La dieta purista è un regime alimentare che tende a escludere tutti quegli alimenti che non sono ritenuti di massima qualità.
L’esclusione degli alimenti è spesso indirizzata verso determinate classi (carni, latticini, cereali non integrali, grassi saturi) piuttosto che verso un elenco non omogeneo.
È abbastanza incredibile che non sia mai stato descritto quel settore della popolazione che ritiene che solo un’alimentazione basata su cibi sani possa prevenire malattie e assicurare il benessere psicofisico all’individuo.
Probabilmente tutti concordano sul fatto che mangiare cibi sani è il miglior modo di alimentarsi; coloro che sostengono la dieta purista però si spingono molto oltre ritenendo che
solo i cibi di massima qualità possano definirsi sani.
È proprio la ricerca della “massima qualità” che ha portato il dietologo Steven Bratman a definire una vera e propria sindrome, l’ortoressia (si consulti anche l’articolo Perché non essere ortoressici); Bratman descrive l’ortoressia come un vero e proprio problema sociale (detto per inciso, lo stesso Bratman era un ortoressico). Ricordiamo che, ampliando la definizione fornita da Bratman, l’ortoressico è colui che ha una posizione integralista in diversi aspetti della propria alimentazione.
È sicuramente il caso di chi segue una dieta purista; il purista, infatti, non ammette “toni di grigio” e basa il suo regime alimentare su scelte obbligate, ovvero:
- esclusione dei cibi ritenuti pericolosi per la salute;
- necessità dell’alimentazione biologica;
- abolizione di metodi moderni di trattamento dei cibi.
Ovviamente è possibile ottenere mille sfumature, componendo le varie possibilità dei tre punti.
In particolare, come ricordavamo in apertura, l’esclusione dei cibi è spesso indirizzata verso classi piuttosto che verso un elenco disomogeneo. L’esclusione porta spesso chi pratica una dieta purista a contraddizioni abbastanza evidenti, dovute a una sostanziale carenza di cultura alimentare. L’esempio più lampante è l’abolizione del burro come condimento perché ricco di grassi saturi. Se è giusto moderarlo, la completa demonizzazione non è spesso giustificata. Infatti anche il normale olio di oliva contiene grassi saturi ed è chiaramente incoerente abolire il burro e cibarsi di genuina mozzarella di bufala: entrambi gli alimenti, infatti, contengono gli stessi grassi saturi.
Relativamente al secondo aspetto (come spiegato nell’articolo di riferimento Alimentazione biologica), è sempre presente una sovrapposizione, e anche una certa confusione, fra alimentazione biologica e dieta purista. Il purista la ritiene una condizione necessaria; i sostenitori di altri modelli alimentari, invece, la ritengono un’interessante opportunità.
Per chi segue una dieta purista, l’alimentazione biologica è necessaria perché “solo ciò che è naturale è buono” e “siamo ciò che mangiamo”; in realtà, come siamo soliti affermare, chi mangia male vivrà peggio, ma è ottimistico sperare di essere immuni dalle malattie mangiando benissimo.
Circa l’abolizione dei metodi moderni di trattamento dei cibi, si deve rilevare che spesso è del tutto immotivata (ricordiamo che i crudisti evitano anche la semplice cottura dei cibi!) come nel caso del forno a microonde o dei surgelati. Anche la critica verso molti metodi industriali è spesso esagerata; una posizione più equilibrata è la scelta di processi qualitativamente migliori (per esempio, la spremitura a freddo dell’olio di oliva) quando ciò non porti a una penalizzazione eccessiva del prodotto in termini economici.

La dieta purista è un regime alimentare che tende a escludere tutti quegli alimenti che non sono ritenuti di massima qualità.
Dieta purista e aspetti salutistici
Checché se ne dica, attualmente non esiste alcuna prova scientifica che una dieta purista in senso stretto (cioè “solo” i cibi di massima qualità) migliori la salute dell’individuo.
Per un giudizio della dieta purista nel breve periodo, basta osservare che in atleti di vertice un’alimentazione purista non migliora la prestazione. Ciò significa che il fisico, a breve termine, non distingue fra un’alimentazione “normale” (ove per “normale” si fa riferimento all’assunzione di cibi di media qualità) e alimentazione purista (assunzione di cibi di massima qualità).
Anche per quanto concerne il medio-lungo periodo, non esistono dati certi sulla miglior prevenzione di patologie ottenibile adottando una dieta purista piuttosto che uno dei modelli alimentari che usano cibi di buona qualità.
Le ipotesi fatte sono molte, ma non esiste nessun dato certo.
Un dato che invece è sicuro è che in coloro che adottano una dieta purista l’invecchiamento (che, volenti o nolenti, può essere ritenuto una patologia degenerativa) è del tutto equivalente a quello di coloro che adottano altre strategie alimentari. Un concetto, quest’ultimo, che deve far meditare anche sull’ottimistica prevenzione di altre gravi patologie.