no tassativo a pane, dolci e frutta.
Cronodieta – Funziona?
L’asserto che i cibi ingrassano più o meno a seconda di quando vengono assunti (per dimagrire carboidrati a pranzo, proteine a cena) si basa su dati quantitativamente non significativi (cioè trasmette l’informazione di una differenza in funzione del tempo senza trasmettere l’informazione che tale differenza è minuscola) ed è alla base di moltissimi modelli alimentari che vogliono illudere il soggetto che sia possibile mangiare molto senza ingrassare semplicemente prendendo in considerazione i tempi dell’alimentazione.
I pochi risultati ottenuti dalla cronodieta dipendono dal fatto che separare i macronutrienti oppure complicare l’assunzione con orari precisi significa ridurre l’appetibilità dei cibi (è difficile mangiare mezzo chilo di carne o 200 g di pasta scondita!) e quindi mangiare di meno: l’ora a cui si mangia un piatto di pasta o un panettone poco conta sull’assorbimento calorico.