Trattare dell’argomento dieta del bambino è un po’ come entrare in un campo minato. Lo stereotipo della mamma soddisfatta dell’alimentazione del figlio solo perché lo vede bello paffuto è purtroppo ancora oggi molto diffuso.
Per fortuna, già da qualche tempo, molti genitori incominciano a chiedersi come educare i propri figli dal punto di vista alimentare. È abbastanza semplice comprendere che non si possono applicare al bambino le stesse regole che si applicano all’adulto. In particolare bisogna partire dalle principali differenze:
- il bambino è un organismo in crescita, in cui l’anabolismo prevale nettamente sul catabolismo.
- Il bambino non ha la stessa capacità di razionalizzare i concetti.
Il primo punto rende impossibile (approccio tipicamente “da adulti”) la definizione del fabbisogno calorico. Mentre per un adulto è possibile definire esattamente il fabbisogno calorico a partire da dati come età, altezza, sesso e percentuale del grasso corporeo, per un bambino è impossibile perché la crescita è un fenomeno troppo soggettivo. Forzare il fabbisogno calorico può portare a gravi scompensi, sia in un senso sia nell’altro.
In ogni caso, l’analisi delle prestazioni degli sportivi indica chiaramente come una semplice alimentazione mediterranea sia insufficiente e sia consigliabile orientarsi verso un modello più evoluto come la dieta italiana.

Dieta del bambino – I bambini devono mangiare di tutto, ma con moderazione
Dieta del bambino: cosa fare quando si arriva in età scolare?
Premesso che nei primi mesi (anni di vita) l’alimentazione dovrebbe essere seguita direttamente da un pediatra, cosa fare dunque quando si arriva in età scolare? Come gestire la dieta del bambino?
La risposta è insita nel punto b): siccome il bambino non razionalizza ancora come l’adulto, è necessario che apprenda i concetti tipici di una sana alimentazione attraverso l’esempio dei genitori. In particolare vale la regola del condizionamento positivo da emulazione (CPE): usare la stima che il bambino ha per i genitori (senza stima non c’è educazione!) per fare in modo che un comportamento del genitore sia recepito come giusto dal figlio. Quindi non ordini, consigli autoritari, noiosissime spiegazioni (che vanno date solo se il bambino le richiede), ma esempi di sana alimentazione.
Vediamo quali sono le regole della dieta italiana che valgono anche per un bambino e come attuarle in modo naturale e spontaneo.
(2) Scopo principale della dieta italiana è la sconfitta del sovrappeso concependo il cibo come un concetto positivo: mangiare bene è un diritto, non un peccato.
(3) Per chi è normopeso non esistono cibi buoni e cibi cattivi.
Queste due regole si traducono banalmente nel sostituire il concetto di fabbisogno calorico con il controllo del peso del bambino che non può eccedere i limiti di guardia. La variabilità dei cibi è fondamentale. Abituate il bambino a mangiare di tutto, ma con moderazione; insegnategli anche a mangiare a orari regolari, è un ottimo modo per iniziare a sviluppare il controllo dell’appetito in maniera non punitiva.
(6) Non è possibile seguire un’alimentazione corretta senza praticare un’attività fisica continua e di intensità non trascurabile.
Per un bambino attività fisica vuol dire soprattutto gioco. Non impedite l’attività fisica solo perché fuori c’è un po’ di vento, c’è un po’ di sole ecc.
L’eccessiva apprensione nei confronti del clima è spesso la causa di un individuo adulto sedentario. Il bambino ha una soglia di fatica abbastanza bassa: abituatelo ad allenarla con il cammino, una bella passeggiate nel verde ha un valore educativo altissimo. Certo che se il genitore alla prima zanzara o alla prima goccia di sudore manifesta sintomi di insofferenza, ecco che il bambino la percepirà moltiplicata per cento e “razionalizzerà” che il gioco non vale la candela (esempio di condizionamento negativo da emulazione!).
(8) Olio, zucchero e burro devono essere impiegati nella quantità minima tale da soddisfare la preparazione di piatti ASI.
(9) La dieta italiana sconsiglia l’uso di tutti quegli alimenti con zucchero “aggiunto” per i quali esiste un’alternativa senza zucchero (bevande, yogurt, marmellata, succhi di frutta, frutta sciroppata, macedonie di frutta ecc.).
(24) Non abituarsi ad aggiungere sale a tavola.
Abituate il bambino a non essere schiavo del gusto del dolce, del gusto del salato, del gusto del grasso. Invece di un bel gelato dolcissimo, ripiegate su un frutto; usate il CPE sopra descritto: “io prendo un gelato X perché quello Y è troppo dolce”. Il bambino tramuterà la stima per il genitore in una regola: “Y troppo dolce non è buono”.
(14) La ripartizione giornaliera ideale – Carboidrati: minimo 45%, Proteine: minimo 15%, Grassi: minimo 25%.
(15) La percentuale dei grassi saturi si mantenga attorno al 10% (un terzo dei grassi della dieta).
(16) Per il corretto equilibrio idrico è sufficiente bere quando si ha sete, verificando che il colore delle proprie urine resti chiaro.
Basta orientare il bambino sulla giusta scelta della bevanda: l’acqua. Anche in questo caso alcolici, vino, bevande gassate zuccherate non vanno demonizzate, ma demolite con il CPE: il genitore, astenendosi dall’usarle e motivando occasionalmente la sua scelta (“L’aranciata non mi disseta, una volta passato l’effetto del freddo, ho più sete di prima!”), spiega pacatamente il perché senza imporre nulla.
(17) Una dieta equilibrata assicura il corretto apporto di minerali e non ha senso assumere integratori minerali se non in presenza di carenza accertata.
Questo punto sarebbe trascurabile se alcune pubblicità non invitassero i genitori a utilizzare pilloline vitaminiche per i loro figli. Strategia assurda e gravissima che può portare a gravi dipendenze: se la pillolina da piccolo mi aiutava, da grande ho bisogno della “pillolona”!
(18) La colazione deve apportare almeno il 20% delle calorie giornaliere.
Abituate il bambino al fatto che la colazione sia un momento di gioia.
(21) La dieta italiana consiglia moderazione nell’uso di cibi contenenti grassi scelti soprattutto per la loro economicità (colza, cocco, palma ecc.) a scapito di altri più genuini (come olio extravergine d’oliva o burro).
(23) La dieta italiana è l’unico modello alimentare a proporre una carta degli additivi. Fra l’altro, sconsiglia l’uso di alimenti contenenti nitriti, derivati dell’acido benzoico, polifosfati, glutammato di sodio e ciclamato.
La qualità dei cibi va proposta per emulazione: se il bambino si orienta a un cibo pessimo qualitativamente, gli si svela il trucco: si legge l’etichetta ad alta voce, si commenta il fatto che contiene ingredienti di scarsa qualità, e si orienta la propria scelta verso un prodotto ottimo.